Al centro della valle tracciata dal torrente Boite, in una posizione soleggiata e protetta da vette imponenti come l’Antelao e il Pelmo, si trova Borca di Cadore, a quota 942 metri sul livello del mare. La posizione strategica in cui si trova Borca permette di intraprendere escursioni giornaliere adatte a diversi livelli di allenamento fisico: dalle più semplici passeggiate nei boschi di larici e abeti, o lungo il tracciato dell'ex-ferrovia delle Dolomiti, fino alle vie ferrate e alle scalate sulle cime circostanti. L’ambito geografico comunale registra, accanto all’abitato del capoluogo, quello della frazione di Villanova, così chiamata in quanto fu costruita dopo che i due precedenti villaggi di Marceana e Taulèn furono sepolti da una grande frana. Completano il quadro la frazione di Cancia e altre località minori. Borca ha condiviso con le realtà vicine tutte le principali tappe della storia cadorina. Dalle vicende del Patriarcato di Aquileia, all’istituzione del sistema regoliero, dalla dominazione dei Da Camino alla aggregazione alla Repubblica di Venezia, avvenuta nel 1420. Nel 1823, divenne Comune autonomo e pertanto fu divisa da San Vito. Già dal XIV secolo, a Borca esistevano attività per la produzione e la lavorazione del ferro. Tra il 1500 e il 1600 il grande forno, nel quale veniva purgato il materiale ferroso utilizzando il carbone prodotto con legna dei boschi della zona, ebbe il periodo di maggior fulgore, per poi essere abbandonato verso il 1700. La chiesa dei Santi Simone e Taddeo, semidistrutta nel 1737 da una frana, è citata in documenti del 1570 e del 1604, quando il patriarca di Aquileia, Ermolao Barbaro, la visitò. Conserva un organo del 1791 costruito da Gaetano Callido, il più famoso costruttore di organi dell'epoca. L'organo è stato restaurato e viene usato tutt'oggi per concerti ed esibizioni in chiesa. Borca gode di un Museo di Storia Naturale. È intitolato alla maestra Olimpia Perini, insegnante molto apprezzata che riuscì a dare un ottimo esempio sul piano educativo e della trasmissione della conoscenza. Il Museo è aperto dal 1984 e riflette un’impostazione diretta alla cultura dell’ambiente. Sono presenti raccolte di uccelli, mammiferi, insetti, coleotteri e viperidi, ma anche interessanti minerali e un campionario di pietre che aiuta a scoprire la geologia delle Dolomiti. Borca conserva, inoltre, un luogo di eccezione, unico nello scenario italiano: il villaggio Eni. Costruito tra gli anni Cinquanta e i primi anni Sessanta, grazie alla capacità imprenditoriale e all’ambizione di Enrico Mattei, il villaggio Eni è un complesso turistico, sorto ai piedi del Monte Antelao, in cui il rapporto tra gli aspetti forti del paesaggio e l’ambiente naturale si fondono in modo stupefacente con le architetture organiche, che oggi il bosco letteralmente divora.
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