Cosa ci lascia la prima intervista di Ghisolfi | Episodio 49
Oct 2, 2024 ·
6m 19s
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Benvenuti e benvenute da Riccardo Siciliano a una nuova puntata di Romanzo Giallorosso, il daily podcast di SoloLaRoma.it. Dopo la vittoria ottenuta in rimonta contro il Venezia, la Roma si...
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Benvenuti e benvenute da Riccardo Siciliano a una nuova puntata di Romanzo Giallorosso, il daily podcast di SoloLaRoma.it. Dopo la vittoria ottenuta in rimonta contro il Venezia, la Roma si prepara ad affrontare l’Elfsborg nella seconda giornata di Europa League. Focus del giorno è l’intervista di Florent Ghisolfi, responsabile dell’area tecnica della Roma, che ha parlato per la prima volta dal suo arrivo nella capitale la scorsa estate. Il dirigente francese, arrivato dal Nizza, ha preso il posto di Tiago Pinto come figura di riferimento del calciomercato giallorosso, ma fino a poche ore fa era considerato come un fantasma nell’ambiente capitolino.
Il dirigente francese non è stato presentato in conferenza stampa e nelle ultime settimane si sono rincorse numerose voci sul fatto che a portare avanti la campagna acquisti della Roma sia stata l’ex Ceo Lina Souloukou. Delle tante operazioni effettuate dalla Roma quest’estate, sembrerebbe che Ghisolfi abbia messo lo zampino solamente sugli acquisti di Le Fée, suo pupillo dai tempi del Lorient, e del giovane terzino sinistro Dahl, che negli scorsi giorni ha debuttato con la Primavera giallorossa. Con l’addio della Souloukou, Ghisolfi è diventato il massimo dirigente all’interno del club giallorosso. Ci si aspettava più chiarezza dalle sue dichiarazioni, che invece hanno lasciato qualche perplessità.
Centoventi giorni dopo il suo insediamento nella capitale, Ghisolfi ha convocato i rappresentanti di 10 quotidiani per raccontare il suo punto di vista su un’estate intensa e a tratti tormentata. L’intervista è stata un’esibizione formale nel quale ha chiarito poco o nulla, un primo approccio che è servito a metterlo in contatto con l’ambiente e i media romani. Il dirigente francese non ha voluto alzare altre polemiche, che hanno già sconvolto questo inizio di stagione della Roma. Nessuna parola su De Rossi, dove a domanda specifica ha detto che ne parlerà più avanti, e Lina Souloukou, tante sul nuovo progetto affidato a Juric, l’uomo giusto per il sistema di gioco su cui aveva virato anche Daniele De Rossi. Questo rappresenta uno dei punti controversi dell’intervista: dopo un mercato fatto per giocare con il 4-3-3, la Roma è passata a giocare con la difesa a 3 nella partita contro il Genoa e la scelta di Juric rappresenta una continuità rispetto al lavoro svolto. Difesa a tre significa quinti: Ghisolfi ha dichiarato che in rosa ci sono ben 7 giocatori in grado di giocare sulle fasce laterali, ma la Roma però continua a non avere un esterno destro di qualità: il dirigente francese ha dichiarato che Abdulhamid non è stato preso per fare il titolare, quando però tutti sapevamo che Celik non sarebbe stato all’altezza del ruolo.
L’altro punto critico riguarda la continuità nel progetto. Ghisolfi ha detto che il progetto di gioco è al centro anche delle idee della società, così che sarà anche più facile prendere nuovi giocatori e valorizzarli. Il modello preso in considerazione è quello dell’Atalanta e l’obiettivo è quello di trovare stabilità tattica giocando così con la prima squadra e anche con la primavera. Ghisolfi ha dichiarato di lavorare su periodo di tre anni, in cui si è già iniziato abbassando l’età media della squadra e il monte ingaggi, mentre l’obiettivo per questa stagione è l’ingresso in Champions League. Juric è stato scelto però perché ha accettato di firmare un contratto fino alla fine della stagione e se non dovesse centrare il piazzamento tra le prime quattro in classifica sarà difficile immaginarlo ancora sulla panchina giallorossa. A quel punto cosa farà la Roma, punterà su un allenatore che gioca con la difesa a 3 o cercherà di puntare tra i migliori della piazza, a prescindere dal modulo utilizzato? È difficile vedere una progettualità chiara dalle parole di Ghisolfi.
Tra gli altri argomenti trattati non poteva mancare il mancato trasferimento di Dybala in Arabia Saudita, con Ghisolfi che ha specificato che la Roma non ha spinto affatto per cederlo. Alla fine ha fatto la scelta di cuore di restare e il dirigente francese ha espresso la felicità a continuare ad avere un giocatore top nella rosa. Inoltre, ha specificato che Juric non ha avuto indicazioni sul minutaggio dell’argentino e che non c’è alcuna trattativa in corso per il rinnovo. Al contrario, la dirigenza giallorossa ha avviato i discorsi con gli entourage di Pisilli e Svilar, così come vanno avanti quelli per Nicola Zalewski, che potrebbe presto essere reintegrato. Poi, Ghisolfi ha dichiarato di non essere al corrente delle intenzioni dei Friedkin riguardo il nuovo CEO né della volontà di voler aggiungere all’organigramma un direttore tecnico di area sportiva. Inoltre, Ghisolfi ha specificato che la volontà della società è quella di mantenere i suoi giocatori più importanti a prescindere dalla qualificazione in Champions League.
Altro passaggio interessante riguarda quello inerente alla seconda squadra. A Ghisolfi è stato chiesto se fosse nelle idee della società la costruzione di una squadra U23 come quelle di Juventus, Atalanta e Milan. Ghisolfi ha detto che la Roma sta prendendo in considerazione questa ipotesi. La seconda squadra rappresenta un costo, ma i tre club di Serie A che lo hanno fatto vedono i frutti del loro lavoro, basti pensare alle cessioni della Juventus in estate. La Roma può vantare uno dei migliori settori giovanili nel panorama italiano e una formazione U23 permetterebbe ai giovani talenti giallorossi di interfacciarsi il prima possibile con una realtà professionistica. Ghisolfi ora sta riprendendo il ruolo per cui era stato scelto e piano piano dovrà cominciare ad esporsi più chiaramente. Aspettiamo di capire che cosa avrà in testa il dirigente francese, che ora sembra delegato ad essere allineato alla volontà della società. Le sue parole dicono poco di quanto sta accadendo dentro la Roma, ma almeno un passo avanti è stato fatto. Vedremo se già dalla prossima intervista avremo indicazioni più chiare sulla programmazione del club giallorosso.
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Il dirigente francese non è stato presentato in conferenza stampa e nelle ultime settimane si sono rincorse numerose voci sul fatto che a portare avanti la campagna acquisti della Roma sia stata l’ex Ceo Lina Souloukou. Delle tante operazioni effettuate dalla Roma quest’estate, sembrerebbe che Ghisolfi abbia messo lo zampino solamente sugli acquisti di Le Fée, suo pupillo dai tempi del Lorient, e del giovane terzino sinistro Dahl, che negli scorsi giorni ha debuttato con la Primavera giallorossa. Con l’addio della Souloukou, Ghisolfi è diventato il massimo dirigente all’interno del club giallorosso. Ci si aspettava più chiarezza dalle sue dichiarazioni, che invece hanno lasciato qualche perplessità.
Centoventi giorni dopo il suo insediamento nella capitale, Ghisolfi ha convocato i rappresentanti di 10 quotidiani per raccontare il suo punto di vista su un’estate intensa e a tratti tormentata. L’intervista è stata un’esibizione formale nel quale ha chiarito poco o nulla, un primo approccio che è servito a metterlo in contatto con l’ambiente e i media romani. Il dirigente francese non ha voluto alzare altre polemiche, che hanno già sconvolto questo inizio di stagione della Roma. Nessuna parola su De Rossi, dove a domanda specifica ha detto che ne parlerà più avanti, e Lina Souloukou, tante sul nuovo progetto affidato a Juric, l’uomo giusto per il sistema di gioco su cui aveva virato anche Daniele De Rossi. Questo rappresenta uno dei punti controversi dell’intervista: dopo un mercato fatto per giocare con il 4-3-3, la Roma è passata a giocare con la difesa a 3 nella partita contro il Genoa e la scelta di Juric rappresenta una continuità rispetto al lavoro svolto. Difesa a tre significa quinti: Ghisolfi ha dichiarato che in rosa ci sono ben 7 giocatori in grado di giocare sulle fasce laterali, ma la Roma però continua a non avere un esterno destro di qualità: il dirigente francese ha dichiarato che Abdulhamid non è stato preso per fare il titolare, quando però tutti sapevamo che Celik non sarebbe stato all’altezza del ruolo.
L’altro punto critico riguarda la continuità nel progetto. Ghisolfi ha detto che il progetto di gioco è al centro anche delle idee della società, così che sarà anche più facile prendere nuovi giocatori e valorizzarli. Il modello preso in considerazione è quello dell’Atalanta e l’obiettivo è quello di trovare stabilità tattica giocando così con la prima squadra e anche con la primavera. Ghisolfi ha dichiarato di lavorare su periodo di tre anni, in cui si è già iniziato abbassando l’età media della squadra e il monte ingaggi, mentre l’obiettivo per questa stagione è l’ingresso in Champions League. Juric è stato scelto però perché ha accettato di firmare un contratto fino alla fine della stagione e se non dovesse centrare il piazzamento tra le prime quattro in classifica sarà difficile immaginarlo ancora sulla panchina giallorossa. A quel punto cosa farà la Roma, punterà su un allenatore che gioca con la difesa a 3 o cercherà di puntare tra i migliori della piazza, a prescindere dal modulo utilizzato? È difficile vedere una progettualità chiara dalle parole di Ghisolfi.
Tra gli altri argomenti trattati non poteva mancare il mancato trasferimento di Dybala in Arabia Saudita, con Ghisolfi che ha specificato che la Roma non ha spinto affatto per cederlo. Alla fine ha fatto la scelta di cuore di restare e il dirigente francese ha espresso la felicità a continuare ad avere un giocatore top nella rosa. Inoltre, ha specificato che Juric non ha avuto indicazioni sul minutaggio dell’argentino e che non c’è alcuna trattativa in corso per il rinnovo. Al contrario, la dirigenza giallorossa ha avviato i discorsi con gli entourage di Pisilli e Svilar, così come vanno avanti quelli per Nicola Zalewski, che potrebbe presto essere reintegrato. Poi, Ghisolfi ha dichiarato di non essere al corrente delle intenzioni dei Friedkin riguardo il nuovo CEO né della volontà di voler aggiungere all’organigramma un direttore tecnico di area sportiva. Inoltre, Ghisolfi ha specificato che la volontà della società è quella di mantenere i suoi giocatori più importanti a prescindere dalla qualificazione in Champions League.
Altro passaggio interessante riguarda quello inerente alla seconda squadra. A Ghisolfi è stato chiesto se fosse nelle idee della società la costruzione di una squadra U23 come quelle di Juventus, Atalanta e Milan. Ghisolfi ha detto che la Roma sta prendendo in considerazione questa ipotesi. La seconda squadra rappresenta un costo, ma i tre club di Serie A che lo hanno fatto vedono i frutti del loro lavoro, basti pensare alle cessioni della Juventus in estate. La Roma può vantare uno dei migliori settori giovanili nel panorama italiano e una formazione U23 permetterebbe ai giovani talenti giallorossi di interfacciarsi il prima possibile con una realtà professionistica. Ghisolfi ora sta riprendendo il ruolo per cui era stato scelto e piano piano dovrà cominciare ad esporsi più chiaramente. Aspettiamo di capire che cosa avrà in testa il dirigente francese, che ora sembra delegato ad essere allineato alla volontà della società. Le sue parole dicono poco di quanto sta accadendo dentro la Roma, ma almeno un passo avanti è stato fatto. Vedremo se già dalla prossima intervista avremo indicazioni più chiare sulla programmazione del club giallorosso.
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