Cattolici presi a sassate e pugni durante una processione
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TESTO DELL'ARTICOLO ➜ http://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=6598 CATTOLICI PRESI A SASSATE E PUGNI DURANTE UNA PROCESSIONE PER RICORDARE I MARTIRI DELLA COMUNE DI PARIGI di Leone Grotti Non si erano riuniti «per manifestare...
show moreCATTOLICI PRESI A SASSATE E PUGNI DURANTE UNA PROCESSIONE PER RICORDARE I MARTIRI DELLA COMUNE DI PARIGI di Leone Grotti
Non si erano riuniti «per manifestare o rivendicare diritti particolari», ma solo per «compiere il loro dovere, e cioè rendere omaggio ai loro martiri e chiedere la loro intercessione». Così in una tribuna sul Figaro, l'arcivescovo di Parigi, monsignor Michel Aupetit, spiega perché sabato 300 cattolici sono sfilati in pellegrinaggio per le vie di Parigi verso la chiesa di Nostra Signora degli ostaggi. Lo scopo della processione, regolarmente comunicata alle autorità, era commemorare i martiri della Comune di Parigi, i cinquanta ostaggi fucilati in rue Haxo il 26 maggio 1871. Mentre sfilavano, però i cattolici sono stati aggrediti fisicamente e verbalmente da un gruppo di antagonisti incappucciati, senza che i due gendarmi inviati dalla prefettura riuscissero a impedire lo scontro.
La processione era partita da piazza della Roquette, dove il 24 maggio 1871 fu giustiziato l'arcivescovo di Parigi, monsignor Georges Darboy. Appena partiti, alcune persone hanno cominciato a insultarli, a gridare insulti e bestemmie al loro passaggio. Arrivati davanti al cimitero di Père Lachaise, la tensione è aumentata: qui un corteo di «manifestanti communards», partigiani della Comune rossa, ha cominciato a inveire al grido di «Morte ai fascisti!».
«Sembrava di essere tornati indietro di 150 anni», racconta un testimone in riferimento all'esperienza anti-cattolica e persecutoria della Comune. Poco più avanti, gli antagonisti hanno aggredito i cattolici, arrivando perfino a prendere a pugni alcuni fedeli e lanciando sassi e bottiglie contro la processione. Due sessantenni sono stati spinti a terra, mentre un fedele è stato portato in ospedale con gravi ferite alla testa.
I cattolici si rifugiano in una chiesa
I fedeli sono stati quindi costretti a fuggire le violenze rifugiandosi nella chiesa più vicina, Nostra Signora della Croce. «Abbiamo atteso pregando che la polizia ci permettesse di uscire», racconta al Figaro l'organizzatore della processione, raccontando di «bambini e madri sotto choc». Il ministro dell'Interno, Gérald Darmanin, ha impiegato più di un giorno per condannare la «violazione della libertà di culto che deve poter essere esercitata in tutta serenità in Francia».
È per protestare contro questa inaccettabile violenza e l'incapacità delle forze dell'ordine di garantire la libertà religiosa dei cattolici che monsignor Aupetit ha protestato sul Figaro: «La violenza cieca che questi pellegrini hanno subito da parte degli "antifascisti" è assolutamente inaccettabile in uno Stato di diritto. Non c'erano che due poliziotti a garantire la sicurezza della marcia. Li ringrazio per il coraggio che hanno dimostrato. La sicurezza di questa marcia non era evidentemente una priorità per la prefettura».
«Noi non rivendichiamo diritti particolari», ha aggiunto l'arcivescovo di Parigi, «ma chiediamo uguaglianza di trattamento rispetto alle altre religioni e comunità. Abbiamo il diritto di esprimere la nostra fede in pubblico», ha affermato ricordando ai cattolici di assumere lo stesso atteggiamento di Gesù, che è stato capace di perdonare i suoi persecutori. Monsignor Aupetit ha infine concluso:
«Vogliamo testimoniare l'amore di Cristo che ha vinto sul male. Chiediamo solo di poterlo fare in pace nel rispetto delle nostre istituzioni e dello Stato di diritto che garantisce piena libertà di culto e protegge tutti i suoi cittadini».
Nota di BastaBugie: Luca Volontè nell'articolo seguente dal titolo "Odio rosso, cattolici aggrediti alla Marcia dei Martiri" racconta la vicenda del 1870-71 dei cattolici uccisi in nome dell'egualitarismo socialista della Comune di Parigi.
Ecco un estratto dell'articolo pubblicato su La Nuova Bussola Quotidiana il 2 giugno 2021:
Tra il settembre 1870 e il marzo 1871 a Parigi furono proclamati la Repubblica e l'autogoverno che proseguirono sino a quando Governo e Assemblea Nazionale (con sede a Versailles) spedirono l'esercito guidato dal generale Mac Mahon in città per riprendere il controllo della situazione. La Comune di Parigi (la bandiera rossa ne era il simbolo) impose la separazione tra Stato e Chiesa, abolì il precedente Concordato, riaffermò ovviamente i principi di libertà, quella di coscienza in particolare, e replicò le violente espropriazioni e i processi sommari contro il clero e i fedeli, complici a priori dei crimini della monarchia contro la libertà comunista. Nella loro riconquista della città di inizio aprile, le truppe nazionali fucilarono diversi prigionieri; ciò provocò la decisione della Comune di emanare il Decreto sugli Ostaggi del 5 aprile 1871. Testo base del totalitarismo giustizialista di ogni tempo: chiunque fosse sospettato di complicità veniva messo in galera; il tribunale in 48 ore decideva se confermare arresto e prigione. Ad ogni esecuzione di un membro della Comune da parte dell'esercito nazionale, i comunardi avrebbero risposto fucilando il triplo di prigionieri reclusi, chiamati ostaggi. Trecento tra ecclesiastici e suore vennero ammassati nelle prigioni parigine. Le accuse e le iniziative diffamatorie e blasfeme? Identiche a quelle della Rivoluzione del 1789-93 e alle attuali campagne contro la Chiesa.
Il 12 aprile 1871 l'arcivescovo di Parigi, Georges Darboy, scrisse al Governo nazionale per chiedere la fine delle esecuzioni, la richiesta venne rifiutata e il 24 maggio lo stesso arcivescovo e altri cinque sacerdoti ostaggi furono fucilati nel carcere della Roquette. Monsignor Darboy, poco prima di morire, diede un'ampia benedizione ai carnefici e venne poi freddato con un colpo di pistola alla testa. Gli ostaggi (sacerdoti e suore) non rappresentavano assolutamente nulla agli occhi delle autorità nazionali di Versailles, che erano tanto anticlericali quanto i comunardi. Tra i supposti 200.000 morti caduti nei mesi della reconquista di Parigi, non è per nulla chiaro quanti siano stati i sacerdoti, suore e laici cattolici fucilati dai plotoni ‘democratici' della Comune.
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