Giusy Ferreri - We are the champions

Jul 24, 2019 · 6m 4s
Giusy Ferreri - We are the champions
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Vi capita mai di ripensare a quanti eravamo? Quanti eravamo ad aspettare la mezzanotte la vigilia di Natale, lì intorno al tavolo agghindato a festa. Quanti eravamo d’estate. D’estate sotto...

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Vi capita mai di ripensare a quanti eravamo? Quanti eravamo ad aspettare la mezzanotte la vigilia di Natale, lì intorno al tavolo agghindato a festa. Quanti eravamo d’estate. D’estate sotto l’ombrellone, quando dovevano passare più di tre ore dal pranzo, prima di potere fare il bagno. Un’altra storia che l’infanzia ci insegna e ci lascia addosso è quella di un tempo dilatato, che poi d’improvviso mostra il suo restringimento quando ci si inizia a rendere conto che niente, proprio niente di quello che avevamo immaginato per sempre potrà esserlo davvero.

Che, insomma, come fa dire Ferzan Ozpetek a Luca Argentero in Saturno Contro facciamocene una ragione, «per sempre non esiste». Di cosa sto parlando? Da piccoli tutto ci sembra, è, grande e infinito, e tanti ci appaiono i grandi, tra genitori, nonni, zii, fratelli, cugini, amici vari, anche dove le famiglie sono state meno numerose.

Ce lo racconta bene il ricordo dell’ospite di oggi, che è la donna – d’estate – di Amore e capoeira, Roma-Bangkok e Jambo e d’inverno, sul palco di Sanremo, de Il mare immenso, Ti porto a cena con me e Fa talmente male, e che – pensate – è stata la prima cantante lanciata da un talent show italiano, X Factor, era il 2008, ad aver venduto più copie nel mondo, e detiene il record per essere l’artista rimasta più di 47 settimane alla numero 1 della classifica dei singoli (Madonna, per intenderci, lì in cima ha resistito 38 settimane).

Lei è stata piccola negli anni Ottanta, mentre nella cattedrale di Saint Paul a Londra si sposano Carlo e Diana, e in un incidente d’auto a Monaco muore Grace Kelly e a Roma dopo l’attentato in piazza San Pietro a papa Giovanni Paolo II scompare Emanuela Orlandi, e a Bologna esplode la stazione, e a New York quattro colpi di revolver uccidono John Lennon, mentre guardiamo Ritorno al futuro, per le strade nelle cabine telefoniche le chiamate vanno a gettoni, a casa abbiamo i Lego, Monopoli, L’Allegro Chirurgo, Indovina Chi?, e vanno per la maggiore in cortile e a scuola Ruba bandiera, Nascondino, Strega comanda colore, mentre in Sicilia il mafioso Tommaso Buscetta si trasforma da esponente di massimo livello dentro Cosa Nostra a collaboratore di giustizia durante le inchieste coordinate dal magistrato Giovanni Falcone.

Nata proprio a Palermo il 18 aprile 1979, genitori, Alessandro e Teresa, con cui dal sud si trasferisce ad Abbiategrasso, Milano, dove – prima di X Factor e dei tormentoni e del successo- faceva la cassiera al supermercato, gioca con noi a Chiudi gli Occhi, torna bambino, Giusy Ferreri.

«Ma gli occhi non li chiudo realmente perché siamo a Palermo, la città dove sono nata, e dove i ricordi sono più vivi che mai: quando ero bambina e trascorrevo lunghussime estati qui con i miei nonni, ed è tanta gioia di essere qui, oggi. Ci ritrovavamo un po’ tutti i parenti insieme, tutti i cugini e le cugine d’estate intorno alla nonna, e fuori dalla casa c’era sempre un camion parcheggiato, e nonostante fossimo piccoli – avevamo dagli 8 agli 11 anni – facevamo esibizioni su questo camion. Io facevo la presentatrici la cantante, tutto. Ognuno cantava le canzoni che voleva: si passava da Eros Ramazzotti ai Queen alle canzoni napoletane di certi cuginetti. C’era un mix, e ognuno faceva quello che voleva. We are the champions».

Un programma di Lavinia Farnese.
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Author Vanity Fair Italia
Organization Condé Nast (Italy)
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