La relazione tra autostima e performance
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“Il concetto di sé” è la moltitudine di elementi che si utilizzano per descrivere se stessi. “L’autostima” è il giudizio sul nostro valore, dato da noi stessi, intimamente. È quindi...
show more“L’autostima” è il giudizio sul nostro valore, dato da noi stessi, intimamente. È quindi una valutazione che non diamo agli altri ma che ognuno di noi pensa di sé.
Uno dei più assidui studiosi della materia è sicuramente William James, noto psicologo e filosofo statunitense morto nel 1910, che ha definito l’autostima come valore derivante dal rapporto tra il sé percepito (successo) e il sé ideale (aspettative); il rapporto tra questi due fattori si piò sintetizzare nel rapporto tra fattori interni, cosa si crede di sé, ed esterni, cosa si vorrebbe di sé.
Il risultato del rapporto genera un gap, positivo o negativo, che condiziona l’autostima e quindi le azioni che ne derivano.
Quanto più basso e il percepito di sé ed elevato il sé ideale tanto più è basso il livello di autostima; specularmente quanto più elevato è il percepito in confronto all’ideale tanto più alto sarà il livello di autostima.
Avere una buona autostima ci rende, generalmente, più felici, sicuri, più appetibili agli occhi degli altri e più propositivi nell’affrontare le sfide e le opportunità della vita.
Diversamente una bassa autostima ci rende meno sicuri, meno felici e meno resistenti alle sfide della vita.
L’autostima è collegata in maniera circolare a processi sia esterni che interni, se è in grado di condizionare, positivamente e negativamente, sulle nostre performance e pur vero che le nostre performance incidono sull’autostima.
In poche parole, l’autostima può essere sia causa che effetto di una buona o cattiva performance.
Volendo definire dei profili tipo, ovviamente non considerandole assolutistiche e del tutto generaliste, possiamo affermare che:
•le persone con autostima globalmente alta tendono ad essere ottimiste, resilienti e riescono a gestire gli eventi negativi con serenità.
•Le persone con bassa autostima tendono ad essere pessimiste, poco reattive e non sempre riescono a gestire le loro potenzialità di fronte a eventi negativi.
Come già anticipato queste due categorie non vanno viste in senso assoluto, nella propria vita si avranno alti e bassi, come si riuscirà alcune volte a gestire bene le difficoltà altre volte meno, però è anche vero che persone con alta, o bassa, autostima affrontano diversamente le situazioni.
Sulle prestazioni possiamo dire che persone con alta autostima tendono a lavorare molto sodo, con serenità e senza timore delle proprie aree di debolezza, anzi si impegnano al massimo per colmare le lacune.
Dall’altra parte, le persone con bassa autostima tenderanno ad essere sopraffatte dall’ansia e a rinunciare, e non perseguire, le sfide che nei primi tentativi risultano in efficaci.
Per poter migliorare l’autostima possiamo:
1.Evidenziare e sottolineare tutte le volte che ci diamo un obiettivo, o ci danno un obiettivo, quanto è importante e, rispetto a quanto possiamo raggiungerlo, quanto è sfidante.
2.Non attribuirsi tutte le responsabilità di un insuccesso, bisogna analizzare, e scindere, le causa di un insuccesso tra quelle prodotte da noi e quelle di cui non siamo responsabili, non con l’intento di voler sminuire, ma con l’obiettivo di valutare lucidamente ciò su cui possiamo intervenire.
3.Non valutarsi in maniera troppo rigida, ma con obiettività senza drammatizzare ma con spirito di miglioramento.
4.Individuare il peso di ogni insuccesso, ridimensionandolo, non per far finta che non pesi per sé e per gli altri, ma identificando le cause per portare soluzioni, senza considerare il successo e l’insuccesso in forma assoluta.
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Author | Valerio Maria Murgolo |
Organization | Valerio Maria Murgolo |
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