Senza rabbia e senza dolore
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Senza rabbia e senza dolore Ovvero quando l’offesa si trasforma in opportunità di crescita Che cosa accade quando qualcuno ferisce la tua debolezza? Che cosa accade quando il meraviglioso universo...
show moreOvvero quando l’offesa si trasforma in opportunità di crescita
Che cosa accade quando qualcuno ferisce la tua debolezza?
Che cosa accade quando il meraviglioso universo che sei e che ti vede danzare sulle nuvole o cantare su una foglia appena staccata dal suo ramo, non viene riconosciuto o rispettato?
Capita che qualche volta il tuo esserci che è fatto di maree e di maremoti, di sorrisi e di pianto, possa non essere accettato, capito, compreso e accolto. E allora vorresti non udire ciò che invece senti.
E ciò che senti e vedi diventa il tuo dolore, la ferita che continua a sanguinare e che risiede là dove, fin da piccolo fin da piccola, si è aperto il taglio sul bisogno di riconoscimento, spesso mortificato, poiché è proprio l’Altro e spesso l’Altro a cui tieni che sia genitore, madre o padre, compagna o compagno di vita, amico o amica, che ti ha messo sotto scacco col suo giudizio, con le parole taglienti come lame.
E proprio quelle parole ti fanno male perché non riconoscono il tuo valore, la tua particolarità, la tua unicità e la tua bellezza.
E’ quindi chiusura quello che senti, è desiderio di dare un taglio al dolore che ti ha provocato, è voglia di scappare, di uscire da quel centro di incomprensione.
Perché ciò che senti pesa e fa male.
E animato da questo sentire vedi in chi ti ha offeso solo la sua arroganza, sprofondi in quel turbamento, ti laceri in quel dubbio e in quella rabbia e ti domandi quanto tutto ciò sia una minaccia al tuo desiderio di felicità.
Proprio in questi momenti sei tanto bravo, sei tanto brava da non farti una domanda: “ Come funziona che non riesco più a vedere l’universo straordinario che è in lui, che è in lei? Riesco solo a giudicare anch’io valutando il suo comportamento da un punto di vista di torto o ragione, di giusto o sbagliato!”
Invece nel tentativo di non rassegnarti, di non riempirti di tristezza, nel tentativo di non chiudere gli occhi in una cecità senza soluzione, rintanato, rintanata in un lamento che ti fa vittima impotente prova a cercare la rugiada che lava la polvere, prova a cercare la goccia che rende immenso l’oceano, il filo d’erba che rende rigoglioso il prato, il seme che genera il suo fiore, la parola che si fa fonte di dialogo, la mano che si fa carezza e le braccia che si fanno unico abbraccio.
La domanda quindi è: “Hai mai provato a cullare questo tuo sentire? Questo tuo dolore? Riesci a vedere in esso dei bagliori, della luce, qualcosa di sano e di bello?”
Ed allora adesso passo a parlare in prima persona e la riflessione che offro è su se stessi ed è questa: quale risonanza innesca in me l’offesa? Quali strumenti ho per trasformarla?
Ho la possibilità di aprirmi al dialogo, posso aprirmi al rispetto dell’Altro diverso da me e agire e agire fino in fondo così fino al rispetto di me stesso, di me stessa.
Posso parlare senza temere, senza temere il conflitto, senza temere il giudizio, senza evitare l’ostacolo, senza perdere la fiducia, senza paura, nel totale essere me stessa, nella totale coerenza con me stessa, con il principio di rimanere sempre fedele a me stesso, a me stessa.
E posso quindi essere capace di trasformare il mio dolore, con lo sforzo di sospendere ogni giudizio verso chi per primo, per prima mi ha offeso, facendo i conti con i miei sospesi non detti, svelando il valore del dialogo, aprirmi al volto dell’altro senza paura di perdermi e, con coraggio, affermare con gioia quanto sia straordinario anche riconoscere in quella ferita suturata da gesti e parole il meraviglioso universo di ogni essere umano.
Appunti strategici:
Quando ti senti offeso provi rabbia o dolore?
Se provi rabbia è verso di te o verso l’Altro?
E’ verso di te quando ti blocchi non riuscendo ad esprimere e comunicare le tue emozioni?
E’ verso l’altro quando liberi in una escalation di comunicazione simmetrica ogni tua personale ragione?
Se è dolore lo provi per te, per il vuoto o la distanza che la ferita dell’offesa apre o per l’Altro che percepisci allontanarsi da te?
Provi dolore nel sentire che l’offesa riapre vecchie ferite?
Da 1 a 10 che valore dai alla rabbia provocata dall’offesa subita?
Da 1 a 10 che valore dai al dolore provocato dall’offesa subita?
Ci sono stati dei momenti in cui sei riuscito/a a non raccogliere l’offesa?
Se non raccogli l’offesa hai mai pensato essa a chi rimane?
Ti piace l’idea di poter trasformare l’offesa in una crescita personale?
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Author | Paola Camiciottoli |
Organization | Paola Camiciottoli |
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