Pratica Deliberata: diventare dei fuoriclasse anche senza talento

Jul 20, 2021 · 10m 10s
Pratica Deliberata: diventare dei fuoriclasse anche senza talento
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Vuoi scoprire come puoi migliorare le tue performance? In questo video ti spiegherò cos'è la pratica deliberata e come può esserti utile nelle tue attività quotidiane. ⁉️ Di cosa parleremo?...

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Vuoi scoprire come puoi migliorare le tue performance?
In questo video ti spiegherò cos'è la pratica deliberata e come può esserti utile nelle tue attività quotidiane.

⁉️ Di cosa parleremo?

00:00 - Intro
1:47 – La teoria delle 10.000 ore è vera?
2:50– Come migliorare per DAVVERO?
3:07 – Cos'è la pratica deliberata
3:36 – Come funziona la pratica deliberata
9:56 - Outro

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✍️ Trascrizione ✍️
Uno dei miti più duri a morire, secondo me, è che ci sono persone che nascono con una capacità innata, fuori dal comune di fare alcune cose, sono quelle persone che noi diciamo che hanno talento.

E vabbè, lo sai già dove voglio andare a parare: non è così! Certo, ci sono quelli che fanno delle cose pazzesche, senza alcuno sforzo, ma la stragrande maggioranza delle persone, anche quelle che noi ammiriamo di più, devono lavorare duramente per diventare effettivamente bravi.

Come? Beh, è quello che vedremo oggi.

Ok, abbiamo questa idea fissa del talento. O ce l’hai o non ce l’hai. Un po’ una questione di culo! Ma quando vediamo dei talenti superfighi alla TV o su Youtube, quello che non vediamo è tutto il mazzo che si sono fatti prima, e non lo vediamo perché il mazzo è noisoso, il mazzo non fa notizia, ma è molto più importante dell’”esserci nato”. Come si dice "non c'è gloria nella pratica, ma non c'è gloria senza pratica ".

Ed è importante non perché lo dico io, ma perché la pratica influisce fisicamente sia sul cervello che sul sistema nervoso, crea sostanze nel corpo che ci aiutano ad apprendere meglio, più velocemente, e a ritenere più allungo le informazioni.

Per molto tempo, ho sentito parlare della teoria delle 10.000 ore di pratica, per cui, per diventare veramente bravi a fare qualcosa, dobbiamo impiegare circa 10000 ore del nostro tempo a fare pratica.

Chissà, magari è anche vero, però si lascia fuori una cosa. Ti faccio un esempio: quando iniziamo un nuovo lavoro di cui non abbiamo nessuna esperienza, passiamo più o meno i primi 2 anni a imparare tutte le cose principali per fare quel lavoro.

Solo che poi, dopo un paio d'anni, smettiamo di imparare, diventiamo bravini e diciamo "ma sì dai, va bene così" e quindi pur facendo sempre la stessa cosa, magari per 10.000 ore, non miglioriamo più.

E allora, se né la ripetizione nè il talento distinguono i migliori da tutti gli altri, allora dov'è il trucco? Il trucco, sta nella motivazione, nell’essere coscienti di quello che vogliamo migliorare, e sapere che cosa fare per migliorarlo, cioè nella “pratica deliberata”.

Beyoncé, ad esempio, dopo ogni concerto, studia la sua performance e quella dei suoi ballerini e musicisti e cerca di capire dove migliorare per la volta successiva.

Ma come funziona la pratica deliberata?

Anzitutto dobbiamo essere consapevoli che ci sono due stati: uno stato di apprendimento, e uno stato di performance.

Lo stato di pratica è fatto apposta per imparare facendo, per migliorare aspetti su cui sappiamo di dover migliorare e qui ci possiamo permettere di fare errori.
Nello stato di performance, invece, dobbiamo fare qualcosa, al meglio delle nostre capacità, facendo il meno errori possibile.

Il problema è che spesso stiamo molto più nello stato di performance che nello stato di pratica, quindi continuiamo a fare le stesse cose che già ci vengono bene perchè fare le cose che sappiamo fare ci fa sentire tranquilli e al sicuro; invece, fare le cose che non sappiamo fare ci fa sentire a disagio e non cia piace sentirci così…in piu la pratica è pure noiosa.


Quando siamo in modalità “apprendimento” dobbiamo imparare a osservare, dobbiamo voler migliorare e dobbiamo sapere come migliorare. Facile!

Imparare a osservare, vuol dire essere capaci di valutare dove migliorare, imparare a riconoscere quelle aree che sappiamo non essere il nostro forte, o che magari ci bloccano.

Ti faccio un esempio: quando suonavo la chitarra, il mio insegnante, mi faceva degli spiegoni sul fatto che tutta la muscolatura doveva essere rilassata, e per spiegarmi questo mi raccontava di un suo studente che, osservandosi, appunto, aveva scoperto che quando suonava tendeva a stringere le mascelle e quindi irrigidirsi, e questo irrigidimento si trasferiva poi anche nella performance perché la sua performance era appunto rigida. Problema che poi ha risolto con un trucchetto geniale che poi ti rivelerò alla fine.
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Author Elio Parodi
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