Impossibile pensare a una passione, si tratti di cavalli da corsa, ricamo, pesca nei torrenti, fucili da caccia o altro, senza immaginare di poter trovare in edicola, con cadenza periodica, una pubblicazione dedicata in grado di indirizzare gli appassionati verso le novità, di raccontare un po’di storia a chi è in cerca di radici profonde, di fornire dritte e suggerimenti, di approfondire i temi più caldi e le questioni che stanno più a cuore. Un conto è far scorrere compulsivamente pagine e pagine digitali senza leggerle davvero, a parte forse i titoli e qualche occhiello, come ipnotizzati, e un altro è sedersi comodi, staccare per qualche minuto ogni connessione virtuale, e prendere in mano un fascicolo che, lo si sa già, ci permetterà di immergerci indisturbati nei paesaggi familiari, ma sempre nuovi, del nostro personale paese dei balocchi. Spero con questo di aver spiegato in sintesi perché credo che l’editoria su carta, che pure sta soffrendo da anni una crisi profondissima, meriti sempre una sua nicchia imprescindibile. E perché la presenza in edicola, ogni due mesi, di una rivista come Io Gioco rappresenti un presidio culturale e d’intrattenimento che qualsiasi frequentatore assiduo del mondo ludico da tavolo e/o di ruolo farebbe bene ad apprezzare e difendere. Vi parlerò di questo apprezzabilissimo unicum giornalistico nella puntata di oggi del podcast. Sarebbe un peccato lasciarsela sfuggire, non credete?
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