Taibon Agordino con i suoi 90 km2 d’estensione si caratterizza come uno dei Comuni più estesi della provincia di Belluno. Confinante direttamente con il Trentino, Taibon Agordino è un luogo incantevole e tutto da scoprire. Da sempre strettamente collegato alle sorti di Agordo, Taibon ha vissuto la grande trasformazione che ha interessato i suoi abitanti un tempo dediti in prevalenza alle attività agricole, boschive e a quelle legate allo sfruttamento minerario nei giacimenti della zona. Non va però dimenticata la grande aliquota di emigrazione che per molti decenni ha sottratto vitalità e forza-lavoro. Oggi è un centro che gode dei benefici dell’espansione nell’Agordino delle attività industriali, artigianali e di quelle dei servizi. Taibon dispone di un vasto territorio che non solo riguarda la destra orografica del Cordevole, ma si allarga a sinistra fino al Gruppo del Civetta. Il bel rifugio alpino Vazzoler, in località Col Negro di Pelsa, si trova nel suo ambito di competenza. Una delle attrazioni più famose della zona è l’escursione alpinistica che porta a visionare il famoso arco naturale di dolomia a forma di cuore sospeso sulla Valle di San Lucano, noto come “El Cor de san Lugan”. Il sentiero non è volutamente né segnato, né ferrato e la via per raggiungerlo è tradizionalmente tramandata di padre in figlio dagli abitanti di Taibon e Canale d'Agordo. Per i giovani rocciatori e cacciatori della zona si tratta di un luogo mistico e quasi rituale. Alle bellezze naturali si associano però anche pillole di cultura, storia e arte. Il toponimo “Taibon” deriverebbe, secondo lo storico Giorgio Piloni, dal nome latino “Tabullo”, cioè “pannello” e quindi dal successivo “Taibono”. La zona di Taibon fu frequentata fin dall’Età del Ferro, ma le prime tracce certe risalgono all’Epoca Romana. Nel 1439, Taibon fu protagonista di un’accesa resistenza contro le truppe di Filippo Maria Visconti, duca di Milano. Famoso per la lavorazione del ferro estratto nelle vicine miniere, il territorio del comune di Taibon Agordino ospitò il Forno di Val, uno dei dieci forni fusori della zona. Situato nella Valle di S. Lucano, il forno fu portato alla sua massima efficienza con il dominio di Guadagnino Avoscano. Sotto il dominio della Serenissima, oltre alle attività minerarie, fu incrementato il commercio del legname trasportato lungo il Cordevole e il Piave. Per secoli, infatti, gli abitanti della zona si dedicarono al lavoro in miniera o alle attività legate allo sfruttamento boschivo e all’artigianato del legno. Altre mansioni che scandivano il ritmo del luogo erano l’agricoltura e l’allevamento, di cui si occupavano prevalentemente le donne. Nel 1854, uno spaventoso incendio distrusse gran parte dell’abitato. Mentre, nel 1865, una frana si staccò dal monte Framont e causò gravi danni. Una nuova frana si ebbe nel 1908 e, nel 1966, il territorio fu colpito da una grave alluvione che provocò la morte di molte persone. Taibon si distingue per la presenza di alcuni importanti monumenti come la Chiesa dei SS. Cornelio e Cipriano che, fatta presumibilmente risalire al X secolo, è da considerarsi una delle chiese più antiche della conca Agordina. Oggi conserva diverse opere d’arte tra cui due dipinti di Paris Bordone, allievo di Tiziano Vecellio. Famosa è anche la Chiesa di S. Lucano situata all’imbocco dell’omonima valle. L’edificio, realizzato nel caratteristico stile alpino, sorge nel luogo in cui il Santo morì dopo aver vissuto in questa zona come eremita. La cittadina è inoltre dotata di un piccolo, ma molto interessante, museo etnografico collocato a poca distanza dal Municipio. Lo spazio museale, aperto tutto l’anno, si colloca all’intero di un’abitazione dolomitica e propone, in modo semplice e divertente, un tuffo nel passato rurale delle comunità agricole delle Dolomiti.
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