Arvo Pärt: come risuona l'infinito
Feb 2, 2023 ·
17m 13s
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LA MUSICA COME PRATICA DELL'IMPOSSIBILE - Monografie oltre ai generi Arvo Pärt: come risuona l'infinito La prima monografia de La Musica come Pratica dell’Impossibile del 2023 è dedicata al maggiore...
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LA MUSICA COME PRATICA DELL'IMPOSSIBILE - Monografie oltre ai generi
Arvo Pärt: come risuona l'infinito
La prima monografia de La Musica come Pratica dell’Impossibile del 2023 è dedicata al maggiore compositore vivente in termini di numeri di esecuzioni delle sue opere in tutto il mondo, stiamo parlando di Arvo Pärt. Nato nel cuore dell'Estonia nel 1935, tra cupi scenari industriali e difficoltà culturali dovuti al contesto storico-politico restìo all’apertura verso occidente, si apre il suo percorso musicale fatto di semplici epifanie e scoperte fondamentali attraverso il pianoforte, l’oboe e le percussioni. Coerenza e conoscenza dello stile compositivo sono i cardini stilistici del giovane Arvo durante i suoi studi al conservatorio di Tallinn, sotto la guida del suo primo mentore, il compositore Heino Eller. Palestrina, contrappunto e senso dell’essenziale sono termini compositivi che lo stesso Pärt acquisisce e che elaborerà maggiormente con il tempo.
Inizia una ricerca tra una serie di stili moderni e antichi per individuarne uno proprio: la polifonia, la dodecafonia e il serialismo sono passaggi chiave a cui unisce fin da subito la componente umanistica, questo connubio tra rigore del mezzo e schiettezza, lo porterà alla scrittura di Perpetuum Mobile, il suo primo grande successo. Poi il confronto con il mondo della radiofonia e il collage, il culto per Johan Sebastian Bach e altre attività che lo allontaneranno dalla produzione orchestrale per diversi anni. I suoi lavori più noti infatti, nascono da uno stile che ha sviluppato dopo questa pausa che è durata fino al 1978, durante la quale rinnegò i suoi primi approcci alla composizione contemporanea, inclusa la tecnica dodecafonica, partorendo un nuovo stile che richiama il suono delle campane: il Tintinnabuli. “Il mio nuovo stile di composizione nasce da un seme che sentivo di avere dentro di me”, dichiarò.
Le sue composizioni di Arvo assumono un tempo lento e meditativo e scrittura minimalista, condite dal "silenzio" scritto nella musica. Für Alina può essere considerata la composizione chiave dello stile tintinnabuli di Arvo Pärt e, simbolicamente, il punto di partenza di tutte le sue opere successive di grande successo.
Un programma a cura di Michele Selva
Regia di Alessandro Renzi
Immagine elaborata da un'illustrazione di Eiko Ojala - Tutti i diritti riservati
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Arvo Pärt: come risuona l'infinito
La prima monografia de La Musica come Pratica dell’Impossibile del 2023 è dedicata al maggiore compositore vivente in termini di numeri di esecuzioni delle sue opere in tutto il mondo, stiamo parlando di Arvo Pärt. Nato nel cuore dell'Estonia nel 1935, tra cupi scenari industriali e difficoltà culturali dovuti al contesto storico-politico restìo all’apertura verso occidente, si apre il suo percorso musicale fatto di semplici epifanie e scoperte fondamentali attraverso il pianoforte, l’oboe e le percussioni. Coerenza e conoscenza dello stile compositivo sono i cardini stilistici del giovane Arvo durante i suoi studi al conservatorio di Tallinn, sotto la guida del suo primo mentore, il compositore Heino Eller. Palestrina, contrappunto e senso dell’essenziale sono termini compositivi che lo stesso Pärt acquisisce e che elaborerà maggiormente con il tempo.
Inizia una ricerca tra una serie di stili moderni e antichi per individuarne uno proprio: la polifonia, la dodecafonia e il serialismo sono passaggi chiave a cui unisce fin da subito la componente umanistica, questo connubio tra rigore del mezzo e schiettezza, lo porterà alla scrittura di Perpetuum Mobile, il suo primo grande successo. Poi il confronto con il mondo della radiofonia e il collage, il culto per Johan Sebastian Bach e altre attività che lo allontaneranno dalla produzione orchestrale per diversi anni. I suoi lavori più noti infatti, nascono da uno stile che ha sviluppato dopo questa pausa che è durata fino al 1978, durante la quale rinnegò i suoi primi approcci alla composizione contemporanea, inclusa la tecnica dodecafonica, partorendo un nuovo stile che richiama il suono delle campane: il Tintinnabuli. “Il mio nuovo stile di composizione nasce da un seme che sentivo di avere dentro di me”, dichiarò.
Le sue composizioni di Arvo assumono un tempo lento e meditativo e scrittura minimalista, condite dal "silenzio" scritto nella musica. Für Alina può essere considerata la composizione chiave dello stile tintinnabuli di Arvo Pärt e, simbolicamente, il punto di partenza di tutte le sue opere successive di grande successo.
Un programma a cura di Michele Selva
Regia di Alessandro Renzi
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