Totò Riina - Episodio 6 La Strategia del Terrore Omicidi Eccellenti Benvenuti ad una nuova puntata del nostro podcast dedicato alla vita di Totò Riina. Oggi parleremo della strategia del terrore che Riina mise in atto durante la sua ascesa al potere, concentrandoci sugli omicidi eccellenti che segnarono uno dei periodi più bui della storia italiana. Dopo aver consolidato il suo potere all'interno di Cosa Nostra con la vittoria nella Guerra di Mafia degli anni '70, Totò Riina iniziò a pianificare una nuova fase della sua strategia: l'eliminazione sistematica di tutte le figure che potevano rappresentare una minaccia al suo dominio, sia all'interno che all'esterno dell'organizzazione mafiosa. Questa strategia del terrore prevedeva non solo l'eliminazione dei rivali mafiosi, ma anche di quei rappresentanti delle istituzioni che cercavano di contrastare il potere della mafia. Uno dei primi e più significativi omicidi eccellenti fu quello del giornalista Mauro De Mauro nel 1970. De Mauro stava indagando su fatti delicati legati alla mafia e alla politica italiana, e la sua scomparsa segnò un chiaro messaggio: chiunque osasse sfidare Cosa Nostra sarebbe stato eliminato senza pietà. Nel 1979, l'omicidio del magistrato Cesare Terranova, uno dei primi giudici a comprendere la pericolosità del fenomeno mafioso e a cercare di combatterlo con determinazione, rappresentò un altro colpo durissimo per lo Stato. Terranova era un simbolo della giustizia e della legalità, e la sua morte dimostrò la volontà di Riina di abbattere chiunque potesse rappresentare un ostacolo ai suoi piani. Ma l'omicidio più eclatante fu quello del generale Carlo Alberto dalla Chiesa nel 1982. Dalla Chiesa, noto per il suo impegno nella lotta al terrorismo, era stato inviato in Sicilia come prefetto con il compito di combattere la mafia. Tuttavia, trovò la morte in un agguato a Palermo, insieme alla moglie Emanuela Setti Carraro. Questo assassinio scosse profondamente l'opinione pubblica italiana e segnò un punto di svolta nella percezione del potere di Cosa Nostra. La strategia del terrore di Riina non si fermò qui. Altri omicidi eccellenti seguirono, come quelli del segretario regionale del Partito Comunista Pio La Torre, che aveva proposto la legge che introdusse il reato di associazione mafiosa, e del generale dei carabinieri Giuseppe Russo. Questi omicidi erano volti a indebolire le istituzioni e a creare un clima di paura che avrebbe reso difficile qualsiasi forma di resistenza contro il potere mafioso. La scelta di colpire figure così eminenti faceva parte di una precisa strategia di intimidazione: Riina voleva dimostrare che nessuno, nemmeno i rappresentanti più alti dello Stato, era al sicuro dalla vendetta di Cosa Nostra. Questo periodo segnò un'escalation di violenza che culminò negli anni successivi con le stragi di Capaci e via D'Amelio. Totò Riina usò il terrore come arma per consolidare il suo potere e per piegare al suo volere non solo i rivali mafiosi, ma l'intera società italiana. La sua strategia, sebbene efficace nel breve termine, portò però a una reazione decisa da parte dello Stato, che negli anni '90 intensificò la lotta contro la mafia, portando all'arresto di numerosi boss, tra cui lo stesso Riina. Conclusione: In questo episodio abbiamo esaminato la strategia del terrore messa in atto da Totò Riina e gli omicidi eccellenti che segnarono la sua ascesa al potere. Nel prossimo episodio, parleremo della strage di Via Carini e dell'assassinio di Carlo Alberto dalla Chiesa, un evento che scosse profondamente l'Italia. Grazie per averci ascoltato e continuate a seguirci per scoprire di più sulla vita di Totò Riina.
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