La città di Alatri e la sua millenaria storia | Paolo regina ed il suo ultimo libro
Jun 22, 2022 ·
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Nella puntata di oggi andremo a conoscere, in compagnia del suo sindaco, la città di Alatri. Si tratta di un comune italiano di 27 432 abitanti della provincia di Frosinone...
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Nella puntata di oggi andremo a conoscere, in compagnia del suo sindaco, la città di Alatri.
Si tratta di un comune italiano di 27 432 abitanti della provincia di Frosinone nel Lazio, terzo per popolazione dopo Frosinone e Cassino. Conosciuta in epoca antica con il nome latino di Aletrium fu in origine uno dei principali centri del popolo osco-umbro degli Ernici. Gli abitanti sono noti come alatresi, alatrensi o alatrini.
Nota soprattutto per l’acropoli preromana cinta da mura megalitiche, ben conservata, della quale risalta per imponenza la Porta Maggiore, seguita dalla Porta Minore o dei Falli, possiede inoltre un significativo patrimonio di monumenti di notevole interesse architettonico e artistico, quali la chiesa collegiata romanico-gotica di Santa Maria Maggiore, la basilica concattedrale di San Paolo, le chiese di San Francesco e San Silvestro, il protocenobio di San Sebastiano, le ottocentesche fontane monumentali, il palazzo Gottifredo e il palazzo Conti-Gentili ornato da una grande meridiana murale.
Le origini protostoriche di Alatri si legano inscindibilmente alla popolazione degli Ernici, un raggruppamento italico del ceppo più antico, a cui si attribuisce, intorno al VII secolo a.C., la costruzione dell’Acropoli e delle possenti mura megalitiche che cingono l’abitato.
Attualmente il centro storico, raccolto entro il perimetro irregolare delle mura, ricalca nei suoi tratti essenziali il primitivo insediamento della città preromana, su cui s’innesta in modo prevalente l’articolazione urbanistica dell’impianto medievale.
L’intero tessuto urbano è caratterizzato da una fitta trama di vie strette e tortuose, talora impostate in forte pendenza, che si diramano, tra antiche costruzioni e caseggiati più moderni, tutt’intorno alla rocca dell’Acropoli. Quest’ultima costituisce l’epicentro visivo della città, una sorta di autonomo nucleo sopraelevato (Civitas nova) attorno al quale l’abitato sottostante (Civitas vetere) si sdoppia in due grandi aree contrapposte: la zona settentrionale, contraddistinta da uno sviluppo planimetrico piuttosto regolare, e quella meridionale delle Piagge, aggrappata sull’opposto versante con un sistema di terrazzamenti digradanti che risolve e in parte dissimula il naturale dislivello del colle.
Tale disposizione, oltre a scomporre lo scenario urbano in un curioso contrasto topografico, ha contribuito nel corso dei secoli a modellare nella prima zona uno spazio monumentale, destinato ad accogliere gran parte delle funzioni civiche, commerciali e culturali, ed a consolidare nella seconda un ambiente più compatto, appena sufficiente al passaggio pedonale e con prerogative quasi esclusivamente residenziali.
Dal punto di vista toponomastico infine il centro cittadino, ad eccezione dell’Acropoli, risulta ulteriormente suddiviso in nove rioni (Scurano, Valle, Colle, Fiorenza, Vineri, Spidini, S.Lucia, S.Andrea, S.Simeone) contrassegnati ancora oggi da un proprio emblema araldico e da una loro fisionomia individuale, conformemente all’antica ripartizione amministrativa delle carcìe medievali.
Andremo poi ad incontrare l’amico scrittore Paolo Regina che ci racconta del suo ultimo libro “Promemoria per il diavolo” edito per i tipi della SEM.
In una Ferrara stretta nella morsa di un inverno particolarmente rigido, quattro noti esponenti della ricca borghesia locale vengono trucidati, l’uno dopo l’altro, con modalità efferate.
Accanto a ciascun cadavere l’assassino lascia una sorta di “firma”, oggetti apparentemente ordinari, ma dal misterioso valore simbolico: alcune vecchie monete in lire, uno specchio rotto, sterco d’asina e il cuore di un coniglio. Un sottile filo rosso-sangue difficile da decifrare.
Dell’indagine viene incaricata una vice questora dal nome straniero, Uta Keller, fredda come quell’inverno e altrettanto pungente.
Anche Gaetano De Nittis, brillante capitano della Guardia di Finanza, solitario, anarcoide e amante del blues, è coinvolto nell’inchiesta, di supporto alla poliziotta. E sarà proprio grazie all’umanità e all’intuito del finanziere che si arriverà all’inaspettata soluzione…
Un noir appassionante, un lungo e tortuoso viaggio nella mente di un serial killer e nei segreti di una città di provincia apparentemente placida e innocua, che darà al lettore l’occasione per scoprire come, a volte, ciò che sembra follia è solo la somma di infinite ingiustizie.
Nella sua ultima indagine il capitano De Nittis va ancora più a fondo nell’animo dei “diversi”, rivelando una rara capacità di ascolto e di comprensione anche della parte oscura dell’uomo, senza mai abdicare alla necessità di giustizia e di verità.
INFO
Sito web del Comune di Alatri
Sito web di Alatri Turistica
Fondazione Città Identitarie
Pagina web dell’ultimo libro di Paolo Regina
CREDITI
Foto di copertina: Alatriturismo.it
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Si tratta di un comune italiano di 27 432 abitanti della provincia di Frosinone nel Lazio, terzo per popolazione dopo Frosinone e Cassino. Conosciuta in epoca antica con il nome latino di Aletrium fu in origine uno dei principali centri del popolo osco-umbro degli Ernici. Gli abitanti sono noti come alatresi, alatrensi o alatrini.
Nota soprattutto per l’acropoli preromana cinta da mura megalitiche, ben conservata, della quale risalta per imponenza la Porta Maggiore, seguita dalla Porta Minore o dei Falli, possiede inoltre un significativo patrimonio di monumenti di notevole interesse architettonico e artistico, quali la chiesa collegiata romanico-gotica di Santa Maria Maggiore, la basilica concattedrale di San Paolo, le chiese di San Francesco e San Silvestro, il protocenobio di San Sebastiano, le ottocentesche fontane monumentali, il palazzo Gottifredo e il palazzo Conti-Gentili ornato da una grande meridiana murale.
Le origini protostoriche di Alatri si legano inscindibilmente alla popolazione degli Ernici, un raggruppamento italico del ceppo più antico, a cui si attribuisce, intorno al VII secolo a.C., la costruzione dell’Acropoli e delle possenti mura megalitiche che cingono l’abitato.
Attualmente il centro storico, raccolto entro il perimetro irregolare delle mura, ricalca nei suoi tratti essenziali il primitivo insediamento della città preromana, su cui s’innesta in modo prevalente l’articolazione urbanistica dell’impianto medievale.
L’intero tessuto urbano è caratterizzato da una fitta trama di vie strette e tortuose, talora impostate in forte pendenza, che si diramano, tra antiche costruzioni e caseggiati più moderni, tutt’intorno alla rocca dell’Acropoli. Quest’ultima costituisce l’epicentro visivo della città, una sorta di autonomo nucleo sopraelevato (Civitas nova) attorno al quale l’abitato sottostante (Civitas vetere) si sdoppia in due grandi aree contrapposte: la zona settentrionale, contraddistinta da uno sviluppo planimetrico piuttosto regolare, e quella meridionale delle Piagge, aggrappata sull’opposto versante con un sistema di terrazzamenti digradanti che risolve e in parte dissimula il naturale dislivello del colle.
Tale disposizione, oltre a scomporre lo scenario urbano in un curioso contrasto topografico, ha contribuito nel corso dei secoli a modellare nella prima zona uno spazio monumentale, destinato ad accogliere gran parte delle funzioni civiche, commerciali e culturali, ed a consolidare nella seconda un ambiente più compatto, appena sufficiente al passaggio pedonale e con prerogative quasi esclusivamente residenziali.
Dal punto di vista toponomastico infine il centro cittadino, ad eccezione dell’Acropoli, risulta ulteriormente suddiviso in nove rioni (Scurano, Valle, Colle, Fiorenza, Vineri, Spidini, S.Lucia, S.Andrea, S.Simeone) contrassegnati ancora oggi da un proprio emblema araldico e da una loro fisionomia individuale, conformemente all’antica ripartizione amministrativa delle carcìe medievali.
Andremo poi ad incontrare l’amico scrittore Paolo Regina che ci racconta del suo ultimo libro “Promemoria per il diavolo” edito per i tipi della SEM.
In una Ferrara stretta nella morsa di un inverno particolarmente rigido, quattro noti esponenti della ricca borghesia locale vengono trucidati, l’uno dopo l’altro, con modalità efferate.
Accanto a ciascun cadavere l’assassino lascia una sorta di “firma”, oggetti apparentemente ordinari, ma dal misterioso valore simbolico: alcune vecchie monete in lire, uno specchio rotto, sterco d’asina e il cuore di un coniglio. Un sottile filo rosso-sangue difficile da decifrare.
Dell’indagine viene incaricata una vice questora dal nome straniero, Uta Keller, fredda come quell’inverno e altrettanto pungente.
Anche Gaetano De Nittis, brillante capitano della Guardia di Finanza, solitario, anarcoide e amante del blues, è coinvolto nell’inchiesta, di supporto alla poliziotta. E sarà proprio grazie all’umanità e all’intuito del finanziere che si arriverà all’inaspettata soluzione…
Un noir appassionante, un lungo e tortuoso viaggio nella mente di un serial killer e nei segreti di una città di provincia apparentemente placida e innocua, che darà al lettore l’occasione per scoprire come, a volte, ciò che sembra follia è solo la somma di infinite ingiustizie.
Nella sua ultima indagine il capitano De Nittis va ancora più a fondo nell’animo dei “diversi”, rivelando una rara capacità di ascolto e di comprensione anche della parte oscura dell’uomo, senza mai abdicare alla necessità di giustizia e di verità.
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Sito web del Comune di Alatri
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Foto di copertina: Alatriturismo.it
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Author | RADIO BUNKER |
Organization | Simone Zagagnoni |
Website | www.radiobunker.it |
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