Gli scavi archeologici dell’antica città romana di Siponto

Oct 11, 2021 · 1h 6m 33s
Gli scavi archeologici dell’antica città romana di Siponto
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Siponto è uno dei maggiori parchi archeologici del nostro mezzogiorno. Fu un’antica città e porto dell’Apulia. Siponto, divenuta poi Manfredonia, fu una delle più attive colonie romane. Il sito archeologico,...

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Siponto è uno dei maggiori parchi archeologici del nostro mezzogiorno.

Fu un’antica città e porto dell’Apulia. Siponto, divenuta poi Manfredonia, fu una delle più attive colonie romane. Il sito archeologico, di cui solo una parte è stata oggetto di scavi, è di grandissimo pregio per le evidenze che presenta, risalenti prevalentemente alla fase romana. L’area del Parco Archeologico è quella più prossima alla basilica medievale in stile romanico pugliese, sorta accanto ai resti di una basilica paleocristiana, tuttavia l’area di interesse archeologico è molto più vasta.

Il nome Siponto sembrerebbe derivare da Sepiunte, Σιπιούς, o Sepius per l’abbondanza di seppie pescate in passato in questa località.

La piana a sud del Gargano era abitata sin da epoca neolitica. La grotta Scaloria – Occhiopinto fu frequentata attorno alla metà del IV millennio a.C. per scopi cultuali e come necropoli. Sono stati rinvenuti contenitori di ceramica dipinta collocati su tronconi di stalagmiti spezzate e con all’interno stalattiti concrezionate per lo stillicidio delle acque ricadenti dalla volta.

L’insediamento di Coppa Nevigata sorge nel VI millennio a.C. su uno dei dossi ai margini di un’antica laguna costiera, odierna località Cupola-Beccarini. Della prima metà del II millennio a.C. si hanno tracce di una capanna a margini curvilinei, che in epoca immediatamente successiva lasciò posto ad un grande muro difensivo, largo metri 5,5, nel quale si aveva un accesso realizzato con blocchi megalitici.

Dal 1500 circa a.C. fino al IV secolo a.C. con l’arrivo degli Iapigi dalle regioni dell’Illiria, nella penisola Balcanica, fiorisce e si sviluppa, nella Puglia settentrionale, tra i fiumi Ofanto e Fortore, la civiltà Daunia.
Nella Piana di Siponto furono ritrovate centinaia di stele daunie, monumenti antropomorfi istoriati in pietra del VII e VI secolo a.C. Secondo la leggenda, Siponto (e altri centri Dauni) fu fondata dall’eroe omerico Diomede che sposò la figlia del re Dauno, Evippe.

Nel 335 a.C. fu conquistata assieme ad altre città italiche da Alessandro I, re dell’Epiro (e zio di Alessandro Magno), chiamato in aiuto dalla città magno-greca Taranto.
Durante le Guerre puniche i Dauni e altri popoli italici si schierano con i Romani, ma passano (a esclusione di Lucera) dalla parte dei Cartaginesi dopo la sconfitta alla battaglia di Canne nel 216 a.C.

Nel 194 a.C. Roma fece aspra vendetta sulle antiche città che le furono infedeli. Tra queste, vi fu Arpi alla quale fu tolta la libertà, furono abbattute le mura, le monete proprie e ogni altro diritto, fu confiscato il territorio (e l’approdo marittimo) di Siponto. Il centro dauno diventò colonia di cittadini romani. A seguito del progressivo impaludamento della laguna e la conseguente insalubrità l’insediamento fu spostato più a nord nell’attuale Santa Maria di Siponto. Otto anni dopo fu però necessario l’invio di un nuovo contingente di coloni, perché la città era già spopolata, a causa della malaria o della scarsa appetibilità di tale territorio causata dalla siccità.

I primi cristiani perseguitati si rifugiano sottoterra per pregare negli Ipogei di Siponto. Nel IV secolo con l’Editto di Milano il cristianesimo diviene la religione permessa dall’impero. Secondo una leggenda, Siponto diventò una delle prime sedi vescovili d’Italia, il suo primo vescovo Giustino di Siponto sarebbe stato nominato direttamente da San Pietro.

Nel V-VI secolo il santo vescovo Lorenzo Maiorano amplia la chiesa a tre navate a forma di croce latina, ornata di pavimento musivo policromo. I resti di entrambi i mosaici pavimentali del V e VI secolo sono esposti sulla parete sinistra della Basilica di Santa Maria Maggiore.

Sotto il suo episcopato inizia il culto di San Michele nell’area dell’odierno Santuario. Avrebbe fermato la distruzione di Siponto assediata dall’ostrogoto Totila.

Nella metà del VI secolo l’area viene invasa dai Longobardi, che si scontrano più volte con i Bizantini per il possesso della Puglia. Siponto divenne sede di un Gastaldo.
Durante il IX secolo Siponto fu occupata per alcuni anni dai Saraceni.
Negli ultimi decenni del X secolo la Puglia torna in mano ai Bizantini. Dal 1042 i Normanni la eressero a sede di una delle loro dodici contee della Contea di Puglia.

Nell’XI secolo Siponto dové conoscere una rapida decadenza, probabilmente a causa dell’interramento del porto, e della presenza della malaria dovuta alle paludi circostanti la cittá.
Siponto era sugli itinerari di pellegrinaggi. Fuori le mura, alla fine dell’XI secolo o inizi del XII viene edificata l’abbazia di San Leonardo. Nel 1117 viene consacrata l’attuale chiesa romanica di Santa Maria.

Nel 1223 la città fu scossa da un violento terremoto. Un altro terremoto (e forse maremoto) la ridusse in rovine nel 1255. Manfredi di Sicilia stabilì allora che la città fosse ricostruita in una più a nord, sulla costa rocciosa. Nacque così Manfredonia. Da ciò il nome di manfredoniano o sipontino per gli abitanti della città.

A raccontarci storia e scavi saranno il professor Giuliano Volpe dell’Università di Bari, il professor Roberto Goffredo e la professoressa Maria Turchiano dell’Università di Foggia che stanno conducendo la campagna di scavi appena terminata.

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Sito del Parco Archeologico di Siponto

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Author RADIO BUNKER
Organization Simone Zagagnoni
Website www.radiobunker.it
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