PODCAST 1 MILIARDO DI PRESTITI PER LE CURE IN ITALIA, MORTI RECORD PER INFEZIONI OSPEDALIERE, FUNZIONA IL VACCINO ANTI EBOLA
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CURE MEDICHE, OLTRE 1 MILIARDO DI PRESTITI IN ITALIA Oltre 1 miliardo di euro; è questo il valore dei prestiti personali erogati agli italiani nel 2023 per far fronte alle...
show moreOltre 1 miliardo di euro; è questo il valore dei prestiti personali erogati agli italiani nel 2023 per far fronte alle spese mediche. La salute ha un costo e chiedere un finanziamento per sostenere le spese sanitarie è pratica sempre più diffusa tanto che, lo scorso anno, il peso percentuale di questi prestiti è aumentato del 6,6% rispetto al 2022. "Oggi curarsi è diventato sempre più oneroso, anche alla luce del maggior ricorso alla sanità privata- spiega Aligi Scotti, BU Director prestiti di Facile.it- Servirsi del credito al consumo può essere una strategia per alleggerire l'impatto di queste spese sul bilancio familiare, evitando così di andare in sofferenza o, peggio, di rinunciare a curarsi". Dall'analisi, realizzata su un campione di oltre 400.000 domande di finanziamento raccolte online da Facile.it e Prestiti.it, emerge una doppia tendenza; se, come detto, il peso percentuale delle domande di prestiti destinati alla sanità è aumentato del 6,6%, dall'altro l'importo medio richiesto è calato leggermente (-4%), arrivando, in media, a circa 6.152 euro. Visti i tempi di attesa sempre più lunghi della sanità pubblica, a settembre 2023 erano pari a circa 77 giorni, la diminuzione dell'importo richiesto può essere letto sia in relazione col fatto che ci si rivolga alla sanità privata anche per visite o esami mediamente meno costosi, sia in relazione all'incremento dei tassi di interesse che hanno reso i finanziamenti più cari; nel 2022 il Taeg medio riservato a chi ha sottoscritto un prestito personale per spese mediche è stato pari al 9, 41%, valore salito al 10,86% nel 2023, in aumento del 15,4%.
INFEZIONI CORRELATE AD ASSISTENZA, IN ITALIA 11MILA MORTI L' ANNO. RECORD EUROPEO
Le Infezioni Correlate all'Assistenza provocate da germi multiresistenti agli antibiotici rappresentano un problema prioritario di sanità pubblica in tutto il mondo. L'Italia non fa eccezione e, anzi, presenta dati particolarmente preoccupanti. La Società di Malattie Infettive e Tropicali propone una serie di iniziative con gli obiettivi di acquisire consapevolezza, usare correttamente gli antibiotici, cambiare l'attuale assetto in maniera costante, uniformare l'applicazione delle norme sul territorio nazionale. A questo si rivolgono i progetti 'Insieme' e 'Resistimit', presentati a Roma. Antibiotico-resistenza e Infezioni Correlate all'Assistenza sono fenomeni in crescita in tutta Europa, con l'Italia che è tra i Paesi con le peggiori performance. Tra le principali cause vi è l'eccessivo uso di antibiotici, sia a livello umano che nel mondo animale, ma anche la scarsa conoscenza del tema e la mancanza di buone pratiche come l'igiene delle mani. Per questo occorrono programmi e strategie mirate che favoriscano un uso corretto degli antibiotici e un efficace piano di controllo e prevenzione. “Nel mondo si stimano 5 milioni di morti associate all'antibiotico resistenza, di cui 1 milione 300mila direttamente attribuibili ad essa. I dati dell'Organizzazione Mondiale della Sanità stimano nel 2050 una mortalità per germi multiresistenti agli antibiotici superiori alle patologie oncologiche, con 10 milioni di decessi a livello globale- ha fatto sapere il professor Massimo Andreoni, direttore scientifico SIMIT- In Italia si calcolano 11mila morti l'anno, record europeo, un terzo di tutti i decessi. Le Infezioni Correlate all'Assistenza hanno un impatto enorme sul Sistema Sanitario Nazionale con 2,7 milioni di posti letto l'anno occupati. Il conto economico contempla costi diretti che ammontano a circa 2,4 miliardi di euro. Circa l'8% dei pazienti ricoverati contrae un'infezione di questo tipo. Tuttavia, è possibile inaugurare un nuovo percorso che permetterebbe di ridurre di almeno il 30% l'impatto di queste infezioni”.
EBOLA, MEDICI SENZA FRONTIERE: IL VACCINO DIMEZZA LA MORTALITA'
A dieci anni dalla peggiore epidemia di Ebola della storia, che colpì tre paesi dell'Africa Occidentale provocando più di 11.300 morti, uno studio osservazionale condotto da Epicentre, il centro di ricerca medica ed epidemiologica di Medici Senza Frontiere, dimostra che la vaccinazione contro Ebola può dimezzare il tasso di mortalità. I risultati dello studio pubblicati su The Lancet Infectious Diseases evidenziano che la mortalità tra i pazienti non vaccinati è stata del 56% contro il 25% di coloro che avevano ricevuto il vaccino. Questo studio, realizzato in collaborazione con l'Istituto Nazionale di Ricerca Biomedica e il Ministero della Salute della Repubblica Democratica del Congo, analizza i dati raccolti durante la decima epidemia di Ebola in RDC su 2.279 casi confermati di Ebola ricoverati in una struttura sanitaria tra il 27 luglio 2018 e il 27 aprile 2020 e si riferisce a tutti i pazienti, indipendentemente dal sesso e dall'età. Questo nuovo studio, finanziato da MSF, si focalizza sul vaccino a disposizione, l'unico contro Ebola raccomandato durante le epidemie. Sviluppato per essere somministrato in singola dose, è raccomandato principalmente per la vaccinazione ad anello delle persone ad alto rischio di esposizione durante le epidemie. Questa strategia prevede la vaccinazione dei contatti (le persone che hanno avuto un contatto con un individuo infetto da virus Ebola), i contatti dei contatti, gli operatori sanitari e gli operatori in prima linea. Uno studio clinico di fase 3 condotto in Guinea ha dimostrato che il vaccino protegge notevolmente dall'infezione.
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