Recensione:
A sud dell’Oregon, nella contea di Jackson: la piccola cittadina di Ashland rappresenta lo scenario di uno omicidio che pone fine alle vite di due giovani donne. Ebbene miei cari… vi presento un’opera che vi terrà letteralmente con il fiato sospeso, ma che a tratti vi farà anche emozionare. Sto parlando di Lost girl, di Holly Kammier, edito dalla Dunwich edizioni.
L’opera di per sé non gira attorno al crimine dal quale tutto è partito, ma tesse le fila di un ulteriore crimine che ruota attorno alla vita della nostra protagonista, ovvero la reporter Shelby Day. Pezzo dopo pezzo, la ragazza cerca di ricomporre i pezzi di un puzzle, dove l’ultimo pezzo, o meglio, il pezzo che porterà al completamento del misterioso traguardo è proprio lei. Tutto questo in un susseguirsi di baci, lacrime e bugie. Molti sono gli elementi contrastanti e pochi sono quelli che sembrano innocenti, ma che realmente porteranno la nostra reporter a commettere degli errori più o meno gravi. C’è da dire che l’insicurezza mascherata da una finta dimestichezza nel saper gestire le emozioni giocherà dei brutti scherzi alla nostra Shelby, che dovrà fare i conti con quello che realmente desidera e che puntualmente cerca di allontanare. Fortunatamente, colui che rappresenta il fulcro dei suoi pensieri e al contempo il suo dolce tormento, sarà sempre pronto a sopportare i suoi errori e supportare le sue scelte. Anche se a dire il vero non saprei quanto possa essere utile per la protagonista il comportamento troppo accondiscendente, a mio parere, del suo angelo custode. Forse perché io mi sono un po' immedesimata nei panni di lui, e ho trovato il comportamento di lei alquanto tossico e per niente giusto nei confronti dello stesso. Chiedo venia per il mio essere poco dettagliata nei miei commenti, ma non amo spoilerare, quindi ho deciso di non esagerare con i dettagli, pur cercando di dare un chiaro parere in merito alla trama.
Per quel che concerne lo stile, ho riscontrato come una sorta di problema reiterato in alcune parti del romanzo, a volte nei dialoghi e a volte nelle descrizioni, e cioè una lunga costruzione del periodo che in fase di traduzione tende a farsi piuttosto rigido e forse un poco impostato. Suppongo che nel passaggio dalla lingua inglese a quella italiana parte della fluidità di determinate descrizioni o specifici dialoghi sia andata perduta. C’è da dire però che tale problema non è stato riscontrato in modo continuativo, ma ho ritenuto opportuno segnalare la cosa, poiché ritengo l’opera in questione ben scritta e ritengo che ciò andrebbe rimediato. Mentre per quanto riguarda la punteggiatura, solo in alcuni passaggi ho riscontrato la mancanza di quest’ultima. Per carità, nulla di grave, ma comunque da segnalare visto il ripetersi di queste piccole imperfezioni.
Il tipo di linguaggio utilizzato per la creazione di quest’opera è semplice e attinente alla trama e al linguaggio tipico dei personaggi presenti nella stessa. Durante la lettura di Lost Girl, ho notato che i dialoghi e le descrizioni appaiono equilibrati nella loro misura, rendendo il tutto armonioso e offrendo al lettore un testo facile da comprendere nell’immaginario.
L’opera in questione nasce e viene presentato come un thriller dalle sfumature rosa. Quindi io, da appassionata di tali generi, mi permetto di collocare il seguente romanzo nella categoria dei rosenoir. Come non tutti sanno, tali romanzi sono dei gialli che si ricollegano alle tematiche amorose. Romanzi di questo genere presentano un continuo richiamo alla bellezza intorbidato dalla morte e dalla violenza, che sia fisica o psicologica. Quindi, in conclusione, l’indagine si mescola a fatti e scene di natura sentimentale, ma con un netto richiamo al genere dei romanzi rosa.
La caratterizzazione dei personaggi presenti all’interno del romanzo è ben impostata e viene trattata minuziosamente, soprattutto dal punto di vista psicologico e culturale. Le fragilità e le asperità psicologiche di alcuni personaggi, come ad esempio gli aggressori, mostrano il come e il perché questi hanno maturato quella forte frustrazione che li ha portati a compiere degli atti degni del peggiore degli esseri umani, uomo o donna che sia.
Ciò che ho apprezzato molto di questa storia, sono le diverse metafore che man mano ho riscontrato nel testo: lottare per i nostri interessi, non temere di dover affrontare il nostro passato, ma soprattutto il non aver bisogno di temere di mostrarsi fragili e ammettere a sé stessi che, talvolta, abbiamo bisogno del sostegno degli altri, poiché accettare l’aiuto o l’amore di qualcuno non è sintomo di debolezza, ma di forza.
Per concludere, ritengo Lost Girl un eccellente thriller romantico, che fornisce al lettore intrattenimento mettendolo in ristrettezza con momenti di suspense e scene leggermente adrenaliniche, regalando a allo spettatore delle sensazioni intensificate di ansia e paura che vengono placate da scene cariche di passione, ma anche tenerezza.