Featuring Daniele Vicari e Alberto Prunetti. Questa è una puntata folle, affamata. Come folle e affamato è il capitalismo. Anzi, come affamate sono le folle che inneggiano al capitalismo, ai suoi simulacri, ai suoi eroi. Prendiamo tre film a caso, tre parabole su vita, non morte e miracoli di uomini in carne, ossa e capitale: Jobs, The Founder, The Social Network. Apple, MacDonalds, Facebook. Imperi virtuali e reali, senza confini. Deliri di onnipotenza spacciati per sogni; iene senza scrupoli spacciate per guru visionari; masse di lavoratori sfruttati, o di individui manipolati, spacciati per consenso. Philip Dick diceva che Hitler aveva vinto la guerra, perché aveva nazistificato il pensiero dell’Occidente. Dick sbagliava, Hitler aveva naszistificato il mondo. Anche la Russia, anche la Cina. Certo, prima di Hitler, non è che Henry Ford avesse scherzato. Il Capitale regna, il Capitale si perpetua, il Capitale cambia faccia e cambia avventura. Anche adesso, mentre gli elicotteri ronzano sugli squallidi condomini di questo Paese, cercando di sgamare orridi banchetti da terrazzino, anche adesso il capitale detta clausure e aperture, regole ed eccezioni, modi e tempi di vita. Mi rivolgo a voi, rider affannati dell’orbe terraqueo, ma anche a voi, compatrioti anneriti dal fumo delle fornacelle. Alzate il pugno, brandite lo spiedino. E’il momento della rivoluzione da casa, della rivoluzione da remoto.
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