22 - Expanded Access Program di olaparib e abiraterone in I linea per il tumore della prostata metastatico resistente alla castrazione
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A cura di Fabio Catalano e Alberto Puccini Negli ultimi anni lo scenario terapeutico del tumore della prostata metastatico si è arricchito di nuove opzioni, tra cui i PARP inibitori,...
show moreNegli ultimi anni lo scenario terapeutico del tumore della prostata metastatico si è arricchito di nuove opzioni, tra cui i PARP inibitori, farmaci in grado di bloccare la riparazione del DNA, e indurre la morte delle cellule tumorali. Questo meccanismo è particolarmente efficace nei pazienti con mutazioni dei geni BRCA1 e 2, come dimostrato inizialmente dallo studio PROfound in linee avanzate. Dati i risultati positivi, si stanno ora valutando nuovi approcci terapeutici, come la combinazione dei PARPi con gli ARTA. In particolare, lo studio di fase III PROPEL ha randomizzato pazienti non precedentemente trattati a ricevere olaparib + abiraterone versus abiraterone + placebo, indipendentemente dallo stato mutazionale di BRCA. A ESMO 2022 sono stati riportati i dati aggiornati a favore della combinazione in tutta la popolazione dello studio, con una riduzione del rischio di morte del 34% e una sopravvivenza mediana libera da progressione radiologica di 24 mesi, rispetto ai 16 mesi circa ottenuti con abiraterone single-agent. Sulla base di questi risultati, è stato quindi attivato a febbraio 2023 l’Expanded Access Program della combinazione in I linea per pazienti affetti da tumore della prostata metastatico resistente alla castrazione, indipendentemente dallo stato mutazionale dei geni BRCA.
Qual è la rilevanza pratica di questa nuova rimborsabilità?
Rispetto al passato, risulta ormai evidente che per i pazienti affetti da tumore della prostata metastatico resistente alla castrazione la strategia delle combinazioni è la più vantaggiosa. Se fino a qualche anno fa la chemioterapia era la sola opzione percorribile per questi pazienti, l’avvento dei nuovi farmaci anti-ormonali, dei radiofarmaci e dei PARP inibitori ha cambiato la storia naturale della malattia. L’associazione di PARPi e nuovi agenti anti-ormonali in I linea si profila quindi come una buona opzione terapeutica per quei pazienti che non possono ricevere chemioterapia. Tale combinazione, infatti, ha un profilo di tossicità accettabile, che garantisce una buona qualità di vita dei pazienti e un buon controllo della malattia.
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