Perdonatemi se non sarò all’altezza di un argomento così, perché è spinoso, perché si attacca alla quotidianità di ognunə di noi, perché graffia la nostra superficie e lacera la tranquillità in cui vorremmo vivere. Oppure distrugge il benessere emotivo nato da una colpa “in seconda”: sì, potrei fare qualcosa ma finché chi sta meglio di me non lo farà, è inutile che mi muova. Parlare di cambiamento climatico è noioso, ripetitivo, ci diciamo sempre che abbiamo superato il limite; quindi perché darsi tanta pena? Ma che significa darsi pena? Cosa significa sacrificio nella nostra società? Per la regola del più abbiamo e più vogliamo, ogni cosa che siamo chiamati a togliere diventa un sacrificio pure se non è essenziale per la nostra sopravvivenza, e la nostra poca vocazione al sacrificio poi va a gravare sulla sopravvivenza di chi il nostro privilegio non lo ha. E ci interessa? Prevalentemente no, finché non saremo noi quelli a rischio sopravvivenza. Che la Terra fosse un gioiello da preservare e curare lo capirono gli astronauti dell’Apollo 11 quando la videro dalla luna: una palla sospesa nel vuoto, brillante nel buio totale. Siamo nel pieno di una crisi ambientale e ancora facciamo i confronti con i decenni passati senza considerare i progressi industriali e dei nostri stili di vita. Proviamo a raccontarci che non è ancora tutto perduto, qualcuno che non saremo noi a vivere la vera Apocalisse, ringraziando di essere morto per quando avverranno cataclismi ben peggiori di quelli che viviamo adesso. Ma la verità è che ne siamo tutti consapevoli, ma troppo vigliacchi per cambiare il nostro stile di vita fatto di diversi viaggi in aereo all’anno, di braciate, di allevamenti intensivi, di ordini online che devono arrivare nell’arco di 24 ore, di moda a basso costo. Ma Foer tutto questo lo dice con la freddezza di chi fa ancora parte dei consapevoli colpevoli; ci dice che nessunə è un eroe capace di quasi azzerare il proprio impatto ambientale, ma in ogni battaglia c’è bisogno della partecipazione di tuttə e il modo più facile per prendere una posizione a favore dell’ambiente è ridurre drasticamente il consumo di prodotti di origine animale. Io, grande consumatrice di Kinder pinguì, continuerò a concedermeli quando mi andranno, seppur limitandone l’acquisto. Percepirò il cambiamento in maniera tangibile? No. Supporterò qualcuno a farlo? Sì. Siamo d’esempio per lə altrə, e non smettiamo di farci ispirare.
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