Le mie gare: Firenze Marathon 2019
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Questa è la puntata della vergogna, ma anche dell’onore. Della sofferenza, ma anche della soddisfazione. Una puntata nella quale metto a nudo una mia esperienza anche imbarazzante, dove spero che...
show moreChi mi ha scoperto ascoltando una puntata di Runlovers di circa un mesetto fa, sa di cosa sto parlando. Per gli altri, anticipo solo che il modo di dire inglese “shit happens” non potrebbe essere più azzeccato.
Questo podcast è per me un diario. E nei diari c’è sempre qualche episodio che merita attenzione. Questa è una pagina se vogliamo agrodolce, ma comunque importante.
Vi dicevo di Runlovers, perché in una bella puntata del loro podcast, Fuorisoglia, Sandro e Martino hanno letto una mia mail in cui anticipavo il momento clou di questa mia esperienza. Si è trattato di fatto di uno spoiler di ciò che oggi avrei raccontato, entrando più nel dettaglio.
Se volete recuperare anche quella puntata, ve la linko: https://www.runlovers.it/2020/i-vostri-fuori-soglia/. Oltre alla mia, ci sono tante altre esperienze, che oltretutto sono decisamente più serie e formative rispetto al mio contributo, che è servito più che altro per far fare delle risate agli astanti.
Premetto che non avevo mai fatto una maratona e fino a quel momento avevo corso spesso, anche e soprattutto in allenamento, delle mezze o delle uscite da 25km o giù di lì. Ma la maratona per me restava un miraggio, seppur ce l’avessi in testa da qualche mese.
Ho deciso di battezzare Firenze come luogo per la mia prima maratona, perché avevo il vantaggio dell’appoggio strategico della mia ragazza, che aveva casa lì, a pochi minuti da Piazza del Duomo. In modo da non dover sobbarcarmi fatiche e spese di viaggio per questa occasione.
Mi sono detto “Se non lo faccio adesso, che ho pure la partenza a pochi metri da casa, non lo faccio più!” E così ho superato la mia sindrome dell’impostore e mi sono iscritto!
Ho affrontato una lunga preparazione alla Maratona di Firenze, allenandomi senza gare per 3 mesi. Durante questa preparazione ho superato in più di un'occasione i 30km, senza neanche soffrire più di tanto: 32, 34, 35km. E dire che per me, runner da non troppo tempo, era un territorio abbastanza inesplorato.
Insomma, la preparazione è stata ottima. E affrontavo la distanza regina della maratona per la prima volta anche con un cauto ottimismo.
Mi ero posto due obiettivi: arrivare divertendomi, il più importante. E, se possibile, farlo entro le 4 ore. E, onestamente, ero abbastanza sicuro di farcela.
Al sabato, giorno precedente la gara, sono andato alla Stazione Leopolda a recuperare pettorale, pacco gara e maglietta. Quest’ultima devo dire davvero bella. Tutt’ora la sto utilizzando nei miei allenamenti. E anche in gara, il giorno dopo, ho visto indossarla a tanti atleti.
Il pacco gara conteneva un po’ di oggettini carini, su tutti un utile scaldacollo elastico e qualche gel.
Considerando che mi ero iscritto con un po’ di anticipo, non pagando il prezzo pieno, ma usufruendo di una tariffa agevolata, sicuramente un bel pacco gara in relazione al costo di iscrizione.
A Firenze, data le esperienze passate delle due maratone precedenti, corse in condizioni climatiche difficili, tutti temevano un’altra giornata fredda e piovosa.
Invece, la domenica si è rivelata una bella giornata, abbastanza fresca, ma se consideriamo che era il 24 novembre, neanche tanto.
9000 pazzi festanti hanno riempito le vie vicino a Piazza del Duomo, luogo della partenza.
Nonostante le tante persone, ho trovato quasi subito il mio passo, abbastanza regolare, sempre qualcosa sotto i 5 minuti e 40 al km. Che mi avrebbe permesso, secondo i miei piani originali, di arrivare relativamente tranquillo al traguardo sotto le 4 ore.
I primi 15km li ho corsi come un orologio svizzero. Riguardando la mail con i passaggi devo ammettere che i miei tempi erano perfetti per quello che volevo fare.
Ma, proprio al 15° km è avvenuto il primo segnale di avvertimento. Ho iniziato a sentire qualche movimento intestinale non gradito. Ho rallentato leggermente, ipotizzando e sperando che fosse una cosa momentanea.
Purtroppo non è stato così. Sono sbattuto, come dicevo anche nella mail mandata a Sandro e Martino di Runlovers, su quello che ho ribattezzato come “il muro del Sebach”. Per chi non lo sapesse, i Sebach sono i ben noti bagni chimici, tra i luoghi più inospitali del pianeta, specie se utilizzati da numerosi runner sudati.
Ho dovuto fare due stop per espletare i miei bisogni, sui quali non c’è bisogno di aggiungere molto. Avete capito. E mi ricordo come fosse oggi: km 22,5, vicino agli spugnaggi e km 30. In quest’ultimo sono stato chiuso per molti minuti. Uscendo, dopo aver ridotto il bagno non so in quali condizioni, mi sono scusato con un filo di voce con lo sventurato runner che lo avrebbe utilizzato dopo di me: “Mi dispiace tanto”.
Queste due soste, oltre ad avermi fatto perdere complessivamente più di 20 minuti (e vi assicuro che 20 minuti chiusi in un bagno chimico non sono il massimo!), hanno fatto sì che mi disidratassi, portandomi ad avere anche i crampi ben prima di quanto potessi immaginare.
Ma non ho desistito, non ho mollato. E, seppur con un ovvio rallentamento, l’ho portata a casa. Invece delle 4 ore previste, ce ne ho messe 4 e 45.
Alla fine, nonostante tutto, sono arrivato poco più che a metà classifica: 4900° e qualcosa su 9000. Considerando le mie condizioni, neanche poi così male!
Durante la corsa ho pensato di ritirarmi, ma ho voluto tener duro, perché mi sentivo di dover onorare i miei 3 mesi di preparazione, almeno portando a termine il mio sforzo.
Come in tanti, ho pensato a più riprese “Ma chi me l’ha fatto fare!”.
E ho continuato a pensarlo anche mentre tornavo a casa.
Tuttavia, dopo aver metabolizzato l’accaduto è tornata prepotente la voglia di correre… Insomma, anche dopo questo episodio, avrei voluto affrontare nuovamente i 42km, magari nuovamente a Firenze, ma questo maledetto Covid-19 sta rovinando i piani miei e di tutti quanti noi. Ma appena avrò l’occasione, affronterò nuovamente la distanza regina, sperando stavolta di non ricevere spiacevoli sorprese!
L’organizzazione, seppur ci siano stati degli strascichi polemici per un cambio di percorso dovuto ad una fuga di gas, secondo me è stata ottima. Tantissimi ristori e molto forniti, a prescindere dai presunti colpevoli sali minerali. Un percorso meno facile del previsto, con strade in alcuni tratti strette e ricche di curve, che possono farti perdere ritmo, ed un cavalcavia spezzagambe attorno al 35° km. Tuttavia, tutti i passaggi all’interno della città sono davvero spettacolari. E’ una gara nella quale ti verrebbe ogni tanto da fermarti per ammirare la bellezza dei posti, specialmente nei primi e negli ultimi km. Seppur quelli li abbia corsi un po’ in apnea. Non mi scorderò mai il passaggio su Ponte Vecchio, tra due ali di folla. Secondo me è una maratona che merita davvero e mi sento di consigliarla a chiunque!
Inoltre, mi sembra doveroso ringraziare tutti i volontari, gentilissimi, che mi hanno incitato anche nei momenti più difficili e la mia ragazza, che è rimasta un’ora davanti alla linea del traguardo, ad aspettare invano che arrivassi, finché un uomo puzzolente non le si è presentato davanti con al collo una sudatissima medaglia.
Medaglia molto bella, tra l’altro! E, per me, comunque ricca di significati: la mia prima maratona ed un’esperienza in ogni caso indimenticabile.
Sul canale Telegram metterò qualche foto della gara e della medaglia. Link: https://t.me/da0a42
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Author | Lorenzo Maggiani |
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