"Siamo vivi della pienezza della vita quando incontriamo Gesù": questa affascinante realtà che il nostro Arcivescovo Roberto sottolinea nella sua omelia, profonda e arricchente come sempre, è il tesoro che che consente ad ogni discepolo di Cristo di prolungare a sua volta nei suoi occhi lo sguardo del cuore di Gesù. Gesù, quando vede quell'uomo, cieco fin dalla nascita, considerato inutile e isolato dalla società, lo riconosce come persona, lo incontra, lo tocca e lo guarisce. E Giovanni vuole dirci due cose: innanzitutto che quel cieco rappresenta ognuno di noi che, come lui, siamo andati un giorno alla piscina di Siloe, - il fonte Battesimale -, ci siamo lavati e siamo tornati che ci vedevamo; e in secondo luogo, che la luce che ci dona Cristo, è la fede, che ci permette, come a quel ragazzo cieco, ormai non più cieco, di proclamare la nostra fede nel Signore, Luce per eccellenza che brilla nella Pasqua. Illuminati da Quella Luce, che è Cristo stesso, perchè guardati dal Suo sguardo disinteressato, come ci ricorda il nostro Arcivescovo, possiamo a nostra volta diventare illuminanti, desiderando che lo sguardo del cuore con cui Cristo guarda noi si prolunghi nei nostri occhi. Come scrive san Paolo: " Ora siete luce nel Signore, Comportatevi perciò come figli della luce". La luce di Cristo ci guidi e ci sostenga per essere, nella Chiesa e nella società, segno e strumento del Suo amore. Buona settimana!