Danta di Cadore sorge a 1396 m sul livello del mare, adagiata su un piccolo altopiano che dà sulle valli circostanti, in una posizione panoramica bellissima. Il paese, nonostante sia divenuto comune solo nel 1843, ha in realtà origini molto antiche. Abitato fin dal VI secolo d.C. da popolazioni della Pusteria in fuga dalle invasioni barbariche, si chiamava “Anananto” nel 952 d.C., poi trasformato in Anaganto, Anta, De Anta, Antla e infine in Danta. Il Comune di Danta, seppur di limitate dimensioni, non supera infatti i dieci chilometri quadrati, è particolarmente ricco dal punto di vista paesaggistico e naturale. La sua posizione elevata su di un colle tra le Valli del Pàdola, del Piave e dell’Ansiei, apre vedute molto interessanti che vanno dal Passo Monte Croce Comelico fino all’Antelao. Sicuramente il sito più adeguato per apprezzare ottimi panorami è il pianoro sul quale fu costruita anticamente la chiesa votiva di Santa Barbara. Due torbiere custodiscono nel loro sottosuolo un patrimonio d’informazioni importanti sui segreti della storia del mondo e in superficie si presentano ricche di vegetazione con piante rare e minuscoli fiori carnivori. Sul territorio è presente la quasi totalità della flora alpina protetta e uno straordinario numero di orchidee spontanee. È sulle bellezze naturali e su una buona tradizione nell’esercizio delle attività turistiche, che si fonda l’economia locale, innestata sul fondo antico rappresentato dalle attività artigianali e agricole, collegate alle ricchezze boschive e pastorali. Negli ultimi anni c’è stata una certa espansione nel settore secondario in particolare con l’avvio di alcune attività produttive nel settore dell’occhialeria. Anche Danta ha la sua antica e complessa tradizione regoliera fondata prima su consuetudini di lungo corso e poi, a partire dal 1575, sul laudo contenente le norme statutarie che la comunità si dette. Nel centro di Danta, oggi caratterizzato da abitazioni antiche e da una calma quasi surreale, è possibile visitare il Museo Paleontologico “Le Radici della vita”, che conserva numerosi reperti fossili e lo scheletro completo di uno dei dinosauri più antichi mai ritrovati. Per gli amanti dell’arte, la chiesa parrocchiale, dedicata ai Santi Rocco e Sebastiano, conserva una pala d’altare raffigurante la Madonna tra i due Santi, opera attribuita, da alcuni studiosi, a Francesco Vecellio, fratello del grande Tiziano.
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