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Il polo culturale del Museo delle Storie di Bergamo, fra tradizione, territorio e memoria

Il polo culturale del Museo delle Storie di Bergamo, fra tradizione, territorio e memoria
Jan 15, 2024 · 41m 25s

Nella puntata di oggi siamo tornati nella bellissima Bergamo, la città dei Mille, delle Mura Veneziane, di Donizetti e del Colleoni. Abbiamo incontrato la dottoressa Roberta Frigeni, Direttore scientifico del...

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Nella puntata di oggi siamo tornati nella bellissima Bergamo, la città dei Mille, delle Mura Veneziane, di Donizetti e del Colleoni.
Abbiamo incontrato la dottoressa Roberta Frigeni, Direttore scientifico del Museo delle Storie di Bergamo con la quale abbiamo parlato di questa rete museale, della città ma anche di cosa è stato l’anno appena passato in cui Bergamo e Brescia sono state capitali della Cultura 2023.

La dottoressa Frigeni ci ha anche parlato e raccontato della nuova mostra sulle mura veneziane di Bergamo, capolavoro assoluto dell’architettura rinascimentale e di cui parleremo in una prossima puntata.

Nel sito del Polo Museale leggiamo:“Benvenuti al Museo delle storie di Bergamo, la rete dei musei storici della Città!
Sei luoghi, con altrettante storie da raccontare, per rivivere epoche diverse.
In Città Alta troverai il Convento di San Francesco con il Museo della fotografia Sestini e Bergamo 900, la Torre Civica detta il Campanone, il Palazzo del Podestà, che ospita il Museo del 500, la Rocca, sede del Museo dell’800 e il Museo Donizettiano. In città bassa, la Torre dei caduti con un percorso sulla nascita della Bergamo moderna.“

L’abitato di Bergamo è suddiviso in due parti distinte, la «Città Bassa» e la «Città Alta»; quest’ultima è posta in altitudine più elevata e ospita la maggioranza dei monumenti più significativi, mentre la Città Bassa – benché sia anch’essa di antica origine e conservi i suoi nuclei storici – è stata resa in parte più moderna da alcuni interventi di urbanizzazione. Le due porzioni dell’abitato sono separate dalle mura venete, annoverate dal 2017 fra i patrimoni dell’umanità tutelati dall’UNESCO.

Bergamo è soprannominata «la città dei Mille» per via del cospicuo numero di volontari bergamaschi – circa 180 – che presero parte alla spedizione dei Mille guidata da Giuseppe Garibaldi, un episodio cruciale del Risorgimento.

Bergamo si trova in territorio pedemontano, laddove l’alta pianura lascia spazio agli ultimi colli delle Alpi e Prealpi Bergamasche, a metà strada tra i fiumi Brembo e Serio. Il nucleo antico della città è stato fondato proprio sui colli.

La prima occupazione è quella dei Liguri e dei Celti (Galli), più precisamente gli Orobi, seguita da quella dei Cenomani e Senoni. In latino è la città conosciuta come Bergomum. La Gallia Transpadana viene quindi annessa alla Repubblica romana in espansione, e dal 49 a.C. anche Bergomum diviene un municipio romano. I romani riedificano il centro secondo gli assi cardo-decumano.

A seguito della caduta dell’Impero romano, Bergomum è ripetutamente saccheggiata, fino all’arrivo dei Longobardi nel 569, che vi insediano un ducato. Spodestati nel 774 dai Franchi con l’incorporazione del Regno longobardo nell’Impero carolingio, la città viene retta da una serie di vescovi-conti. In questo periodo a Bergamo fiorirono le seguenti potenti famiglie longobarde: Suardi, Colleoni, Crotti, Rivola, Mozzi, Martinengo. Nel 904 re Arnolfo conferì al vescovo Adalberto piena giurisdizione politica e civile sulla città, e furono anni di migliorie e rifacimenti, ma nel 1098 la giurisdizione vescovile, dopo una lotta sulle investiture, venne deposta. Dal 1098 Bergamo è Libero comune, e dopo un paio di guerre contro Brescia si unisce alla Lega Lombarda contro l’imperatore Federico Barbarossa del Sacro Romano Impero dei Tedeschi. A partire dal XIII secolo, nell’ambito delle lotte tra guelfi e ghibellini, Bergamo cade sotto l’influenza dei Visconti di Milano, che fortificano la Cittadella.

Dal 1428 Bergamo entra a far parte dei domini della Repubblica di Venezia. I veneziani ricostruiscono la città vecchia, erigendo possenti mura difensive. Il dominio veneto continua fino all’epoca napoleonica quando, dopo la breve esperienza della Repubblica Bergamasca, della Repubblica Cisalpina e del Regno d’Italia, con la Restaurazione Bergamo cade nella sfera austriaca sotto il Regno Lombardo-Veneto. Gli austriaci sono i fautori della prima industrializzazione del territorio bergamasco, con l’impianto di manifatture tessili. Bergamo prende parte al Risorgimento fornendo buona parte dei Mille. Giuseppe Garibaldi stesso entra in città, con i suoi Cacciatori delle Alpi, l’8 giugno 1859. Dal 1860 Bergamo è parte del Regno, e poi della Repubblica Italiana.La città fu risparmiata da devastazioni durante la seconda guerra mondiale; ebbe la fortuna di non subire alcun bombardamento (se non nella vicina zona industriale di Dalmine).Nel 1958 il cardinale Angelo Giuseppe Roncalli, nato a Sotto il Monte, fu eletto al soglio pontificio assumendo il nome di papa Giovanni XXIII.Dal 9 luglio 2017 le mura venete di Bergamo sono entrate a far parte dell’UNESCO, come patrimonio dell’umanità, nel sito seriale transnazionale “Opere di difesa veneziane tra XVI e XVII secolo: Stato da Terra-Stato da Mar occidentale”. Ad ottobre dello stesso anno si tiene a Bergamo il 43° vertice del G7 sull’agricoltura nell’ambito del più ampio meeting internazionale organizzato a Taormina. La “Carta di Bergamo”, un impegno internazionale firmato durante il vertice, mira a ridurre la fame nel mondo entro il 2030, rafforzare la cooperazione per lo sviluppo agricolo in Africa e garantire la trasparenza dei prezzi.Nel 2020, durante la prima fase della pandemia di COVID-19, la città di Bergamo e la sua provincia attirano tristemente l’attenzione della cronaca mondiale in quanto uno dei territori italiani ed europei epicentro dal contagio. Le immagini della lunga fila di camion dell’Esercito che trasportano i feretri delle vittime del COVID-19 fuori dalla città ebbero visibilità mondiale.
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Author RADIO BUNKER
Website www.radiobunker.it
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