Nel pomeriggio di martedì 8 novembre al PN1, con Miky Boselli e Marco Vignoletti, è stato ospite Carletto dei Gem Boy, la band demenziale giunta la suo 30esimo compleanno. Nata per gioco, il gruppo ha portato nella musica italiana allegria e canzoni dissacranti. «Quando siamo nati noi il mercato pullulava di artisti demenziali. Ad un tratto sono spartiti tutti, segnando un po' la morte del demenziale. Ad alti livelli, c'eravamo noi, che siamo stati sempre nel limbo, e gli Elio».

IL SUCCESSO DELLA BAND – La fama che il gruppo ha raggiunto è stata totalmente inaspettata. «Le cose più belle nascono dall'incoscienza. Quando le progetti e le metti giù a tavolino, non vengono mai. Forse adesso i big della musica si inventano i progetti, soprattutto gli artisti nati dai talent. Dietro ci sono delle persone che basano tutto sula psicologia e sul mercato».

L'INCONTRO CON CRISTINA D'AVENA – Molte canzoni dei Gem Boy sono parodie nate sulle sigle dei cartoni animati. Con chi poteva nascere una collaborazione, se non con la regina delle sigle dei cartoni, Cristina D'Avena? «Cristina è di Bologna e l'abbiamo incrociata spesso, senza mai disturbarla. Un giorno abbiamo conosciuto sua sorella Clarissa, che ci ha trovato una data per unlive. Da lì è nata la volontà di collaborare con Cristina “facendo i bravi”. Lei era spaventatissima, ma dopo aver provato ha capito che la cosa poteva funzionare».