charlot e la sua umanità
May 13, 2021 ·
5m 12s
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Description
Da piccolo non mi perdevo una puntata, delle comiche con Charlot in TV. Cortometraggi in bianco e nero e senza voce. C'era solo la musichetta che accompagnava le scene. I...
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Da piccolo non mi perdevo una puntata, delle comiche con Charlot in TV.
Cortometraggi in bianco e nero e senza voce.
C'era solo la musichetta che accompagnava le scene.
I commenti dei personaggi erano tutti sottotitolati.
Charlie Chaplin é indimenticabile, almeno per quelli della mia generazione oggi sessantenni.
Non é stato solo un attore che faceva divertire con le sue scene nel quotidiano, ma é stato soprattutto una persona umana, che portava alla luce i sentimenti degli uomini, dall'amore, alle lotte per sopravvivere, alle brutture che nella società si possono incontrare.
Charlot era un personaggio dolce e astuto, generoso e pieno di passione, romantico, triste e malinconico.
Un sorriso per mostrare la miseria e la distanza tra ricchezza e povertà.
Un mondo poetico, dove c'era tanto da costruire e dove la società ancora mostrava un volto umano pieno di speranza e possibilità per un avvenire.
Charlot era nato a Londra.
Ebbe un'infanzia difficile, causata da problemi in famiglia.
La sua carriera iniziò da giovanissimo.
Come tanti di allora, anche lui emigrò in America, e qui scoprì un mondo diverso da quello dove era vissuto fino allora.
Scoprì la libertà e la possibilità di essere quello che voleva diventare.
Inizia qui la sua grande carriera. Era il 1914.
Non potrà mai essere dimenticata la sua bombetta e giacca stretta, i baffetti neri e il bastone di bambù.
Non è stato solo un artista, ma un grande Messaggero di pace. Memorabile il suo discorso in una scena del film "il grande dittatore". Era il 1941.
Un discorso, ancora attuale e che rimarrà per sempre, fino a quando l'uomo continuerà a vivere su questa terra, e forse anche oltre in eterno in una coscienza cosmica senza tempo.
Voglio riproporre le sue parole, perché ancora oggi c'è bisogno di ascoltarle.
"Mi dispiace, ma io non voglio fare l’Imperatore, non è il mio mestiere. Non voglio governare, né conquistare nessuno. Vorrei aiutare tutti se possibile: ebrei, ariani, neri o bianchi. Noi tutti vogliamo aiutarci vicendevolmente. Gli esseri umani sono fatti così. Vogliamo vivere della reciproca felicità, ma non della reciproca infelicità. Non vogliamo odiarci e disprezzarci l’un l’altro. In questo mondo c’è posto per tutti, la natura è ricca ed è sufficiente per tutti noi. La vita può essere felice e magnifica, ma noi l’abbiamo dimenticato. L’avidità ha avvelenato i nostri cuori, ha chiuso il mondo dietro una barricata di odio, ci ha fatto marciare, col passo dell’oca, verso l’infelicità e lo spargimento di sangue.
Abbiamo aumentato la velocità, ma ci siamo chiusi in noi stessi. Le macchine che danno l’abbondanza ci hanno dato povertà, la scienza ci ha trasformato in cinici, l’abilità ci ha resi duri e spietati. Pensiamo troppo e sentiamo troppo poco. Più che di macchine abbiamo bisogno di umanità. Più che d’intelligenza abbiamo bisogno di dolcezza e di bontà. Senza queste doti la vita sarà violenta e tutto andrà perduto.
L’aviazione e la radio hanno ravvicinato le genti: la natura stessa di queste invenzioni reclama la bontà dell’uomo, reclama la fratellanza universale, l’unione dell’umanità. La mia voce raggiunge milioni di persone in ogni parte del mondo, milioni di uomini, donne e bambini disperati, vittime di un sistema che costringe l’uomo a torturare e imprigionare gente innocente. A quanti possono udirmi io dico: non disperate. L’infelicità che ci ha colpito non è che un effetto dell’ingordigia umana: l’amarezza di coloro che temono le vie del progresso umano. L’odio degli uomini passerà, i dittatori moriranno e il potere che hanno strappato al mondo ritornerà al popolo. Qualunque mezzo usino, la libertà non può essere soppressa.
Soldati! Non consegnatevi a questi bruti che vi disprezzano, che vi riducono in schiavitù, che irreggimentano la vostra vita, vi dicono quello che dovete fare, quello che dovete pensare e sentire! Non vi consegnate a questa gente senz’anima, uomini-macchina, con una macchina al posto del cervello e una macchina al posto del cuore! Voi non siete delle macchine! Siete degli uomini! Con in cuore l’amore per l’umanità! Non odiate! Sono quelli che non hanno l’amore per gli altri che lo fanno.
Soldati! Non combattete per la schiavitù! Battetevi per la libertà! Nel diciassettesimo capitolo di san Luca sta scritto che il regno di Dio è nel cuore degli uomini. Non di un solo uomo, non di un gruppo di uomini, ma di tutti voi. Voi, il popolo, avete il potere di creare le macchine, di creare la felicità, voi avete la forza di fare che la vita sia una splendida avventura. Quindi in nome della democrazia, usiamo questa forza, uniamoci tutti e combattiamo per un mondo nuovo che sia migliore, che dia agli uomini la possibilità di lavorare, ai giovani un futuro, ai vecchi la sicurezza.
Promettendo queste cose i bruti sono saliti al potere. Mentivano: non hanno mantenuto quella promessa e mai lo faranno. I dittatori forse sono liberi perché rendono schiavo il popolo, allora combattiamo per quelle promesse, combattiamo per liberare il mondo eliminando confini e barriere, l’avidità, l’odio e l’intolleranza, combattiamo per un mondo ragionevole, un mondo in cui la scienza e il progresso diano a tutti gli uomini il benessere. Soldati uniamoci in nome della democrazia".
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Cortometraggi in bianco e nero e senza voce.
C'era solo la musichetta che accompagnava le scene.
I commenti dei personaggi erano tutti sottotitolati.
Charlie Chaplin é indimenticabile, almeno per quelli della mia generazione oggi sessantenni.
Non é stato solo un attore che faceva divertire con le sue scene nel quotidiano, ma é stato soprattutto una persona umana, che portava alla luce i sentimenti degli uomini, dall'amore, alle lotte per sopravvivere, alle brutture che nella società si possono incontrare.
Charlot era un personaggio dolce e astuto, generoso e pieno di passione, romantico, triste e malinconico.
Un sorriso per mostrare la miseria e la distanza tra ricchezza e povertà.
Un mondo poetico, dove c'era tanto da costruire e dove la società ancora mostrava un volto umano pieno di speranza e possibilità per un avvenire.
Charlot era nato a Londra.
Ebbe un'infanzia difficile, causata da problemi in famiglia.
La sua carriera iniziò da giovanissimo.
Come tanti di allora, anche lui emigrò in America, e qui scoprì un mondo diverso da quello dove era vissuto fino allora.
Scoprì la libertà e la possibilità di essere quello che voleva diventare.
Inizia qui la sua grande carriera. Era il 1914.
Non potrà mai essere dimenticata la sua bombetta e giacca stretta, i baffetti neri e il bastone di bambù.
Non è stato solo un artista, ma un grande Messaggero di pace. Memorabile il suo discorso in una scena del film "il grande dittatore". Era il 1941.
Un discorso, ancora attuale e che rimarrà per sempre, fino a quando l'uomo continuerà a vivere su questa terra, e forse anche oltre in eterno in una coscienza cosmica senza tempo.
Voglio riproporre le sue parole, perché ancora oggi c'è bisogno di ascoltarle.
"Mi dispiace, ma io non voglio fare l’Imperatore, non è il mio mestiere. Non voglio governare, né conquistare nessuno. Vorrei aiutare tutti se possibile: ebrei, ariani, neri o bianchi. Noi tutti vogliamo aiutarci vicendevolmente. Gli esseri umani sono fatti così. Vogliamo vivere della reciproca felicità, ma non della reciproca infelicità. Non vogliamo odiarci e disprezzarci l’un l’altro. In questo mondo c’è posto per tutti, la natura è ricca ed è sufficiente per tutti noi. La vita può essere felice e magnifica, ma noi l’abbiamo dimenticato. L’avidità ha avvelenato i nostri cuori, ha chiuso il mondo dietro una barricata di odio, ci ha fatto marciare, col passo dell’oca, verso l’infelicità e lo spargimento di sangue.
Abbiamo aumentato la velocità, ma ci siamo chiusi in noi stessi. Le macchine che danno l’abbondanza ci hanno dato povertà, la scienza ci ha trasformato in cinici, l’abilità ci ha resi duri e spietati. Pensiamo troppo e sentiamo troppo poco. Più che di macchine abbiamo bisogno di umanità. Più che d’intelligenza abbiamo bisogno di dolcezza e di bontà. Senza queste doti la vita sarà violenta e tutto andrà perduto.
L’aviazione e la radio hanno ravvicinato le genti: la natura stessa di queste invenzioni reclama la bontà dell’uomo, reclama la fratellanza universale, l’unione dell’umanità. La mia voce raggiunge milioni di persone in ogni parte del mondo, milioni di uomini, donne e bambini disperati, vittime di un sistema che costringe l’uomo a torturare e imprigionare gente innocente. A quanti possono udirmi io dico: non disperate. L’infelicità che ci ha colpito non è che un effetto dell’ingordigia umana: l’amarezza di coloro che temono le vie del progresso umano. L’odio degli uomini passerà, i dittatori moriranno e il potere che hanno strappato al mondo ritornerà al popolo. Qualunque mezzo usino, la libertà non può essere soppressa.
Soldati! Non consegnatevi a questi bruti che vi disprezzano, che vi riducono in schiavitù, che irreggimentano la vostra vita, vi dicono quello che dovete fare, quello che dovete pensare e sentire! Non vi consegnate a questa gente senz’anima, uomini-macchina, con una macchina al posto del cervello e una macchina al posto del cuore! Voi non siete delle macchine! Siete degli uomini! Con in cuore l’amore per l’umanità! Non odiate! Sono quelli che non hanno l’amore per gli altri che lo fanno.
Soldati! Non combattete per la schiavitù! Battetevi per la libertà! Nel diciassettesimo capitolo di san Luca sta scritto che il regno di Dio è nel cuore degli uomini. Non di un solo uomo, non di un gruppo di uomini, ma di tutti voi. Voi, il popolo, avete il potere di creare le macchine, di creare la felicità, voi avete la forza di fare che la vita sia una splendida avventura. Quindi in nome della democrazia, usiamo questa forza, uniamoci tutti e combattiamo per un mondo nuovo che sia migliore, che dia agli uomini la possibilità di lavorare, ai giovani un futuro, ai vecchi la sicurezza.
Promettendo queste cose i bruti sono saliti al potere. Mentivano: non hanno mantenuto quella promessa e mai lo faranno. I dittatori forse sono liberi perché rendono schiavo il popolo, allora combattiamo per quelle promesse, combattiamo per liberare il mondo eliminando confini e barriere, l’avidità, l’odio e l’intolleranza, combattiamo per un mondo ragionevole, un mondo in cui la scienza e il progresso diano a tutti gli uomini il benessere. Soldati uniamoci in nome della democrazia".
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Author | Michele Interrante |
Organization | Michele Interrante |
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