I Musicanti di Brema - fiaba dei Fratelli Grimm
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ASCOLTA e LEGGI la favola scritta qui sotto. I MUSICANTI DI BREMA - fiaba dei Fratelli Grimm. Età consigliata 6 - 12 anni. voci narranti: Salvo Valentino e Pietro Cucuzza....
show moreI MUSICANTI DI BREMA - fiaba dei Fratelli Grimm. Età consigliata 6 - 12 anni.
voci narranti: Salvo Valentino e Pietro Cucuzza.
voci narranti: Salvo Valentino e Pietro Cucuzza.
montaggio e sound design Giuseppe Romeo #JDS
direzione Graziana Maniscalco
montaggio e sound design Giuseppe Romeo #JDS
Un asino, un cane, un gatto e un gallo, divenuti vecchi e ritenuti inutili dai loro padroni, fuggono nel timore d'essere uccisi. I quattro animali si metteranno in cammino verso la città di Brema. Insieme ritroveranno il coraggio e la forza di incominciare una nuova vita da liberi.
https://www.einaudi.it/catalogo-libri/narrativa-straniera/narrativa-tedesca/fiabe-jacob-grimm-9788858410158/
ASCOLTA e LEGGI con la favola scritta qui.
I musicanti di Brema
Un uomo aveva un asino, che per molti anni aveva assiduamente portato i sacchi di farina al mulino; ma ora le forze lo abbandonavano e di giorno in giorno era meno atto al lavoro.
Allora il padrone pensò di toglierlo di mezzo; ma l’asino s’accorse che non spirava buon vento, scappò e prese la via di Brema: là, pensava, avrebbe potuto far parte della banda municipale.
Dopo aver camminato un po’, trovò un cane da caccia che giaceva sulla strada, ansando come uno sfinito dalla corsa.
- Be’, perché soffi cosi, mastino? - domandò l’asino.
- Ah, - disse il cane, - siccome son vecchio e divento più debole ogni giorno e non posso piu andare a caccia, il mio padrone voleva accopparmi, e allora me la son data a gambe: ma adesso come farò a guadagnarmi il pane?
— Sai? - disse l’asino, - io vado a Brema a fare il musicante, vieni anche tu e fatti assumere nella banda : io suono il liuto e tu batti i timpani.
Il cane acconsentì e andarono avanti. Poco dopo trovarono sulla strada un gatto, rannuvolato come il cattivo tempo.
- Be’, t’è andato qualcosa a traverso, vecchio barbitonsore? - domandò l’asino.
- Si può essere allegri, se ne va di mezzo la pelle? - rispose il gatto. - Siccome invecchio i miei denti si smussano e preferisco starmene a far le fusa accanto alla stufa piuttosto che dar la caccia ai sorci, la mia padrona ha tentato di annegarmi; l’ho scampata, è vero, ma adesso è un bell’imbroglio: dove andare?
— Vieni a Brema con noi: ti intendi di serenate, puoi entrar nella banda municipale.
Il gatto approvò e andò con loro. Poi i tre fuggiaschi passarono davanti a un cortile; sul portone c’era il gallo del pollaio, che strillava a più non posso.
- Strilli da rompere i timpani, - disse l’asino, - che ti piglia? - Ho annunciatoci bel tempo, - disse il gallo, - perché è il giorno in cui la Madonna ha lavato le carnicine a Gesù Bambino e vuol farle asciugare; ma domani, che è festa, ci saranno ospiti, e la padrona di casa, senza misericordia, ha detto alla cuoca che vuol mangiarmi lesso; e così stasera devo lasciarmi tagliare il collo. E io grido a squarciagola, finché posso.
- Macché, Cresta-rossa, - disse rasino, - vieni piuttosto con noi, andiamo a Brema; qualcosa meglio della morte lo trovi dappertutto; tu hai una bella voce e, se faremo della musica insieme, andrà benone —.il gallo accettò la proposta e se ne andarono tutti e quattro.
Ma non potevano arrivare a Brema in un giorno e la sera giunsero in un bosco, dove stabilirono di pernottare.
L’asino e il cane si sdraiarono sotto un albero alto, il gatto e il gallo salirono sui rami, ma il gallo volò fino in cima, dov’era più al sicuro.
Prima di addormentarsi, egli guardò ancora una volta in tutte le direzioni; gli parve di vedere in lontananza una piccola scintilla e gridò ai compagni che non troppo distante doveva esserci una casa, perché splendeva un lume.
Disse l’asino: — Allora mettiamoci in cammino e andiamo, perché qui l’alloggio è cattivo -.
Il cane pensava che un paio d’ossa con un po’ di carne gli avrebbero magari fatto bene. Perciò s’avviarono verso quel lume e ben presto lo videro brillare più chiaro e sempre più grande, finché arrivarono a una casa ben illuminata dove abitavano i briganti.
L’asino, che era il più alto, si avvicinò alla finestra e guardò dentro.
- Cosa vedi, Rabicano? - domandò il gallo.
- Cosa vedo? - rispose l’asino: - una tavola apparecchiata con ogni ben di Dio e attorno i briganti che se la spassano. - Farebbe proprio al caso nostro, - disse il gallo.
- Si, si, ah, se fossimo là dentro! — disse l’asino.
Allora gli animali tennero consiglio sul modo di cacciar fuori i briganti, e alla fine lo trovarono.
L’asino dovette appoggiarsi alla finestra con le zampe davanti, il cane saltare sul dorso dell’asino, il gatto arrampicarsi sul cane; e infine il gallo si alzò a volo e si posò sulla testa del gatto.
Poi a un dato segnale cominciarono tutti insieme il loro concerto: l’asino ragliava, il cane abbaiava, il gatto miagolava e il gallo cantava; poi dalla finestra piombarono nella stanza facendo tintinnare i vetri.
A quell’orrendo schiamazzo i briganti saltarono su, credendo che entrasse uno spettro, e fuggirono atterriti nel bosco. I quattro compagni sedettero a tavola, si accontentarono di quel che era rimasto e mangiarono come se dovessero patir la fame per un mese.
Quando ebbero finito, i quattro musicanti spensero la luce e si cercarono un posto da dormire a loro agio, ognuno secondo la propria natura: l’asino si sdraiò sul letamaio, il cane dietro la porta, il gatto sulla cenere calda del camino e il gallo si posò sulla trave maestra; e stanchi com’erano per la lunga strada, s’addormentarono subito.
Passata la mezzanotte, i briganti videro da lontano che in casa non ardeva più nessun lume e che tutto pareva tranquillo; il loro capo disse: - Non avremmo dovuto lasciarci spaventare, -e mandò uno a esplorare la casa.
L’inviato trovò tutto tranquillo, andò ad accendere un lume in cucina e, scambiando gli occhi ardenti del gatto per carboni accesi, ci accostò un fiammifero, perché prendesse fuoco.
Ma il gatto se l’ebbe a male e gli saltò in faccia, sputando e graffiando.
Atterrito, egli tentò di fuggire dalla porta di dietro, ma là era sdraiato il cane, che saltò su e gli morse la gamba: e quando quegli attraversò di corsa il cortile, mentre passava davanti al letamaio, l’asino gli diede un bel calcio con la zampa di dietro; ma il gallo, che si era svegliato al baccano, strillò tutto arzillo dalla sua trave: - Chicchirichì! —
Allora il brigante tornò dal capo, correndo a piu non posso, e disse:
- Ah, in casa c’è un’orribile strega, che mi ha soffiato addosso e mi ha graffiato la faccia con le sue lunghe dita; e sulla porta c’è un uomo con un coltello, che mi ha ferito alla gamba; e nel cortile c’è un mostro nero, che mi s’è scagliato contro con una mazza di legno; e in cima al tetto il giudice gridava:
« Portatemi quel birbone! » Allora me la diedi a gambe -.
Da quel giorno i briganti non si arrischiarono più a tornar nella casa, ma i quattro musicanti di Brema ci stavano così bene, che non vollero più uscirne. E a chi per ultimo l’ha raccontata - ancor la bocca non s’è sfreddata.
#VOCIFERO - Podcast di Narrazioni Sonore Digitali di letterature - è prodotto da
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Author | Graziana Maniscalco - CTS |
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