Livinallongo del Col di Lana sorge alle sorgenti del Torrente Cordevole, al confine con la Val di Fassa e la Val Badia, e si colloca in uno splendido contesto naturale. Dal capoluogo, Pieve, si possono ammirare splendidi paesaggi che guardano verso il Civetta, la Marmolada e il Gruppo del Sella. Diversi passi collegano quest’amena località alle altre aree dolomitiche. Il Passo Pordoi collega Livinallongo a Canazei in Val di Fassa (Trentino); il Passo Campolongo, invece, congiunge Livinallongo a Corvara in Val Badia (Alto Adige); il Passo Falzarego connette infine Livinallongo con Cortina d’Ampezzo e il Cadore (sempre in Provincia di Belluno). La più celebre frazione è Arabba: una delle località turistiche più famose delle Dolomiti, vera e propria punta di diamante dell’agordino. Arabba, infatti, è nota nel mondo tra gli appassionati di sci alpino per essere una delle località che vanno a formare il più famoso giro sciistico del Dolomiti Superski, ovvero la Sellaronda (o Giro dei Quattro Passi) assieme alla Val Badia, alla Val Gardena e alla Val di Fassa. Per quanto riguarda l’aspetto storico e culturale, Livinallongo del Col di Lana costituisce un caso a parte nell’ambito del territorio dell’attuale Agordino. Si tratta di uno dei diciotto Comuni originariamente appartenenti alla Ladinia, un’antica porzione della regione storica del Tirolo nella quale era ufficiale il bilinguismo ladino e tedesco e una normativa specifica per la zona. Allo scoppio della Grande Guerra, Livinallongo e il vicino comune di Colle Santa Lucia erano quindi parte dell’Impero Austro-Ungarico. Con la fine del Primo Conflitto Mondiale, il Comune è poi passato, assieme a Colle, alla Provincia di Belluno e all’Unione Montana Agordina. Gli aspetti più evidenti dell’antica appartenenza alla nazione germanica sono tutt’oggi riscontrabili nella parlata locale, il Fodòm. Il Ladino di Fodom si caratterizza come una parlata genuinamente autoctona delle Dolomiti, molto più simile al ladino della contigua Val di Fassa che al ladino di Badia o di Gardena. L’appartenenza alla ladinità è un dato considerato con orgoglio e testimoniato tra l’altro dal locale Museo Ladino Fodom. Trovandosi al confine tra il Regno d’Italia e l’Impero Austro-Ungarico al momento dello scoppio della Grande Guerra, Livinallongo si trasformò subito in un enorme e sanguinoso campo di battaglia. L’offensiva italiana si concentrò all’imbocco della Valle di Fodom (dove si trovava la linea difensiva autro-ungarica composta dai due forti di Ruaz e La Corte, ancora visibili) con la conseguente distruzione quasi integrale della frazione di Pieve di Livinallongo. Successivamente la violenta guerra di trincea si spostò sul Col di Lana, la “Montagna di Sangue”, e sulla vicina Marmolada fino alla Rotta di Caporetto. Teatro di alcune delle più tragiche e spettacolari azioni della Grande Guerra nelle Dolomiti, Livinallongo del Col di Lana è ancora oggi un museo a cielo aperto per quel triste capitolo della storia europea e mondiale. Lungo tutta la Linea Gialla (il fronte alpino della Grande Guerra), definito nelle Dolomiti dalla linea Marmolada – Lagazuoi, le battaglie si susseguirono ferocemente per due anni e le testimonianze sono ancora molte e facili da individuare. Tra i monumenti più riconoscibili della zona vi è il magnifico Castello di Andraz, ultimo castello ancora visibile tra quelli un tempo esistenti in territorio agordino. Bastione tirolese d’importanza strategica notevole per il controllo delle vie commerciali con la Repubblica di Venezia, il Castello di Andraz ha una storia millenaria che s’intreccia con le vicende del Vescovado di Bressanone e una lunga serie di ospiti illustri tra cui il noto astronomo, teologo, filosofo Nicolò Cusano. Oggi il castello è sede di una esposizione museale, tutta da visitare.
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