Dopo Pieve di Cadore, in direzione di Auronzo e del Comelico, Calalzo si distende sulla destra orografica del lago di Centro Cadore ed è una località di notevole valenza commerciale e industriale collegata soprattutto alle attività nel comparto dell’occhialeria. Ultima stazione ferroviaria a nord della Provincia di Belluno e nodo di collegamento tra Venezia e il Cadore, Calalzo ha acquisito per questo una posizione di centralità nel traffico turistico verso le montagne cadorine. Come in tutta l’area cadorina, la tradizione regoliera ha radici profonde. A Calalzo, nel 1274 la locale Regola fu già dotata di propri laudi. Le peculiarità naturalistiche che contraddistinguono questo paese sono numerose. La Val d’Oten, luogo di particolare interesse naturalistico, permette di intraprendere diverse escursioni che portano alla Capanna degli Alpini, al Rifugio Chiggiato e al Rifugio Galassi, camminando sovrastati dallo splendido Gruppo delle Marmarole e dall’imponente Monte Antelao. A queste escursioni, si aggiunge la pista ciclabile “La Lunga Via delle Dolomiti”, che porta a Cortina e da qui a Dobbiaco. Agli splendori naturalistici si affiancano quelli artistici e archeologici. Merita sicuramente una visita, la chiesa parrocchiale di San Biagio che conserva opere di Orazio Vecellio, figlio del più conosciuto Tiziano. Un’attrattiva calaltina del tutto eccezionale è il sito archeologico di Làgole. A poche decine di metri dal “Laghetto delle Tose”, una stipe votiva di origine paleoveneta dimostra, assieme ad altri numerosi reperti bronzei ora custoditi al museo della Magnifica Comunità di Cadore a Pieve di Cadore, la presenza di un antico luogo di culto e l’uso terapeutico delle acque sgorganti dalle sorgenti di Làgole da almeno 2500 anni. In questo luogo di straordinaria bellezza naturalistica, i devoti si rivolgevano alla divinità, chiamata Trumusiate, per chiedere salute e protezione, lasciando doni ed offerte in segno di gratitudine. Il luogo ha mantenuto intatto nei secoli il suo aspetto e conserva tutt’oggi la sua bellezza, ulteriormente valorizzata da recenti interventi di recupero ambientale e di risanamento, che ne hanno migliorata la fruibilità nel rispetto delle caratteristiche originarie. L’uso delle acque di Làgole è continuato anche in epoca romana ma, con la caduta dell’Impero, le notizie si perdono nelle nebbie del medioevo, poiché, con l’avvento del cristianesimo, il luogo perdette l’importanza legata alle divinità pagane che vi erano invocate.
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