L'errore di depositare i figli all'asilo nido
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show moreL'ERRORE DI DEPOSITARE I FIGLI ALL'ASILO NIDO di Cristina Siccardi
Come è possibile consegnare il proprio neonato, se non è orfano, ad un asilo nido? Come non è concepibile abortire, non è neppure concepibile lasciare la propria creaturina distante dalla propria mamma. È una crudeltà, anche questa, indicibile, perpetrata ai danni della carne della propria carne.
In questi giorni, caso davvero straordinario in un'epoca in cui la ragione sembra perlopiù non avere diritto di cittadinanza, è emersa una domanda politico-culturale dalla senatrice di Fratelli d'Italia Tiziana Drago durante una riunione in Commissione Infanzia: «Nutro dei seri dubbi sulle scelte politiche che si stanno operando in merito agli stanziamenti di fondo per gli asili nido. Ma qual è il messaggio che mandiamo al Paese? La nostra prospettiva qual è? Quella di mettere al mondo dei bambini e dargli come unica destinazione un asilo nido?». Le "scandalose" domande fanno il giro dei palazzi del potere... e la voce della Drago resta (per il momento) isolata, da derubricare immediatamente: la sua esternazione è stata considerata una ridicola boutade, anche dalla stessa FdI, che da tempo auspica «asili nido per tutti, gratuito e aperto fino all'orario di chiusura dei negozi, una proposta accompagnata dal potenziamento dell'offerta pubblico-privata degli asili nido».
Nella legge di natura non è così, i cuccioli stanno con le loro madri fintanto che sono idonei all'autonomia. Come è possibile che fra gli umani, i loro piccolini siano abbandonati a mani estranee e mercenarie (la mansione è svolta a pagamento) per tutto l'arco della giornata, fino all'orario di chiusura dei negozi (19:30 - 20:00)?
«Ogni bambino deve poter godere degli stessi diritti, senza eccezione alcuna», ha dichiarato il 20 novembre u.s. il presidente della Repubblica Sergio Mattarella in occasione della Giornata Mondiale dell'Infanzia, rifacendosi allo sfruttamento minorile. Ma fra i diritti essenziali c'è il diritto alla vita e di avere famiglie degne di questo nome.
La scorsa settimana ci eravamo ripromessi di richiamare all'attenzione coloro che nella Chiesa sono eletti a proteggere i bambini e, dunque, in tempi così vessatori e disumani nei confronti degli innocenti, a cui viene tolta la vita, la famiglia normale (padre e madre), la casa "tana" (non una dimora di concubini, con amanti dei rispettivi genitori, oppure di compagni e compagne omosessuali o lesbiche), l'educazione secondo criteri di una corretta ed armonica pedagogia e la stessa innocenza (travolta dagli usi e costumi di una società eticamente corrotta nei principi e nei valori), non può che essere sempre più urgente ricorrere all'aiuto del Cielo.
I SANTI INNOCENTI MARTIRI DI IERI E DI OGGI
Il patrocinio per eccellenza è quello della Beata Vergine Maria, la Mamma più credibile e autorevole, in grado di ottenere grazie e miracoli prodigiosi per i bambini, che sono stati i prescelti delle sue apparizioni nell'età moderna.
Vengono poi gli Angeli custodi, i quali, come insegnava un tempo la Chiesa, sono messi fin dal principio della loro esistenza, quindi fin dal loro concepimento, a fianco dei loro assistiti.
I Santi innocenti sono, invece, quei bambini martiri che sono stati uccisi nel momento in cui il Figlio di Dio s'incarnò: «Quando Erode si accorse che i Magi si erano presi gioco di lui, si infuriò e mandò a uccidere tutti i bambini che stavano a Betlemme e in tutto il suo territorio e che avevano da due anni in giù, secondo il tempo che aveva appreso con esattezza dai Magi. Allora si compì ciò che era stato detto per mezzo del profeta Geremìa: "Un grido è stato udito in Rama, un pianto e un lamento grande: Rachele piange i suoi figli e non vuole essere consolata, perché non sono più"» (Mt 2, 15-18).
Afferma don Marino Neri: «Ieri come oggi Erode continua, attraverso molti suoi satelliti, a uccidere tanti innocenti, se non fisicamente, quanto meno moralmente. [...] Per imitare dunque i santi Innocenti, che per primi, a loro volta, hanno imitato Cristo, preannunciandone la Morte, noi, che così innocenti non siamo, necessitiamo di rinnovata infusione di Grazia che rinnovi, "ri-crei" le nostre anime nell'unione costante al Signore Gesù: siano i Sacramenti le medicine contro le nostre malattie spirituali; sia la preghiera il farmaco contro la fiacchezza interiore; sia quindi la carità ardente l'arma con cui combattere lo spirito del mondo e rendere così testimonianza a Cristo, Re dei re».
Il mondo degli adulti s'impossessa della genuinità e incolpevolezza dei piccoli e se ne fa beffe con tutto il materiale dell'informazione, dello spettacolo, della pubblicità, delle tecnologie... che produce giorno e notte. I Santi innocenti possono, se pregati, difendere figli e nipoti dalla barbarica orda che si serve dell'aborto, della pedofilia, della corruzione morale e psicologica per annientare corpicini e anime innocenti.
C'è poi la schiera dei Santi che, già in vita hanno soccorso i piccoli con miracoli ottenuti da Dio grazie alla loro intercessione. Esisteva la tradizione, per esempio, di fare benedire i piccoli facendo loro indossare gli abitini di sant'Antonio da Padova (piccolo saio francescano) e quello della Madonna del Carmelo per le bambine, in particolare quando avevano beneficiato di grazie.
I SANTI HANNO PROTETTO I BAMBINI
San Gerardo Maiella, come san Domenico Savio sono protettori delle gestanti e dei bambini in quanto hanno compiuto diversi miracoli a beneficio delle partorienti e dei loro nascituri, mentre la beata Laura Vicuña è la protettrice delle vittime di incesti e abusi sessuali. Ella riuscì a gestire i propositi violenti del compagno della madre che voleva abusare di lei. Laura prese i voti di povertà, castità e obbedienza in forma privata, in quanto non era stata ammessa ufficialmente come postulante delle Figlie di Maria Ausiliatrice a causa della condotta della madre, considerata dalla Chiesa cattolica in condizione di «peccato mortale», poi convertita dal sacrificio della vita della figlia per le sue colpe.
Il vescovo san Nicola di Bari, vescovo di Myra del IV secolo, che ha dato origine alla figura di Babbo Natale, resuscitò, come racconta la tradizione, tre bambini che un macellaio malvagio aveva ucciso e messo sotto sale per venderne la carne, carne che oggi viene mercificata dai pedofili, in maniera reale o virtuale.
San Giacomo della Marca è noto per una risurrezione: a Brescia si era affezionato ad un bimbo chiamato Corrado e a cui aveva insegnato le preghiere. Corrado a sua volta le insegnò ad un suo amico, ma il genitore di quest'ultimo, non credente, in un raptus di violenza colpì Corrado e lo uccise. Per paura, nascose il corpo murandolo dentro il camino di casa. Il padre di Corrado dopo tre giorni si raccomandò al santo per trovare suo figlio. Il frate minore osservante si recò allora a casa dell'assassino seguito da due frati: subito indicò il punto preciso per abbattere il muro e la meraviglia fu immensa quando ne uscì Corrado vivo.
Santa Gianna Beretta Molla, che ha sacrificato la sua vita per dare alla luce la figlia, è invocata per i parti difficili e per scongiurare aborti propri o altrui; mentre il beato Carlo Acutis, considerato il patrono di Internet (visto l'utilizzo che ne fece per l'apostolato attraverso le sue mostre dedicate ai Miracoli eucaristici, alle Apparizioni mariane, all'Inferno/Purgatorio/Paradiso, agli Angeli e demoni) è stato innalzato all'onore degli altari, oltre che per l'eroicità delle sue virtù, anche per un miracolo risalente al 12 ottobre 2010, ossia la guarigione scientificamente inspiegabile di un bambino brasiliano di sei anni, Matheus, affetto da una grave malformazione al pancreas. Il piccolo, su invito del nonno, toccò una reliquia del beato Carlo nella chiesa brasiliana di San Sebastiano, di cui era parroco padre Marcelo Tenorio, infatti era in corso la benedizione con un pezzo del suo pigiama macchiato di sangue con cui dormì poco prima di morire di leucemia fulminante. Nel febbraio 2011 risultò che la malattia di Matheus era sparita e il pancreas aveva dimensioni e parametri assolutamente normali.
Come non ricorrere anche a san Giovanni Bosco, lui che è Padre e Maestro dei giovani?
Il 31 gennaio 1988 Giovanni Paolo II lo dichiarò tale e il 24 gennaio 1989 scrisse una lettera a don Egidio Viganò, l'allora rettore maggiore dei Salesiani, dove si legge: «I problemi della gioventù di oggi confermano [...] la perdurante attualità dei principi del metodo pedagogico [preventivo, ndr], ideato da san Giovanni Bosco e incentrato sull'importanza di prevenire nei giovani il sorgere di esperienze negative, di educare in positivo con valide proposte ed esempi, di far leva sulla libertà interiore di cui sono dotati, di stabilire con essi rapporti di autentica familiarità, di stimolarne le native capacità, basandosi su: la ragione, la religione, l'amorevolezza» e in quell'occasione lo dichiarò «padre e maestro dei giovani».
Da allora sono trascorsi 32 anni e la situazione per i bambini e gli adolescenti si è aggravata terribilmente. Se la Chiesa prestasse maggiore attenzione al loro grido solitario e disperato, riscoprirebbe la gioia di tornare ad essere vera educatrice, secondo i principi della sua lunghissima tradizione pedagogica, ricca di un patrimonio di eccellenza che non può competere con nessun altro.
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