Dichiarazione 4 e 5 - Per la difesa della vita - Per il rispetto della natura umana
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Per la difesa della vita Quasi 40 anni di applicazione delle pratiche abortive hanno contribuito a portare l’Italia a sprofondare in un vero e proprio inverno demografico. Sei milioni di...
show moreQuasi 40 anni di applicazione delle pratiche abortive hanno contribuito a portare l’Italia a sprofondare in un vero e proprio inverno demografico.
Sei milioni di vite sono mancate al nostro Paese, che si trova così a dover fare i conti con uno dei tassi di natalità più bassi del mondo, con conseguenti problemi di pressione sul sistema socio-economico e la richiesta compensativa di una crescente immigrazione, contribuendo così a dar luogo ad un vero e proprio meccanismo di sostituzione etnica della popolazione italiana.Nessuna società civile può dirsi tale se ammette la liceità dell’uccisione indiscriminata dell’essere umano innocente.
Consideriamo categorico che vada al più presto abrogata la Legge 194 che autorizza la pratica abortiva in Italia. Nessun “diritto all’autodeterminazione” può essere opposto contro la vita innocente e indifesa di un bambino, nessun errore, nessuna carenza morale o materiale può superare il diritto del concepito di venire alla luce.
Siamo peraltro coscienti che l’attuale grado di generale consapevolezza circa l’atrocità intrinseca di quella pratica e le sue conseguenze sul piano sociale e sulla salute della stessa donna sia notevolmente scarso, rendendo ancora più difficile, al momento attuale, una prospettiva concreta di ribaltamento della normativa in vigore.
A tal fine si renderà necessaria una controffensiva culturale, che parta fin dai 10 primi anni di scuola, con veri e propri corsi di educazione alla vita, così da far apprendere ai bambini le sue realtà più elementari e più vere.
Naturalmente, lo Stato deve fornire alle famiglie in difficoltà e, in particolare, alle donne sole la massima assistenza economica, sociale e sanitaria possibile per condurre a termine la gravidanza. Chiediamo il rafforzamento di tutti i servizi legati all’infanzia e una robusta revisione del sistema fiscale, con introduzione di un forte quoziente familiare.
Rivedere tutto il meccanismo di deduzioni-detrazioni in funzione solo e unicamente del numero di figli, in modo da ridurre il carico fiscale delle famiglie numerose, è una misura di evidente equità e utilità pubblica.
Per il rispetto della natura umana
Riteniamo profondamente disumanizzante l’attuale deriva per la quale si possa ridurre la persona umana a mero ‘materiale umano’, processo che parifica il concepimento della vita umana a quello di produzione di una qualunque merce di consumo e la fine della vita umana assimilabile al processo di smaltimento degli scarti della produzione stessa.
In Italia deve essere confermato e rafforzato il divieto di tutte le pratiche di fecondazione eterologa, e specificamente tutte le pratiche di fecondazione assistita che permettano di selezionare o addirittura manipolare i caratteri genetici del nascituro.
Deve essere inoltre rafforzata la proibizione di tutte le pratiche di sperimentazione su embrioni umani e qualunque tecnica di manipolazione genetica dell’embrione.
L’attuale propensione a considerare la vita umana come mero “prodotto” mette oggi in pericolo anche anziani e malati. L’attuale deriva materialistica della civiltà occidentale porta a considerare come “dignitosa” solamente la vita che può essere produttiva, mentre il resto è considerabile come scarto, un macchinario a cui “staccare la spina”.
È necessario che oggi in Italia sia ribadito il divieto di tutte le pratiche eutanasiche e di suicidio assistito. Per evitare la confusione tra eutanasia e accanimento terapeutico va specificato che:
• l’interruzione della mera alimentazione, idratazione, respirazione non è considerabile come interruzione di una terapia, quanto come interruzione diretta delle funzioni vitali fondamentali e perciò pratica assimilabile all’eutanasia; • che la somministrazione diretta di qualunque sostanza letale è sempre considerabile come pratica eutanasica;
• che l’interruzione dell’alimentazione, idratazione, respirazione non deve mai potersi applicare contro la volontà del paziente o, nel caso in cui il paziente sia minorenne o incosciente, contro la volontà di chi ne è il tutore legale.
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