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Tutto quello che non vi dicono sugli Stati Uniti d'America

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5 FEB 2025 · TESTO DELL'ARTICOLO ➜ https://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=8069
LA PORTAVOCE DI TRUMP HA 27 ANNI, E' SPOSATA, HA UN FIGLIO ED E' CATTOLICA di Paola Belletti
«The President needs help», «Il presidente ha bisogno d'aiuto». Così si apriva l'introduzione del rapporto realizzato dalla Commissione Brownlow incaricata dal presidente Roosevelt di proporre soluzioni utili a migliorare l'efficienza del potere esecutivo degli Stati Uniti. Da quello studio e dagli atti che ne seguirono prese corpo l'organizzazione dello staff che supporta da quasi 90 anni l'attività del presidente. Dalla singola figura di segreteria, a cui si limitava prima del 1939 il personale di supporto, siamo arrivati a circa 500 figure, quelle che compongono l'ufficio esecutivo del presidente. Tra queste c'è anche quella di portavoce della Casa Bianca, nominato direttamente, i cui compiti consistono nel gestire le relazioni con i media e la stampa. Al suo secondo mandato, Donald J. Trump ha scelto per questo ruolo chiave Karoline Leavitt, che, con i suoi 27 anni, è la più giovane della storia Usa a ricoprire l'incarico, e non è la sola caratteristica distintiva. È nata e ha vissuto nel New Hampshire, educata nella fede cattolica sia in famiglia sia a scuola, università compresa. Ha anche frequentato un semestre a Roma, alla John Cabot University, e ne conserva ottimi ricordi, riferisce Repubblica.
Sposata e con un bimbo di sei mesi ha dichiarato, leggiamo da Religion en libertad: «"La mia famiglia è il fondamento della mia vita, così come tutte le famiglie dovrebbero continuare a essere il fondamento della società. E la mia fede in Dio mi aiuta ad andare avanti", ha affermato in un'intervista del 2021 con The Catholic Current (podcast del network cattolico americano The station of the cross, ndr)». Parlando di quanto la scuola abbia inciso sulla sua formazione e sui principi che la guidano nella vita e quindi anche nel suo impegno pubblico, ha detto: «Mi ha insegnato la disciplina [...]. Mi ha avvicinato al mio rapporto con Dio e mi ha anche insegnato l'importanza del servizio pubblico e del contributo alla comunità [...]. "Avere un'educazione cattolica ha davvero plasmato la persona che sono"». Come molte madri sanno per esperienza diretta, riconosce ancora di più ora che ha un figlio l'importanza del suo contributo alla società e al bene comune: "La mia speranza in tutto questo è che quando un giorno racconterò a Niko tutto quello che ho fatto quando era nel mio grembo e quando è nato, lui si sentirà orgoglioso di sua madre [...]. «Se sa che il suo valore non deriva da nessun'altra persona, ma da Dio, può realizzare qualsiasi cosa».
La presenza di Karoline Leavitt alla Casa Bianca è iniziata già durante la prima amministrazione Trump, quando da neolaureata, nel 2019, ha collaborato come autrice dei discorsi presidenziali e come assistente addetta stampa. Per questo conosce già dinamiche interne e pressioni esterne che non mancheranno senz'altro nemmeno ora che è passata alla prima linea. Da candidata al Congresso aveva ottenuto la nomination con i repubblicani per il primo distretto del New Hampshire nel 2022, perdendo in seguito contro il dem Pappas. Nel gennaio 2024, si è unita alla terza candidatura di Trump alla presidenza degli Stati Uniti in qualità di addetta stampa della sua campagna. «Karoline Leavitt - spiega - ha fatto un lavoro fenomenale nella mia campagna e sono lieto di annunciare che sarà la portavoce della Casa Bianca. È intelligente e ha dimostrato di essere una comunicatrice di effetto. Ho fiducia che farà un eccellente lavoro dal podio e aiuterà a diffondere il nostro messaggio», ha dichiarato Trump annunciando la sua nomina. E dunque avremo una moglie e madre cattolica della Gen Z alla Casa Bianca; fiera della propria fede e dei principi che da essa derivano. Una riflessione, però, va fatta in merito all'impatto che un impegno di questo tipo ha già avuto e avrà sulla vita del piccolo Nicholas. Confidiamo che possa ridurne al minimo gli effetti negativi e che continui ad essere motore e fonte di equilibrio per il suo compito. La croce ben visibile che porta al collo dalla sua apparizione in pubblico dopo l'incarico, possa essere il punto di osservazione costante dal quale prendere decisioni e attingere coraggio.
Nota di BastaBugie: abbiamo rilanciato questo articolo per descrivere le prime mosse di Trump in questo secondo mandato alla Casa Bianca, non per indicare un modello di madre cattolica. Per noi restano validi gli articoli precedentemente rilanciati come ad esempio il seguente.
COSA HO IMPARATO DIVENTANDO CASALINGA
Alcuni dicono che è un sacrificio abbandonare la carriera ed essere una mamma a tempo pieno... ma quale sacrificio? Piuttosto quale prezzo dovrebbe pagare il mondo per riavermi?
di Samantha Stephenson
https://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=7989
I PRO-LIFE GRAZIATI DA TRUMP E LA RIVOLUZIONE DEL BUON SENSO
Raffaella Frullone nell'articolo seguente dal titolo "I pro-life graziati da Trump e la rivoluzione del buon senso" racconta chi sono i 23 attivisti liberati da Trump che erano stati incarcerati ingiustamente sotto Biden.
Ecco l'articolo completo pubblicato sul Sito del Timone il 29 gennaio 2025:
In Occidente non hanno fatto molto notizia. E l'Italia non fa eccezione. Perché raccontare chi sono i 23 attivisti prolife graziati da Donald Trump il giorno stesso del suo insediamento vorrebbe dire prendere atto delle ragioni per cui, nell'Occidente illuminato e dei valori, si possa finire in carcere.
C'è padre Fidelis Moscinski, 54 anni, frate francescano del Rinnovamento, finito in carcere per aver impedito per due ore l'accesso ad una delle cliniche gestiste dal colosso abortista Planned Parenthood a New York. L'uomo, in un'azione di protesta, avrebbe messo delle catene e della colla all'interno della struttura, una sorta di sabotaggio per cui sono dovuti intervenire i vigili del fuoco e che lui non ha mai negato, spiegando che il suo scopo era quello di parlar con le madri che in quel lasso di tempo sarebbero dovute entrare. E' finito in carcere. Che è un po' come se da noi finissero in carcere gli attivisti di ultima generazione che un giorno sì e l'altro pure bloccano la circolazione danneggiando opere e beni pubblici e privati.
Tra i condannati graziati da Trump ci sono poi Heather Idoni, Chester Gallagher, Calvin Zastrow, Eva Zastrow, James Zastrow, Coleman Boyd, Paul Vaughn, Dennis Green e Paul Place, che con una manifestazione pacifica, cantando inni e pregano, hanno bloccato l'ingresso ad un'altra clinica per aborti. Sono stati condannati per corspirazione contro i diritti civili e federali. Da segnalare che tra loro c'era anche Eva Edl, anni 89, sopravvissuta ad un campo di concentramento e che rischiava una condanna a 11 anni di carcere. La donna ha rilasciato un'intervista al Daily Signal parlando chiaramente di un treno metaforico che anche oggi conduce ad uno sterminio silenzioso milioni di vite ogni anno, ma evidentemente è una voce che in pochi vogliono stare ad ascoltare. E di cui certo non si vuol far Memoria.
E' commuovente il video, che ha fatto parlare la stampa inglese, ma non ovviamente quella nostrana, in cui Bevelyn Beatty Williams riabbraccia la sua bambina di appena due anni dalla quale è stata strappata e suo marito. Anche lei è fra i dimostranti pro life perseguita dall'amministrazione Biden per il suo attivismo e condannata a 41 mesi di prigione per aver manifestato all'esterno di una clinica per aborti nel 2020 e inoltre ha partecipato ad un'azione dimostrativa che ha provocato un "ritardo" di diverse ore ad alcune donne che hanno scelto di abortire. Un fatto gravissimo insomma,
Di una dei graziati anche qualche giornale nostrano però ha parlato, si tratta di Lauren Handy che si guadagna un titolo del Fatto Quotidiano «Trump grazia 23 anti abortisti, tra loro l'eroina pro life che nascondeva i feti nel seminterrato». In realtà non erano "nascosti" erano precisamente seppelliti, la donna infatti aveva intercettato un mezzo che stava trasportando quello che veniva definito materiale organico e che invece erano cadaveri di bimbi abortiti e aveva deciso di dar loro una degna sepoltura. Seppellire con dignità chi lascia questa terra. Gli esseri umani lo fanno più o meno da quando questo pianeta è abitato, ben anche prima che il cristianesimo facesse capolino. Ma seppellire un feto è consideato inopportuno, imbarazzante, fuori luogo. Qualcuno potrebbe addirittura pensare che si tratti di una persona.
Anche Calvin Zastrow è stato graziato. Pastore protestante, sposato da 41 anni, era stato condannato per aver pregato e cantato inni di fronte ad una struttura per l'aborto in Tennesee. Calvin ha raccontato di aver trascorso i mesi di carcere leggendo la Bibbia e parlando di cristianesimo ad i suoi compagni di prigionia «Molti di loro sono come il figliol prodigo che si crogiola nel fango ma in realtà vogliono tornare dal padre, io mi sento un missionario e sono qui per aiutarli a trovare la strada». Se l'obiettivo era quindi quello di impedire il proselitismo pro life, l'esito è stato esattamente l'opposto.
Le vite di questi uomini e donne, che hanno saputo rischiare tutto per difendere i più indifesi, ci spronano ad abbandonare la timidezza e la comodità, la grazia del presidente Trump ci mostra che il vento può sempre cambiare. E che se contro l'aborto, anche negli Stati Uniti, c'è ancora molto da fare, almeno è sicuramente iniziata la rivoluzione del buon senso.
5 FEB 2025 · VIDEO: La rivoluzione di Trump a Davos ➜ https://www.youtube.com/watch?v=1Vd40XkxkRw
TESTO DELL'ARTICOLO ➜ https://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=8058
TRUMP A DAVOS LANCIA LA SUA RIVOLUZIONE DEL BUON SENSO di Maurizio Milano
«Questa è stata una settimana davvero storica per gli Stati Uniti... è iniziata l'Età dell'Oro»: così esordisce il neo-Presidente Trump, che non pecca certamente per falsa umiltà. Ha definito la svolta, forte di un amplio consenso popolare e a livello di Stati, come una «rivoluzione del senso comune», un ritorno al buon senso dopo anni di follie ideologiche, promettendo che «l'intero pianeta sarebbe divenuto più pacifico e prospero». Ha poi detto che la sua amministrazione «stava lavorando con una velocità senza precedenti per sistemare i disastri ereditati da un gruppo di persone totalmente inette». Quando si dice la parresia.
Trump ha subito denunciato il «caos economico causato dalle politiche fallimentari della scorsa amministrazione, dall'inflazione galoppante al debito pubblico, dal peso fiscale all'iper-regolamentazione». Ha poi indicato come interventi prioritari l'immigrazione, la criminalità e l'inflazione fuori controllo. Ha citato la creazione del nuovo dipartimento per l'efficienza governativa, il DOGE, che sarà gestito da Elon Musk con l'obiettivo di tagliare la spesa federale di 2mila miliardi di dollari, una cifra monstre, riportando così il Bilancio in pareggio per il 2026, anno del duecentocinquantesimo anniversario dell'indipendenza. Una mossa non solo per ridurre il perimetro pubblico, e quindi la pressione fiscale, ma anche per tagliare le unghie ai crony capitalist che prosperano nella "palude di Washington" oltre a riaffermare la forza del dollaro come divisa di riserva globale e la sostenibilità del debito pubblico americano.
E poi l'affondo tanto temuto dai sacerdoti e profeti della religione climatista: «Ho messo fine allo sperpero ridicolo e incredibile del Green New Deal - che io chiamo il Green New Scam, la Nuova Truffa Verde -; mi sono ritirato dagli accordi sul clima di Parigi e ho eliminato l'obbligo insano e costoso dei veicoli elettrici. Noi lasceremo che le persone acquistino l'auto che vogliono. Ho dichiarato un'emergenza energetica nazionale per sbloccare l'oro liquido sotto i nostri piedi... con la rapida approvazione di nuove infrastrutture energetiche». L'obiettivo dichiarato non è solo quello di abbattere l'inflazione ma di rendere gli Stati Uniti «una superpotenza manifatturiera e la capitale mondiale dell'intelligenza artificiale e delle criptovalute».
IL PIÙ MASSICCIO TAGLIO FISCALE NELLA STORIA STATUNITENSE
Ha poi ricordato di «avere avviato la più massiccia campagna di deregolamentazione della storia», indicando «in 50mila dollari per famiglia i costi delle regolamentazioni imposte dall'amministrazione Biden», promettendo di «eliminare dieci vecchie regolamentazioni per ogni nuova... e il più massiccio taglio fiscale nella storia statunitense». L'obiettivo è stimolare una rinascita manifatturiera negli Usa grazie all'effetto combinato della riduzione dei costi energetici, della deregolamentazione e del taglio dell'imposizione fiscale, incentivando imprese estere a spostare la produzione negli USA, anche per evitare i nuovi dazi: «Il mio messaggio a ogni business nel mondo è molto semplice: venite a costruire i vostri prodotti in America e noi vi daremo una tassazione tra le più basse al mondo». Chissà quale strategia di reazione adotterà ora la Commissione europea per evitare un'accelerazione del già avviato processo di deindustrializzazione in atto in Europa, a partire dall'industria automobilistica, in particolare in Germania.
Trump annuncia poi ingenti investimenti privati (500 miliardi di dollari) nell'intelligenza artificiale, nuovi investimenti per 600 miliardi di dollari da parte dell'Arabia Saudita (che, ricordo, doveva entrare nel gruppo BRICS+ ma si è tirata fuori, come aveva fatto un anno fa l'Argentina di Milei) e chiede all'Opec di tirare giù il prezzo del petrolio, una mossa che indebolirebbe ovviamente la Federazione Russa. Nei discorsi di Trump l'economia e la geopolitica, com'è inevitabile che sia, si intrecciano sempre: «Se il prezzo scende, la guerra Russia-Ucraina terminerebbe immediatamente... dovete tirare giù il prezzo del petrolio. Dovete porre fine a questa guerra». Trump chiede poi un calo dei tassi di interesse a livello mondiale e vagheggia una nuova età dell'Oro: «Anche Paesi che non sono particolarmente amichevoli sono felici, perché comprendono che ora c'è un futuro e come sarà grande sotto la nostra leadership. L'America è tornata ed è aperta al business». Un discorso "imperiale" che sconfessa chi auspicava, o paventava, l'inizio di una stagione di isolamento degli Stati Uniti nel mondo. Trump affronta poi l'emergenza dell'immigrazione illegale al confine col Messico, una vera e propria invasione, dichiarandola emergenza nazionale, con blocchi all'accesso, lotta ai cartelli criminali e rimpatrio dei clandestini già presenti negli USA.
UNA NAZIONE SOVRANA, BELLA E LIBERA
Trump afferma poi che l'America è tornata ad essere una nazione sovrana, bella e libera: «Il primo giorno, ho firmato un ordine esecutivo per bloccare ogni censura governativa», affermando che le cosiddette "misinformation e disinformation" (indicate lo scorso anno a Davos da Ursula von der Leyen come la maggiore priorità a livello mondiale, da cui il famigerato Digital Services Act che mette il bavaglio ai social) sono «le parole preferite dei censori e di quelli che intendono bloccare il libero scambio di idee e, francamente, del progresso. Noi abbiamo salvato la libertà di parola in America». Ricorda anche il termine all'utilizzo strumentale della giustizia per colpire i cittadini e gli oppositori.
In merito al famigerato protocollo DEI (Diversity, Equity, Inclusion), che distruggeva la meritocrazia per imporre un'agenda ideologica di ingegneria sociale, Trump afferma: «La mia amministrazione ha avviato l'abolizione di ogni discriminazione senza senso in merito a diversità, equità e inclusione... l'America tornerà ad essere un Paese fondato sul merito». E poi Trump sguaina la spada, alla Chesterton, per dimostrare che le foglie sono verdi in estate: «Ho dichiarato che la politica ufficiale degli Stati Uniti riconosce soltanto due generi, maschio e femmina. Noi non avremo uomini che parteciperanno in sport femminili e le operazioni "transgender", diventate così frequenti, torneranno ad essere molto rare».
E conclude sul tema sicurezza e spese militari, richiedendo a tutti i Paesi Nato «di aumentare i budget della difesa al 5% del Pil», perché la loro sicurezza era stata finora pagata dagli Stati Uniti, e ora devono assumersi la propria parte. Sui conflitti in atto, Trump afferma che «già prima di assumere l'incarico, la mia squadra ha negoziato un cessate il fuoco in Medio Oriente... e gli ostaggi hanno iniziato a tornare dalle loro famiglie». E poi la guerra in Ucraina: «i nostri sforzi per assicurare un accordo di pace tra Russia e Ucraina sono in corso...è così importante... nessuno ha visto nulla di simile dalla Seconda Guerra Mondiale... è ora di porvi termine». E, conclude, «abbiamo ottenuto più risultati in quattro giorni che la passata amministrazione in quattro anni. E abbiamo appena iniziato».
C'è da attendersi che a Davos, soprattutto le burocrazie europee, si siano sentite gelare il sangue: "The sheriff is back in town", la ricreazione è finita.
Nota di BastaBugie: per vedere il video (durata: 43 minuti) con l'intervento di Trump a Davos con la traduzione simultanea in italiano, clicca qui!
Stefano Magni nell'articolo seguente dal titolo "Prima guerra dei dazi: la Colombia deve rimpatriare gli illegali" racconta come la Colombia abbia in un primo tempo rimandato indietro due aerei Usa carichi di immigrati illegali da rimpatriare. Trump minaccia sanzioni e il presidente Petro deve cambiare idea e accettare.
Ecco l'articolo completo pubblicato su La Nuova Bussola Quotidiana il 28 gennaio 2025:
Hanno fatto il giro del mondo le immagini degli immigrati illegali, ammanettati (come da prassi, non è certo una novità di Trump) e imbarcati su aerei da trasporto militari C-17, per essere rimpatriati nel paese d'origine. Ma le ha viste anche la persona "sbagliata", il presidente della Colombia, Gustavo Petro. Il quale, per reazione istintiva e improvvisa, ha impedito a quei due aerei militari statunitensi di atterrare sul suo territorio nazionale, rimandandoli indietro. Ci si sarebbe attesi un lungo braccio di ferro diplomatico fra Colombia e Usa. Ma la reazione di Donald Trump, non viscerale come quella di Petro, ma lucida e calcolata, ha chiuso la questione in meno di 24 ore. La Colombia accetta tutte le condizioni statunitensi.
Cosa è successo in questa piccola guerra, non guerreggiata, nell'America Latina? Domenica mattina, 26 gennaio, mentre gli aerei americani erano in volo, con a bordo ottanta immigrati ciascuno, il presidente Petro ha tweettato: gli Usa «non possono trattare i migranti colombiani come criminali». Poi ha aggiunto: «Non permetto l'ingresso di aerei americani con migranti colombiani nel nostro territorio». Ai due C-17 è stato negato il permesso di atterrare, dopo che erano decollati da San Diego ed erano già in volo sull'America centrale. La decisione del presidente colombiano, è giunta come una sorpresa anche alle orecchie del suo stesso governo. Non solo aveva concesso il permesso diplomati
29 JAN 2025 · VIDEO: JD Vance alla Marcia per la Vita ➜ https://www.youtube.com/watch?v=23XJ2SqI8FA
TESTO DELL'ARTICOLO ➜ https://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=8059
LA RIVOLUZIONE DI TRUMP E' INIZIATA SUBITO E FAVORISCE LA VITA di Luca Volontè
Il presidente Donald Trump ha firmato, sino ad ora, 48 ordini esecutivi dal suo giuramento di lunedì 20 gennaio scorso, descritto su queste pagine. I suoi ordini esecutivi riguardavano politiche relative all'economia, alla protezione dei confini, all'ideologia di genere e altro ancora. Gli ordini esecutivi non sono l'equivalente legale delle leggi approvate dal Congresso.
Sono ordini del presidente in quanto capo dell'esecutivo che dirigono il comportamento e le azioni delle agenzie federali e dei dipendenti nell'adempimento delle loro responsabilità ai sensi di tali leggi e dei doveri del presidente in quanto comandante in capo. La più importante decisione di Trump, secondo me, è stata quella di ristabilire la libertà di parola e opinione anche in pubblico, come previsto dal Primo Emendamento della Costituzione degli Stati Uniti, dopo che, negli ultimi 4 anni, «la precedente amministrazione ha calpestato i diritti di libertà di parola censurando il discorso degli americani ... con il pretesto di combattere "disinformazione" e "misinformazione", il governo federale ha ... promosso la narrazione preferita dal governo su questioni significative del dibattito pubblico». Una decisione, scusate il gioco di parole, decisiva anche per la libertà religiosa nel paese e dovrebbe essere presa sul serio anche dalle istituzioni europee, sempre più affascinate dalla censura politicamente corretta.
Con i suoi ordini esecutivi Trump ha anche revocato 78 decisioni di Biden (67 ordini esecutivi emessi dal suo predecessore e 11 memorandum "presidenziali") su identità di genere, DEI (politiche di diversità, equità e inclusione), misure per la mitigazione dei cambiamenti climatici, la revoca della designazione di Cuba come "stato sponsor del terrorismo" e all'indebolimento dell'applicazione delle leggi sull'immigrazione. Per evidente economia di spazi giornalistici, ci concentriamo sulle decisioni che, al momento, interessano il valore della vita nascente, l'ideologia gender e woke, l'educazione. Senza dimenticare la forte pressione anche il 21 gennaio della Thomas More society e diversi senatori e deputati repubblicani affinché il Presidente USA perdoni, oltre ai manifestanti del 6 gennaio 2021, anche i manifestanti pacifici e pro-life accusati di violazione della legge sulla libertà di accesso agli ingressi nelle cliniche (FACE Act), iniziativa da noi descritta nei giorni scorsi.
DURO LAVORO, MERITO E UGUAGLIANZA
In particolare, lunedì, Trump aveva già revocato la decisione di Biden di inserire politiche di inclusione, rispetto della diversità ed equità e verificarne l'implementazione in tutte le agenzie e strutture del governo federale. Una decisione che, secondo Trump, ha corrotto le istituzioni federali, «sostituendo duro lavoro, merito e uguaglianza con una gerarchia preferenziale divisiva e pericolosa». Ieri, 22 gennaio, ha firmato un nuovo ordine esecutivo che protegge i diritti civili di tutti gli americani ed espande le opportunità individuali ponendo fine alla radicale preferenza DEI negli appalti federali e ordinando alle agenzie federali di combattere, senza sosta, la discriminazione nel settore privato. Con questa decisione di Trump, si pone fine alla discriminazione per "diversità, equità e inclusione" (DEI) nella forza lavoro federale, negli appalti e nelle spese federali.
Le assunzioni, le promozioni e le valutazioni delle prestazioni a livello federale premieranno l'iniziativa individuale, le capacità ed i talenti, le prestazioni e il duro lavoro e non, in nessun caso, fattori, politici, etnici, ideologici, sensibilità sessuali, altri requisiti o privilegi di minoranze previsti dalle politiche DEI. Il presidente Trump ha ristabilito anche la "Responsabilità per le posizioni che influenzano le politiche all'interno della forza lavoro federale", che prevede per i lavoratori federali l'obbligo di «implementare fedelmente le politiche amministrative al meglio delle loro capacità, in linea con il loro giuramento costituzionale e con l'attribuzione dell'autorità esecutiva esclusivamente al Presidente. Siamo al ritorno della responsabilità e alla giusta punizione per i funzionari che rallentano o boicottano l'esecutivo per motivi politici o ideologici. La mancata osservanza di ciò costituisce motivo di licenziamento».
Trump ha dato riprova anche della sua avversione alle pericolose e fantasiose ideologie del gender e un ordine esecutivo specifico sull'ideologia di genere, o in difesa della specificità femminile e maschile, riafferma la evidenza biologica e biblica dei due sessi e delle loro differenze e complementarità che Joe Biden, con le sue politiche ed iniziative ossessive, negli ultimi quattro anni ha cercato di cancellare, imponendo dapprima la confusa ideologia dell'istintività gender, poi la promozione del transgenderismo.
MASCHI O FEMMINE, PUNTO
Al posto di confusione ed equivoci su "identità di genere" e "sesso assegnato alla nascita", questo ordine esecutivo cerca di radicare la legge e la politica federale sul fondamento della biologia e cancellare la promozione federale dell'ideologia di genere, anche nelle prigioni femminili, vieta il finanziamento federale delle procedure di "transizione" di genere e, di conseguenza, annulla tutti i precedenti documenti di orientamento del Dipartimento dell'Istruzione degli Stati Uniti relativi all'ideologia di genere.
Il presidente Donald Trump ha anche firmato un ordine esecutivo che ritirava gli Stati Uniti dall'Organizzazione mondiale della sanità (OMS). Nello specifico, l'ordine annuncia l'intenzione degli Stati Uniti di ritirarsi, sospende il trasferimento di tutti i fondi statunitensi all'OMS, richiama tutto il personale del governo statunitense distaccato o assunto per lavorare nell'OMS e pone fine alla partecipazione degli Stati Uniti alle negoziazioni per l'accordo pandemico dell'OMS e agli emendamenti al Regolamento sanitario internazionale.
Il processo di ritiro richiede un anno, ma le restrizioni sopra menzionate hanno effetto immediato. Nell'anno fiscale 2024, i finanziamenti per la salute globale degli Stati Uniti erano di circa 12 miliardi di dollari. Questa decisione taglia di netto anche i fondi spesi dall'OMS per promuovere l'aborto nel mondo, corrispondenti a circa l'11% del bilancio annuale attraverso il "Programma di Riproduzione Umana" (HRP).
Insieme a ciò, il Presidente Trump ha sospeso per 90 giorni gli aiuti allo sviluppo estero, in attesa di valutazioni di efficienza e coerenza con la sua politica estera. Una sospensione per valutazione anche dei copiosi finanziamenti vincolati di Washington, più volte denunciati anche su queste pagine, che l'amministrazione Biden elargiva imponendo, ai paesi terzi, politiche contraccettive, la piena legalizzazione dell'aborto, l'educazione transgender e woke.
L'ultimo rendiconto ufficiale degli aiuti esteri nell'amministrazione Biden mostra che 68 miliardi di dollari sono stati impegnati per programmi all'estero in 204 paesi e regioni. La verifica puntuale su questi finanziamenti verrà compiuta dal Segretario di Stato, il cattolico, Marco Rubio, entrato in carica il 21 gennaio, dopo l'approvazione della sua nomina all'unanimità delle commissioni del Senato e a seguito del giuramento nelle mani del cattolico e Vice Presidente degli USA J.D. Vance.
Nota di BastaBugie: Ermes Dovico nell'articolo seguente dal titolo "Trump grazia 23 pro vita, perseguitati sotto Biden" racconta che il presidente degli Stati Uniti ha concesso la grazia a 23 attivisti pro vita, perseguiti ingiustamente dall'amministrazione Biden. E nella tradizionale March for Life, con decine di migliaia di partecipanti invia un suo videomessaggio e il vicepresidente Vance.
Ecco l'articolo completo pubblicato su La Nuova Bussola Quotidiana il 25 gennaio 2025:
Tra gli ordini esecutivi firmati da Donald Trump nei primi giorni del suo secondo mandato alla Casa Bianca, c'è anche quello della grazia concessa a 23 attivisti pro vita ingiustamente perseguiti dal Dipartimento di Giustizia sotto l'amministrazione Biden, per aver manifestato nei pressi o all'interno di cliniche per aborti. «È un grande onore firmare questo», ha detto il presidente degli Stati Uniti, aggiungendo che le suddette 23 persone, diverse anche anziane, non dovevano essere perseguite. Con questo ordine esecutivo - firmato il 23 gennaio, il giorno prima della tradizionale March for Life - Trump ha mantenuto una promessa più volte ripetuta durante la sua campagna elettorale.
In rappresentanza di 21 di questi 23 attivisti, la Thomas More Society aveva inviato la settimana scorsa una petizione circostanziata, con la quale chiedeva al 47° presidente degli USA un «perdono pieno e incondizionato» dei propri assistiti, presentando le informazioni personali di ciascuno di loro e i casi in cui erano stati coinvolti. [...]
Particolare il caso di Herb Geraghty. L'uomo - rilasciato dal carcere dopo aver scontato 17 mesi su 27 complessivi di pena - ha deciso di rifiutare la grazia presidenziale perché intende continuare a combattere in tribunale contro la condanna subita. A rappresentare Herb è la Life Legal Defense Foundation, il cui avvocato John Kiyonaga ha detto: «La decisione di Herb di rinunciare alla grazia è una dichiarazione coraggiosa contro i procedimenti giudiziari politicamente motivati che calpestano la libertà di parola e i diritti di protesta pacifica». Una protesta pacifica, va ricordato, mirante a salvare la vita di bambini
8 JAN 2025 · TESTO DELL'ARTICOLO ➜ https://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=8040
DOPO L'OPZIONE BENEDETTO CI VUOLE QUELLA DI SAN BONIFACIO di John Horvat
Con l'America che si dirige verso il paganesimo, l'opzione Benedetto non è né benedettina né opzionale. I social media sono pieni di video di violenze e disordini civili. A volte sembra che la civiltà sia ridotta a una sottile patina. L'unica cosa che sembra tenere la società ancora fuori dalla barbarie è quel poco che resta della civiltà occidentale e dei suoi costumi. Un sottile e fragile guscio è tutto ciò che ancora protegge le persone dagli orrori crudeli del paganesimo, e quel guscio rischia di andare in frantumi. Molte persone sono alla ricerca di rifugi del tipo "opzione Benedetto" per scansare la tempesta.
Questa situazione precaria è il tema del libro di John Daniel Davidson (2024), Pagan America: The Decline of Christianity and the Dark Age to Come (ndt: "L’America Pagana: il declino della Cristianità e l’epoca oscura in arrivo"). La tesi del suo libro è affascinante. Il giovane autore cattolico afferma che l'America si sta dirigendo verso il paganesimo.
Questo avrà gravi conseguenze e l’autore non si fa illusioni su ciò che questo significa. Il paganesimo non è quella rappresentazione politicamente corretta che Hollywood fa di popoli primitivi o di nobili selvaggi. È quello stato dell'umanità in cui non esistono restrizioni e interdizioni, e ogni tipo di crudeltà e barbarie è consentita. I cittadini sono trasformati in schiavi; abbondano rituali, persecuzioni e satanismo. In effetti, si crea un inferno sulla terra.
Non si tratta di elucubrazioni inutili. L'autore fornisce esempi molto grafici di paganesimo per documentare la minaccia. Esamina le atrocità di popoli pagani come i vichinghi e i sanguinari aztechi. Cita persino i rabbiosi radicali della Rivoluzione francese, il cui culto della Ragione e il regno del Terrore sono modelli compiuti di un moderno esperimento pagano.
Soprattutto, i suoi esempi mostrano come il paganesimo cercherà di sradicare il cristianesimo e, soprattutto, la Chiesa cattolica. Cercherà di ripristinare gli orrori pagani dei sacrifici umani, del culto degli idoli e della superstizione. "Se lasciata fuori controllo e non avversata dalla fede cristiana" - scrive Davidson - "una società potrà indugiare indefinitamente nel paganesimo, persino in quello della peggior specie".
I MEZZI MODERNI SONO USATI PER UN FUTURO PAGANO
La tecnologia moderna non fa che peggiorare la diffusione del neopaganesimo, aumentandone la portata. Il paganesimo high-tech sta entrando in scena, soprattutto con l'introduzione dell'IA. In effetti, l'autore riferisce che coloro che lavorano sull'IA "parlano apertamente di 'costruire dio' o 'creare dio', sfruttando poteri simili a quelli di un dio per trascendere i limiti della semplice umanità".
I metodi moderni contribuiscono anche a schiacciare la resistenza al neopaganesimo in arrivo. L'autore sostiene che il nuovo ethos neopagano post-cristiano "inaugurerà una persecuzione religiosa sponsorizzata dallo Stato su una scala mai vista dai tempi della persecuzione dioclezianea dell'inizio del IV secolo".
Davidson analizza quindi una per una tutte le influenze che stanno spingendo l'America verso il paganesimo: l'aborto, l'eutanasia, il transgenderismo, il satanismo, l'IA e lo Stato pagano.
L'autore entra nei dettagli (a volte un po' troppo), mostrando lo sviluppo di ogni influenza e il suo parallelo pagano. Vede l'aborto e l'eutanasia come manifestazioni del sacrificio umano. La stregoneria e il satanismo postmoderni sono l'equivalente dei culti religiosi pagani. Documenta persino casi di apparizione di spiriti demoniaci nella nascente IA di oggi. È un libro avvincente che mostra dove si sta dirigendo la nazione.
UN'OPZIONE BONIFACIO
L'autore è coraggioso. Non usa mezzi termini e non cerca di indorare la pillola sull'imminente neopaganesimo. Non si fa illusioni su ciò che accadrà quando il guscio dell'insegnamento morale della Chiesa cattolica e ciò che resta della civiltà cristiana occidentale cadranno del tutto. Ciò porterà alla distruzione dell'Occidente, alla persecuzione dei cristiani e persino al martirio.
In effetti, ci si inganna se si pensa che, dopo l'estinzione del cristianesimo, si vivrà in un ordine costituzionale in cui tutti rispetteranno i loro diritti e le loro libertà. Non appena l’ordine cristiano cadrà, saranno possibili gli atti e le persecuzioni più barbari.
L'autore ha anche l'onestà di dire che in queste circostanze non può esistere un'opzione Benedetto. L'America pagana non permetterà mai ai cristiani di vivere in pace. Soltanto proteggersi dalla cultura dominante, come propone l'opzione Benedetto, è uno scarso minimo. Limitare la propria reazione alla sola difesa non è veramente né "benedettino" né "opzionale". I veri cristiani hanno il dovere di fare molto di più.
In effetti, il signor Davidson assume un’ammirevole posizione proattiva. Il futuro è in mano a una "minoranza forte e senza tentennamenti, che proclama con coraggio la propria fede in pubblico". Chiaramente egli preferisce all'opzione Benedetto piuttosto quella di Bonifacio. I veri cristiani dovrebbero imitare san Bonifacio e tagliare le sacre querce pagane. Non c'è nulla di sbagliato in questa scelta.
Tuttavia, c'è un grosso problema nel modo in cui viene presentata nel libro. Questo appello all'azione si limita a soluzioni politiche naturali e locali che, a suo avviso, richiederanno generazioni per essere attuate. Purtroppo, l'autore esclude proprio l'azione fulminante della Grazia e dell'assistenza divina che ha sostenuto e permesso a San Bonifacio di realizzare conversioni e cambiamenti immediati. I cristiani devono tempestare il cielo di soluzioni che arrivino presto come parte di un attivismo efficace.
Nonostante questo particolare, America pagana: The Decline of Christianity and the Dark Age to Come è un libro altamente rinfrescante, con il giusto atteggiamento che spesso manca a chi cerca solo di sopravvivere.
Aggiungendo questa assistenza divina, il suo programma per l'America è altrimenti eccellente. Consiste nell'agire "per cacciare i neopagani, tagliare i loro alberi sacri e, in nome di San Bonifacio, usare il legno per costruire una nuova chiesa".
10 DEC 2024 · VIDEO: La Richards nega la vendita di organi di bambini abortiti ➜ https://www.youtube.com/watch?v=7o9xICmgCJA&list=PLolpIV2TSebVzYmc5B11R08Qd2ib0ZEgL
TESTO DELL'ARTICOLO ➜ https://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=8007
BIDEN: DALLA GIORNATA TRANS AL PREMIO ALL'ABORTISTA di Luca Volontè
Le tv pubbliche e private ci hanno mostrato un Joe Biden commosso all'ascolto delle lodi profuse dalla moglie Jill durante la cerimonia di ringraziamento per il sostegno ricevuto dai molti che hanno partecipato al ricevimento alla Casa Bianca per celebrare non solo la fine del suo mandato alla presidenza ma anche il suo quarantennale impegno politico.
In realtà, ci sarebbe molto da piangere per quello che Biden ha compiuto nella sua opera di ipocrita "cattolico devoto" e di propugnatore non solo di guerre e armamenti ma anche di depravazioni dei costumi, violenza contro il pudore infantile e persino diffusione globale delle pratiche omicide verso i nascituri. Proprio in questi giorni, a poche settimane dal passaggio formale di consegne a Donald Trump, Biden ha trovato il tempo di attribuire un altro riconoscimento agli abortisti e celebrare, per l'ennesima volta in coincidenza con una ricorrenza religiosa cattolica, l'orgoglio Lgbt.
Il presidente ha insignito della più alta onorificenza civile Cecile Richards, che ha guidato sino a sei anni fa Planned Parenthood, potente multinazionale dell'aborto, e ha sulla coscienza il sangue di milioni di bambini non nati. Joe Biden e la moglie Jill, in una cerimonia tenuta segreta ma svoltasi alla Casa Bianca lo scorso mercoledì 20 novembre, le hanno attribuito la medaglia presidenziale della libertà per il suo «coraggio assoluto» e l'«impavidità» del suo impegno che, secondo Biden, ha lasciato «un'eredità ispiratrice». Per l'attuale inquilino della Casa Bianca, la Richards ha «guidato alcune delle cause più importanti per i diritti civili della nostra nazione: elevare la dignità dei lavoratori, difendere e far progredire i diritti riproduttivi e l'uguaglianza delle donne e mobilitare gli americani per esercitare il loro potere di voto». La Richards ha ovviamente pubblicizzato l'encomio ricevuto, ringraziando il presidente Biden e la first lady per «tutto ciò che avete fatto per sostenere la salute e i diritti delle donne».
La Richards è stata alla guida della Planned Parenthood dal 2006 al 2018 e, proprio durante quel periodo, è stata ripresa in un video girato sotto copertura mentre organizzava pagamenti per tessuti fetali di bambini abortiti, difendendo il proprio lavoro come «programmi di donazione, come qualsiasi altro fornitore di assistenza sanitaria di alta qualità». Proprio in questi giorni sono emerse nuove prove di tale compravendita, peraltro illegale, di tessuti fetali di bimbi abortiti ad opera di Planned Parenthood, come riferisce un nuovo rapporto sulla fornitura di bimbi «vitali non anomali» all'Università della California - San Diego (UCSD), per alcune sperimentazioni sui loro corpicini.
Che l'omicidio degli innocenti e la barbarie del commercio di esseri umani assurga agli onori a Washington è, di per sé, sconcertante. Ma a Biden evidentemente non bastava. Il 20 novembre, a pochi giorni dall'inizio dell'Avvento (domenica 1 dicembre, nel Rito romano), il presidente che si professa cattolico ha celebrato il cosiddetto Transgender day of remembrance, una giornata promossa dalle organizzazioni Lgbt per ricordare le persone trans che hanno perso la vita a causa della violenza o sono discriminate e per sensibilizzare l'opinione pubblica sulla comunità transgender. Per l'occasione, Biden ha detto che la propria Amministrazione ha «intrapreso azioni significative per rafforzare i diritti e proteggere la sicurezza di tutti gli americani, compresa la collaborazione in tutto il governo federale per combattere la violenza contro gli americani transgender» e, aggiungiamo, favorire norme e programmi scolastici che distruggano ogni senso del pudore nei bambini, privino i genitori dei lori diritti nei casi di desiderato "cambio di sesso" e penalizzino le donne nelle competizioni sportive.
Sempre Biden, il 31 marzo, aveva celebrato la Giornata internazionale della visibilità transgender, nonostante quest'anno coincidesse con la santa Pasqua cattolica. C'è molto da riflettere su questo "cattolico devoto", così ben accolto, in tutti questi anni, nelle stanze vaticane e vezzeggiato in ambienti gesuiti e da alcuni cardinali americani (Cupich e McElroy in primis) vicini a papa Francesco. Piangiamo sì, ma di gioia, per la buona notizia dell'imminente fine del suo mandato.
Nota di BastaBugie: Giuliano Guzzo nell'articolo seguente dal titolo "Ecco le nomine Pro-Life di Trump che terrorizzano la lobby dell'aborto" spiega che Trump sta scegliendo alcuni prolife nei posti chiave e promette di tagliare i fondi federali a Planned Parenthood.
Ecco l'articolo completo pubblicato sul sito del Timone il 30 novembre 2024:
Che Amministrazione sarà sui temi etici quella di Donald Trump? Gli Stati Uniti cambieranno rotta in particolare sull'aborto? Al 20 gennaio, data di insediamento del Presidente eletto, mancano ancora delle settimane, ma l'interrogativo è lecito. Per provare a rispondervi con certezza, naturalmente, occorre pertanto ancora aspettare anche se, attenzione, ci sono delle nomine - su tutte quella di Dave Weldon - e degli annunci - come il taglio di 300 milioni alle organizzazioni pro aborto - che fanno ben sperare. Così come in generale fa ben sperare la stessa elezione di Trump che ha comunque sconfitto una candidata - Kamala Harris - e con lei tutta l'agenda Lgbt, woke e radicale che portava con sé.
Un primo spunto senza dubbio positivo per chi abbia a cuore la difesa della vita è la nomina trumpiana di Dave J. Weldon. Classe 1953, medico della Florida, già deputato, il repubblicano Weldon è infatti stato scelto dalla nuova Amministrazione per guidare i Centri per la prevenzione e il controllo delle malattie (Cdc). I media tendono a presentare Weldon più che altro come un critico dei vaccini o addirittura no vax, ma questa etichetta appare molto riduttiva rispetto all'impegno anche politico di questo politico e padre di famiglia. Infatti in passato costui è stato promotore di un emendamento che stabiliva come nessun fondo pubblico potesse essere disponibile ad una «agenzia o a un programma federale, o a un governo statale o locale, se tale ente sottopone un'altra entità sanitaria istituzionale o individuale a discriminazione sulla base del fatto che [quest'ultima] non fornisce copertura o paga per aborti». Insomma, nonostante debba comunque passare al vaglio del Senato, quella di Weldon è una nomina che, se confermata, sarà importante anche perché, a detta di molti osservatori pure repubblicani, bilancia quella del democratico Robert F. Kennedy Jr. alla guida dell'HHS, l'ente che sovrintende al Cdc - dato che, storicamente, Kennedy tutto è fuorché un pro life.
Peraltro, Weldon non è il solo pro life nominato da Trump per il suo futuro governo, dato che contro l'aborto sono anche Marco Rubio, scelto come futuro Segretario di Stato - e che da senatore ha promosso interessanti atti politici per la vita, come la legge «Providing for life» -, Elise Stefanik, scelta come nuova Ambasciatrice Usa all'Onu - già critica sulle «tattiche intimidatorie» adottate dai democratici contro Trump in merito alle sue posizioni meno aperte sull'aborto. Ma al di là dei singoli nomi è proprio il clima che si respira ad essere cambiato, non a caso il The Guardian del 17 novembre scorso scriveva apertamente che «con il ritorno di Trump i gruppi pro life stanno stilando ambiziosi elenchi di politiche che sperano di vedere attuate sotto un'amministrazione favorevole».
Su quali siano questi «ambiziosi elenchi», come si diceva all'inizio, un annuncio molto importante è già stato fatto. Elon Musk e Vivek Ramaswamy, anch'essi probabili membri della futura amministrazione, hanno infatti firmato insieme un editoriale come lettera aperta al Wall Street Journal in cui hanno identificato tra le priorità di spending review «i 500 miliardi di dollari in più di spese federali annuali che non sono approvate dal Congresso o vengono utilizzate in modi che il Congresso non ha mai previsto, da 535 milioni di dollari all'anno alla Corporation for Public Broadcasting, ai 1.5 miliardi di dollari per sovvenzioni a organizzazioni internazionali a quasi 300 milioni di dollari a gruppi progressisti come Planned Parenthood». Il taglio di 300 milioni di dollari al colosso abortista Planned Parenthood non potrà non avere ripercussioni positive sulla battaglia pro life. E il fatto che sia già stato annunciato, fa davvero ben sperare per la futura linea della Casa Bianca sui temi etici. A tutto ciò va poi aggiunto il fatto che già nel gennaio 2017, proprio tra i suoi primi atti, Trump firmò un ordine esecutivo che tagliava fondi per le Ong che praticano aborti all'estero, o forniscono informazioni a riguardo e che proprio grazie al tycoon si deve la nomina dell'attuale Corte Suprema, quella che nel giugno 2022 ribaltò la sentenza Roe vs Wade, lanciando al mondo un messaggio valido anche per l'Italia e per la "nostra" 194, vale a dire che nessuna norma è intoccabile. Dunque con Trump e la sua amministrazione c'è da ben sperare? Alcune premesse dicono di sì ma... staremo a vedere.
LE PROMESSE DI TRUMP: VIETARE LE MUTILAZIONE SESSUALI NEI MINORI<
3 DEC 2024 · TESTO DELL'ARTICOLO ➜ https://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=8004
I SETTE MOTIVI PER CUI HA STRAVINTO TRUMP di Edwin Benson
Il giorno dopo le elezioni del 2024, il media di "centro-sinistra" CNN ha titolato: "Che cosa è appena successo? È stata l'economia, stupido". L'ABC ha fatto eco: "Il profondo malcontento economico nei confronti di Biden ha spinto gli elettori verso Trump".
Le difficoltà economiche potrebbero aver convinto molti elettori "indecisi" a trascurare le loro remore nei confronti di Trump e a votare per lui. Tuttavia, altre questioni molto più profonde hanno giocato un ruolo nella vittoria. Ci sono sette lezioni da trarre dalle elezioni che vanno ben oltre il portafoglio.
1. L'AMERICA VUOLE UNA NUOVA LEADERSHIP FERMA
Il risanamento non si può ottenere solo eliminando le leggi sbagliate e i programmi fallimentari. Non avverrà promettendo sussidi gratuiti, tagli alle tasse o altri tipi di assistenza. Le elezioni hanno dimostrato che i cittadini vogliono una nuova leadership in grado di cambiare la direzione del Paese e di riportare la strada verso il buon senso e la stabilità. Quest'atteggiamento si è riflesso nel dibattito. La gente non vuole luoghi comuni, ma leadership ferma.
2. VOGLIAMO (E ABBIAMO BISOGNO) DI DIO!
La sinistra detesta "l'americano dei dieci comandamenti", che è una parte essenziale del pubblico e ha un attaccamento particolare a tutto ciò che riguarda Dio e la sua Legge. Uno dei candidati ha accolto i riferimenti a Dio, alla preghiera e alle Scritture per tutta la durata delle elezioni presidenziali. L'altro candidato non ha accolto questo messaggio. I risultati dimostrano che la religione risuona ancora con il pubblico americano. È tempo di riportare Nostro Signore al centro della vita americana.
3. LA POLITICA NON PUÒ SOSTITUIRE LE FAMIGLIE
La famiglia tradizionale è la base di ogni ordine nella società. Dio ha creato la famiglia per soddisfare i bisogni più elementari di ogni persona. I bambini imparano le lezioni fondamentali sulle ginocchia delle loro madri. I padri insegnano ai figli a lavorare e a mantenersi. I genitori insegnano ai figli ad amare Dio e la sua Legge.
Le elezioni hanno riguardato le famiglie. È stata una disputa tra due visioni della famiglia. Una visione vedeva la "famiglia" come qualsiasi cosa gli venisse in testa che sia. Così si favoriva l'aborto, le unioni fallite, i fallimenti scolastici e gli inefficaci programmi di assistenza sociale. L'altra visione si è attenuta in maggioranza all'unione tradizionale tra un uomo e una donna, finalizzata all'educazione della prole. È ora di abbandonare la fallacia che sia il governo a sapere che convenga meglio alla famiglia.
4. LA SOCIETÀ PERMISSIVA DISTRUGGE TUTTO
Per troppi anni, la sinistra governativa, accademica e mediatica ha liquidato la moralità come repressione e tirannia. Le rovine di questa premessa giacciono ovunque in una società che cade a pezzi. Questa rivoluzione all'interno della società sta spingendo tutto - identità, sessualità e comportamento - verso una violenza e un radicalismo sempre maggiori. Queste elezioni hanno messo in discussione le premesse e le promesse della società permissiva.
5. NON SI PUÒ PREDICARE L'UNITÀ MENTRE SI SEMINA LA DIVISIONE
L'unità è uno dei più profondi desideri dell'umanità. I sinistrorsi usano questa parola come una clava, brandendola contro chiunque denunci le loro erronee idee. In realtà, nelle loro mani essa diventa un cuneo, promuovendo la divisione e, in ultima analisi, la disperazione. La sinistra semina discordia introducendo comportamenti divisivi, stili di vita aberranti e politiche identitarie (LGBT, transgender, ecc). Usa la parola unità per imporre queste idee al pubblico, che non vuole essere costretto a ingoiare queste cose. Le elezioni hanno evidenziato il rifiuto di programmi che gli americani non condividono.
6. IL GOVERNO ESISTE PER PROMUOVERE IL BENE COMUNE
Il compito fondamentale del governo è quello di promuovere il bene comune. Purtroppo, la politica governativa spesso abbandona questo ruolo promuovendo cose che non sono né comuni né buone. Le politiche identitarie (LGBT, transgender, ecc) creano divisioni e risentimento. Utilizzando la narrativa della lotta di classe degli oppressi contro gli oppressori, queste politiche di sinistra non cercano di unire le persone nel bene, ma di dividerle.
7. LO STATO NON DEVE INTROMETTERSI NELLA VITA QUOTIDIANA
L'elezione potrebbe essere vista come una protesta contro l'intromissione del governo nella vita quotidiana di tutti. Il governo censura le parole che offendono le presunzioni "woke". La sanità pubblica giustifica le limitazioni su alcuni cibi e bevande. L'assistenza all'infanzia spesso diluisce deliberatamente l'autorità dei genitori e può portare a mutazioni "di genere". La preoccupazione per "l'ambiente" limita l'uso legittimo della terra e promuove l'"energia sostenibile". Queste politiche sono andate troppo oltre e stanno opprimendo i cittadini rispettosi della legge.
Le elezioni di novembre hanno dato alcuni insegnamenti. I politici di entrambi gli schieramenti ne trarranno qualche insegnamento?
Il rifiuto totale di tante idee di sinistra dovrebbe dare ai leader politici un'idea di ciò che gli americani non vogliono. È necessario pregare e impegnarsi molto se si vuole che l'America torni all'ordine.
Nota di BastaBugie: Alessandra Nucci nell'articolo seguente dal titolo "Usa, il voto cattolico mobilitato contro la deriva woke" spiega che se nel 2020 gli elettori cattolici erano "assorbiti" equamente tra i due campi, quest'anno si sono schierati in maggioranza per Trump. Uno spostamento a destra per scongiurare l'offensiva ideologica di una eventuale amministrazione Harris.
Ecco l'articolo completo pubblicato su La Nuova Bussola Quotidiana il 19 novembre 2024:
Secondo alcuni calcoli, l'elettorato cattolico ha fatto la differenza nella recente clamorosa vittoria che ha riportato Donald J. Trump alla Casa Bianca. Sono 52 milioni i cattolici in età di voto negli USA, la più grossa denominazione cristiana del Paese, rappresentando il 22 per cento dell'elettorato. Finora però non era mai stato un blocco caratterizzato in un modo o nell'altro, tant'è vero che si diceva che un "voto cattolico" neanche esistesse. Nel 2020 il voto era andato metà per uno ai due contendenti, 50 per cento per Trump, 49 per cento per (il cattolico) Biden.
Quest'anno invece gli exit-poll hanno registrato una netta preferenza dei cattolici per Trump. La NBC ha segnato una prevalenza di Trump contro Harris di 58% a 40%, che fra i cattolici bianchi sale a 61 a 35. Il Washington Post riporta un margine di 56-41%, per Fox News lo scarto è stato del 13%. Ugualmente massiccio il favore per Trump negli stati in bilico: in Michigan i cattolici hanno dato la preferenza a Trump con uno scarto del 20% in più rispetto ai voti per Kamala Harris, in Pennsylvania con il 14%, nel Wisconsin con il 16%, nella Carolina del Nord con il 17%, in Florida con uno stupefacente 29%.
A spostare a destra il voto dei cattolici americani è stata la reazione alla frangia estremista, "woke", del Partito Democratico (Kamala Harris ha più volte dichiarato che "bisogna essere woke"). Una volta il Partito Democratico si assicurava il voto cattolico con espressioni generiche sulla giustizia sociale, sull'inclusione e sull'attenzione per i poveri e I vulnerabili. Adesso a sentirsi vulnerabili sono gli americani, che con l'inflazione faticano ad arrivare a fine mese e che hanno visto invadere le proprie comunità dall'immigrazione incontrollata.
Per un Paese la cui identità comprende da sempre l'integrazione dello straniero, come attesta l'iscrizione sulla Statua della Libertà, è evidente la differenza fra l'immigrazione legale di una volta e l'immigrazione incontrollata avvenuta sotto la supervisione ufficiale ma inesistente della vice-presidente Harris.
Inoltre, gli zeloti del "woke", oltre a prendersela con il passato a scuola e rovesciando statue sulla strada, una volta arrivati al potere con Biden si sono scatenati contro i loro nemici ideologici, i movimenti pro-life, per colpire i quali sono state fatte irruzioni nelle case di nonne e padri di famiglia, arrestati e condannati per aver pregato pacificamente davanti alle cliniche abortiste.
L'aver assoldato, infine, a suon di milioni di dollari, la maggior parte dei più noti attori e cantanti del momento, non solo non ha avuto esito, ma nel caso degli elettori cattolici può aver innescato un effetto boomerang, stanti le posizioni abortiste espresse da personaggi come Madonna, nonché le molte esibizioni apertamente ammantate di satanismo.
Dal canto suo Donald Trump, cresciuto nella Chiesa cristiana presbiteriana, oggi si definisce "nondenom", categoria di cristiani che non si sentono di appartenere ad alcuna specifica denominazione, anche se sono molto dediti alla preghiera e seguono la Bibbia. Ma a raccomandarlo agli occhi dei cattolici, Trump ha dalla sua i molti atti compiuti da Presidente in difesa della libertà di religione: dalla difesa dell'obiezione di coscienza alla nomina di tre giudici anti-abortisti alla Corte Suprema, al divieto di alloggiare i detenuti trans biologicamente maschi nelle carceri femminili.
Sembrerebbero quindi superati gli anni della presa obamiana sulla cultura cattolica. Tuttavia, la mentalità che una volta caratterizzava specificamente la sinistra ha assunto posizioni più centrali nella cultura. Ancora nel 2004 George W. Bush era stato rieletto sulla base di valori cristiani. Oggi, nel 2024, le figure "valoriali" di spicco come Elon Musk, Tulsi Gabbard, e lo ste
26 NOV 2024 · TESTO DELL'ARTICOLO ➜ https://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=7998
L'ELEZIONE DI TRUMP HA CAMBIATO LA POLITICA AMERICANA (E MONDIALE) di John Horvat
Non tutti si rendono ben conto di quanto le elezioni abbiano cambiato la scena politica americana. I Democratici cercano di minimizzare il danno con sedute di biasimo, di esami di coscienza e di dita puntate alla ricerca di capri espiatori. Tuttavia, la perdita non può essere ridotta a persone o a politiche specifiche. Le elezioni hanno rappresentato un cambiamento storico.
La prima conclusione è che la sconfitta non riguarda solo l'economia. Gli americani sono abituati a pensare alle elezioni in termini di portafoglio. La risposta tipica a qualsiasi sconfitta elettorale è il familiare ritornello: È l'economia, stupido!
Tuttavia, questa elezione è stata diversa. Pur avendo dimensioni economiche, le elezioni non hanno riguardato solo l'economia. Le questioni principali ruotavano intorno al programma incendiario della sinistra. Gli elettori hanno rifiutato il wokismo, l'immigrazione clandestina di massa, il transgenderismo e lo scollamento del Partito Democratico con quanto sta accadendo nella società nonché le politiche economiche socialiste che hanno provocato l'inflazione.
Un grande malcontento: Quando è troppo è troppo
Le elezioni hanno riguardato il grande malcontento per l'indirizzo dato all'America. Questo malcontento è stato aggravato dal risentimento che l'americano medio prova per un programma che gli viene imposto. Non si trattava tanto di un voto per il presidente eletto Donald Trump, quanto di una protesta contro ciò che rappresentava la sua opposizione.
Uno scaltro politico francese, Hubert Védrine, ha definito i risultati "un'ondata popolare viscerale, nel senso più ampio del termine, di persone che vogliono porre fine al progressismo e al globalismo americano che dura da sessant'anni". L'ex ministro degli Esteri socialista ha osservato che la vittoria è stata una rivolta. Il suo messaggio era: "Progressismo: Basta! Quando è troppo è troppo!".
DIVERSITÀ, EQUITÀ E INCLUSIONE? ORA BASTA!
Secondo Fareed Zakaria del Washington Post, una delle cause principali della sconfitta è stata "il dominio a sinistra dell'ideologia dell'identità, che ha fatto sì che i democratici spingessero per tutti i tipi di politiche di diversità, equità e inclusione che sono uscite in gran parte dalla bolla urbana e accademica, ma che hanno alienato la gente comune".
In altre parole, le elezioni hanno messo a repentaglio un lavoro di sessant'anni. I cittadini ritengono che i progressisti li stiano spingendo troppo lontano e troppo in fretta. Sono stufi dell'atteggiamento arrogante di tanti liberal che disprezzano chi non è d'accordo con loro.
Ann Bauer, romanziere del Minnesota, ha scritto un'espressiva op-ed sul Wall Street Journal (7 novembre 2024) spiegando perché ha votato contro i Democratici. Il suo non è stato un voto per Trump, ma una protesta contro il "fanatismo della sinistra".
"Abbiamo votato per controllare lo slancio di questi movimenti, per fermare una malattia progressiva. Abbiamo votato contro l'idea che andare oltre sia sempre meglio. In cuor nostro, molti di noi si sono ribellati al prepotente senso di superiorità, alle persone che ci dicevano che noi eravamo troppo stupidi per capire, o troppo razzisti, troppo sessisti, troppo auto-odio, troppo simili ai nazisti".
La sua valutazione esprime bene l'atteggiamento inflessibile di tanti che si rifiutano di ascoltare ciò che accade nelle situazioni reali. La situazione diventa intollerabile e gli elettori del mondo reale vogliono uscire dall'incubo del wokismo. La gente esclama: "Smettetela, per carità!".
Il peso del voto cattolico
Allo stesso modo, anche il modo in cui la sinistra ha trattato la religione è stato un fattore critico in queste elezioni. Particolarmente importante è stato il voto cattolico. Molti pensano che sia stato essenziale per ribaltare la situazione contro i Democratici. (ndr, vedi sopra Visto da Roma di Julio Loredo).
Il voto cattolico rispecchia in genere il voto americano complessivo. Tuttavia, quest'anno i cattolici hanno votato per il candidato repubblicano con un margine medio superiore, più del 18%. Il professore del Grove City College Paul Kengor attribuisce questo cambiamento al fatto che "la nazione non aveva mai visto un ticket presidenziale così estremista come quello di Harris e Walz sulle questioni morali e culturali".
OSTILITÀ VERSO I TEMI RELIGIOSI
Egli osserva inoltre che la candidata democratica ha mostrato indifferenza e ostilità verso i temi religiosi. La campagna di Trump ha abbracciato immagini e temi cattolici. Il presidente eletto ha persino invocato San Michele Arcangelo nel giorno della sua festa.
I risultati delle elezioni hanno convogliato il messaggio che la religione è importante per gli americani. Chi ignora questa influenza ne paga le conseguenze.
Un disastro di proporzioni bibliche
Pertanto, l'elezione non è stata solo una sconfitta, bensì una batosta. Rappresenta il rifiuto del programma sessantennale del progressismo. Ha rivelato l'impazienza e il risentimento di molti americani che sono stanchi di essere cancellati, ridicolizzati e ignorati.
Lo stratega democratico Chris Kofinis ha misurato la portata della sconfitta, commentando: "È un disastro storico di proporzioni bibliche. Il Partito Democratico, così com'è, è morto. Questo è un riallineamento storico".
Secondo un'analisi elettorale della Reuters, le elezioni hanno mostrato ai Democratici che "i loro valori, orientati a sinistra e socialmente liberal, sono ora decisamente una minoranza tra gli americani".
Doug Sosnik, un altro stratega democratico, ha osservato: "Le elezioni del 2024 segnano il più grande spostamento a destra del nostro Paese dalla vittoria di Ronald Reagan nel 1980".
Gli elettori si sono espressi con una brusca virata a destra. Sono sconvolti dal messaggio sprezzante della sinistra. Sono esausti della velocità della marcia caotica della sinistra verso il socialismo, il transgenderismo e la rivoluzione woke in genere. Gli elettori hanno percepito un processo di autodistruzione che andava fermato.
LA REALTÀ DOPO QUESTA SCONFITTA
Tutte queste preoccupazioni dovranno essere affrontate dal panorama politico del dopo novembre e la sinistra dovrà valutare come fare i conti con la realtà dopo questa sconfitta.
All'indomani del massacro elettorale, la sinistra è in crisi e incolpa alla sua leadership, al suo messaggio e alle sue strategie, mai alle sue idee. Molti esponenti della sinistra raddoppiano le loro politiche fallimentari e adottano atteggiamenti ancora più paternalistici e spregianti nei confronti degli elettori che ritengono non abbiano compreso i veri problemi. I radicali sentono di aver aspettato troppo a lungo per la loro rivoluzione e credono erroneamente che la radicalizzazione della sinistra è il loro cammino verso la vittoria.
Altri esponenti della sinistra sembrano disposti a cambiare tutto, tranne la narrazione marxista della lotta di classe e dell'oppressione. Questa è la narrazione non negoziabile e comune per tutte le sfumature della sinistra.
Un cambio di rotta
In effetti, per rispondere alle preoccupazioni degli elettori, la sinistra dovrebbe smettere di essere di sinistra. Dovrebbe abbandonare il suo rigettato programma, che da oltre sessant'anni fa gravare sulla società. Ma qualsiasi arretramento verso il centro rischia di demoralizzare il suo nucleo radicale.
Questa necessità di avanzare e arretrare contemporaneamente mette la sinistra in una posizione difficile. Michael Sean Winters del National Catholic Reporter raccomanda ai Democratici di cambiare il proprio messaggio verso il centro "per riconquistare gli elettori della classe operaia".
Durante queste elezioni, quindi, è accaduto qualcosa di molto profondo in America. Non è stata l'economia, ma il cambiamento di una popolazione esausta. Non vuole il socialismo, ma un ritorno all'ordine.
13 NOV 2024 · TESTO DELL'ARTICOLO ➜ https://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=7976
TRUMP SCONFIGGE KAMALA (E LA NARRAZIONE DEI MASS-MEDIA) di Giuliano Guzzo
Chissà in che mondo vivono. Il dilemma irrisolto, dinnanzi alla nettissima vittoria di Donald Trump - rieletto Presidente degli Stati Uniti a furor di popolo (ha trionfato pure sul voto popolare, cosa che non aveva fatto neppure nel 2016) -, è sostanzialmente questo. Esiste difatti una nutrita schiera di giornalisti, influencer, esperti di cose americane ed opinionisti vari che per settimane, anzi in realtà per mesi, sulle elezioni degli Stati Uniti non ha fatto cronaca, semmai fantascienza. Come? Prima elogiando la candidata democratica, da subito presentata in odore di trionfo - Ricordate? «Kamala Harris già in vantaggio di due punti» (Corriere della Sera 24/7/2024) -, poi assicurando fin agli sgoccioli della campagna elettorale che non ci sarebbe stata partita, perché la vice di Biden «ha quattro punti di vantaggio su Trump» (IlSole24Ore, 3/11/2024). Certo, prudenzialmente alcuni avevano anche parlato negli ultimi giorni di "testa a testa" tra i due candidati, vero. Ma era palese che lo facessero più per scaramanzia che per altro, dato che nella narrazione dominante, non solo negli States (anche nelle tv italiane, fino a ieri sera, era dura trovare mezzo simpatizzante repubblicano), queste elezioni avevano, da una parte, una candidata con qualche pecca ma comunque donna e progressista - quindi una candidata del Bene -, e, dall'altra, una sorta di mostro impresentabile. Chi avesse dei dubbi al riguardo, può controllare l'aria da funerale che tira nei talk show di queste ore, i cui studi ricordano per vivacità la casa della famiglia Addams: sguardi vitrei, volti pallidi, commenti a denti stretti, parole di preoccupazione perché «adesso chissà che succederà all'Europa». C'è insomma tutta la conferma che chi doveva fare informazione ha in realtà fatto altro, e cioè militanza. La prova che le cose stiano così sta nel fatto che, a ben vedere, la vittoria di Donald Trump qualcuno l'aveva prevista eccome. Per esempio, l'istituto demoscopico AtlasIntel - lo stesso, guarda caso, che pure nel 2020 ci aveva azzeccato col massimo grado di accuratezza. Ma anche i mercati e gli scommettitori, in realtà, davano per probabile un ritorno alla Casa del Tycoon. Irrituale era parso pure il mancato endorsement dem di testate come il Washington Post e Los Angeles Times. Insomma, i segnali che il vento non fosse proprio pro Harris c'erano. Eppure, dicevamo, per mesi c'è stato raccontato ogni giorno un mondo che, semplicemente, non esiste. È il mondo insegnato nelle università «inclusive» e per i quale si battono le varie Taylor Swift Julia Roberts, Oprah Winfrey e Lady Gaga... Tutte signore professioniste nei loro ambiti, sia chiaro. Ma che forse hanno qualche problemino a capire la realtà. Solo infatti chi staziona in un universo parallelo - a proposito del chissà in che mondo vivono - può stupirsi del fatto che alla maggioranza delle persone l'aborto libero fino al nono mese possa interessare più di un lavoro ben retribuito, o che gli asterisch* possano venir prima dei controlli sull'immigrazione, o che consentire agli uomini che "si sentono donne" di andare nei bagni delle donne sia prioritario rispetto al provare a fermare le guerre nel mondo. Da questo punto di vista, quanto avvenne nel 2016 - quando Hillary Clinton venne anche sconfitta pur essendo portata il palmo di mano dall'establishment -, avrebbe dovuto insegnare qualcosa. E invece i paladini del progressismo continuano a intonare le loro filastrocche; e i giornalisti espressione di quella parte (cioè il 90%) a fare gli espertoni che la sanno lunga. Non c'è quindi da illudersi sul fatto che questa pur vasta vittoria di Donald Trump possa cambiare le cose. Però poi non stupiamoci se molti diffidano dell'informazione. Piantiamola cioè di cadere dalle nuvole, davanti al calo delle vendite dei giornali. Nel nostro piccolo, come Timone - fa testo il numero di ottobre della nostra rivista -, abbiamo sempre raccontato che il 5 novembre si sarebbero sfidate due diverse Americhe, senza però mai neppure immaginare che quella incarnata dal candidato repubblicano fosse brutta, sporca e cattiva, tutt'altro. Invece tantissimi altro lo hanno fatto, atteggiandosi pure a guru, e oggi dinnanzi a questa figuraccia epica - questa sì brutta, sporca e cattiva -, forse farebbero meglio a fare autocritica, questa sconosciuta, e a rendersi conto che la realtà non è come la raccontano. E non lo è mai stata.
30 OCT 2024 · TESTO DELL'ARTICOLO ➜ https://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=7963
LA HARRIS ABOLIRA' L'OBIEZIONE DI COSCIENZA PER COSTRINGERE I MEDICI A PRATICARE L'ABORTO di Manuela Antonacci
Evidentemente fa intrinsecamente parte del suo programma elettorale e della sua vocazione politica ridurre a zero la vita nascente, se tra gli impegni che Kamala Harris ha promesso di portare avanti, qualora venisse eletta, c'è quello di vietare qualunque forma di obiezione verso l'aborto, per qualunque motivo, compresa la fede. Peraltro, la Harris, ha sottolineato anche che non farà alcuna concessione ai repubblicani su questo.
Il contesto in cui ha proferito queste ferali parole è stata un'intervista rilasciata lo scorso martedì, quando Hallie Jackson di NBC News le ha chiesto quali concessioni era disposta a fare, sull'interruzione di gravidanza in merito alle leggi federali sull'aborto.
Chiarissima la sua risposta: «Non credo che dovremmo fare concessioni quando parliamo di una libertà fondamentale, quella di prendere decisioni sul proprio corpo». Ma Jackson l'avrebbe incalzata chiedendo se sarebbe stata disposta a tendere "un ramoscello d'ulivo" ai repubblicani moderati che considerano l'aborto legittimo, ma non sostengono tutte le politiche sull'aborto di Harris. Ma anche stavolta la vicepresidente avrebbe respinto la proposta, dicendo che l'aborto "non può essere negoziabile".
Eppure, al contrario, proprio il diritto alla vita ci risulta essere tra i principi non negoziabili, ma evidentemente la Harris deve avere le idee non chiare, se ha continuato a sostenere la sua tesi affermando: «Non ho intenzione di impegnarmi in alcuna ipotesi perché potrebbero profilarsi una varietà di scenari. Cominciamo con un fatto fondamentale: una libertà essenziale è stata tolta alle donne d'America, la libertà di prendere decisioni sul proprio corpo. E questo non può essere negoziabile, ovvero dobbiamo ristabilire le garanzie della Roe v. Wade».
Dunque, il suo tentativo "democratico", sarà quello di imporre l'aborto su richiesta in tutti i 50 Stati americani, calpestando anche le obiezioni legate alla libertà religiosa. Ma tutto ciò è coerente con il suo operato da senatrice, nel 2019, quando avrebbe introdotto il Do No Harm Act, allo scopo di ridimensionare la possibilità di esercitare l'obiezione sull'aborto, come esercizio legittimo della propria libertà religiosa.
La proposta di legge, che fortunatamente non è riuscita a superare la Commissione Giustizia del Senato, prevedeva che i datori di lavoro credenti non venissero esentati dal coprire "qualsiasi servizio sanitario" richiesto dalla legge federale. Ciò avrebbe eliminato qualunque obiezione per motivi di fede riguardo la pratica dell'aborto, la contraccezione e gli interventi chirurgici sui transgender.
Tutto ciò risulta perfettamente coerente con le politiche dell'amministrazione Biden-Harris degli ultimi quattro anni. In particolare, nel 2022 il Dipartimento della Salute e dei Servizi Umani ha promulgato una norma che cercava di costringere tutti gli ospedali, compresi quelli cattolici, a fornire aborti, se costituivano un "trattamento stabilizzante" ai sensi dell'Emergency Medical Treatment and Labor Act (EMTALA). Questa regola è stata bloccata dalla Corte d'Appello degli Stati Uniti, mentre la Corte Suprema ha rifiutato di ascoltare l'appello dell'amministrazione.
Dunque, non sarebbe la prima volta che Harris arriva ad usare il suo potere politico per calpestare i diritti degli americani credenti. Ricordiamo anche che durante questa sua corsa verso la presidenza, si è rifiutata di sconfessare l'aborto tardivo, che è già legale in diversi stati, purtroppo.
Nota di BastaBugie: Stefano Magni nell'articolo seguente dal titolo "Pur di ripristinare l'aborto, la Harris cambierebbe la Corte Suprema" mette in luce che la candidata democratica, se eletta presidente, potrebbe cambiare la Corte Suprema. Non limitandosi a nominare i suoi giudici, ma alterandone la composizione. Tutto perché l'attuale Corte Suprema non ritiene che l'aborto sia un diritto federale.
Ecco l'articolo completo pubblicato su La Nuova Bussola Quotidiana il 29 ottobre 2024:
Kamala Harris, se eletta presidente, potrebbe cambiare il volto del potere giudiziario americano. Potrebbe portare a termine una riforma che il suo attuale presidente Joe Biden ha solo abbozzato, minacciato in certi casi, ma mai affrontato. Quel che la Harris potrebbe fare è: l'ampliamento della Corte Suprema. Con uno scopo politico ben preciso: superare la maggioranza conservatrice che, per dire un tema caro all'attuale candidata, ha annullato la sentenza Roe vs Wade sull'aborto, facendo tornare agli Stati la decisione sulla sua legalizzazione. Quindi è sempre sull'aborto che torna la Harris e per farlo tornare legale a livello federale, anzi affermarlo come diritto inviolabile, sarebbe disposta a cambiare anche la Costituzione.
La Harris, in un'intervista alla Cnn ha dichiarato quel che Biden ha sempre evitato di dire esplicitamente: «Il popolo americano sta perdendo sempre più fiducia nella Corte Suprema, in gran parte a causa del comportamento di alcuni membri della Corte e di alcune sentenze, tra cui la decisione Dobbs (quella sull'aborto, ndr), che ha eliminato un precedente in vigore da 50 anni, proteggendo il diritto di una donna di prendere decisioni sul proprio corpo. Perciò credo che ci debba essere una sorta di riforma della Corte, e possiamo studiare come questa si configuri effettivamente».
Anche Joe Biden, in questi mesi di campagna elettorale, a dire il vero, sta parlandone in modo sempre più esplicito. Ad esempio, nell'evento in cui si celebrava il sessantesimo anniversario dell'introduzione della Legge sui Diritti Civili, ha dichiarato che «L'estremismo sta minando la fiducia dell'opinione pubblica nelle decisioni della Corte». E per "estremismo" intende, appunto, sempre la posizione sull'aborto: se non lo ritieni un diritto costituzionale, fondamentale, inviolabile, sei "estremista". Infatti, in quella occasione, parlando alla Lyndon B. Johnson Library di Austin, in Texas, Biden ha detto che in passato la Corte Suprema ha difeso i diritti civili in modo anche aggressivo, «ma ora viviamo in un'epoca diversa». Perché: «Negli ultimi anni, le opinioni estreme che la Corte Suprema ha emesso hanno minato i principi e le protezioni dei diritti civili stabiliti da tempo», ha affermato.
In che modo si intende riformare la Corte Suprema che, dal 1869, è composta da 9 giudici supremi a vita, nominati dai presidenti? L'idea è quella di aggiungere altri membri e obbligare i vecchi giudici a ritirarsi, una volta superata una certa età (da stabilire). Attualmente i giudici più anziani sono entrambi conservatori: Clarence Thomas (76 anni) e Samuel Alito (74). Sono entrambi presi di mira dai progressisti che li accusano anche di una condotta poco etica nelle loro vite, per aver accettato regali e aver fatto troppa politica a favore dei Repubblicani. Nel 2023 è stato introdotto, dalla Corte Suprema stessa, un codice di condotta etica. Ma l'opposizione di sinistra ritiene che sia solo una foglia di fico, perché la sua implementazione dipende dai giudici stessi. Biden (e la Harris con lui) propone dunque un codice di condotta che venga implementato rispettato seriamente. Col rischio, però, di ingerenze del governo nell'attività dei giudici.
Per riforme di questa portata occorre la maggioranza qualificata. Ma la Harris ha chiesto che i Democratici, se a novembre manterranno il Senato, aggirino la regola della maggioranza qualificata a 60 voti, per approvare queste proposte di legge senza accettare nemmeno un minimo compromesso.
Ci sono già proposte di legge per aumentare i membri della Corte Suprema, come quella a firma del senatore democratico Ron Wyden che prevede l'aumento a 15 giudici supremi nei prossimi tre termini presidenziali (12 anni). Come spiega il Wall Street Journal, «I sostenitori più agguerriti dei limiti di mandato sostengono che il Congresso potrebbe creare una nuova carica di "giudice anziano", che inizierebbe dopo 18 anni di servizio regolare. L'idea è quella di privare i giudici supremi della capacità di esaminare gli appelli, fingendo però che mantengano le loro cariche. È incostituzionale, ma non è detto che i Democratici non ci provino comunque con uno statuto».
Il primo tentativo (fallito) di cambiare la composizione della Corte Suprema risale al 1937, ad opera dell'allora presidente Franklin Delano Roosevelt, sempre un Democratico. La sua riforma prevedeva la nomina di un nuovo giudice (fino a un massimo di sei) per ogni vecchio giudice supremo che avesse superato il 70mo anno di età. Quindi c'erano già allora le due idee principali della riforma democratica della magistratura suprema: il limite di età e l'aumento del numero dei giudici (per aggirare in conservatori). La stessa compagine democratica al Congresso si divise e la legge non passò.
Allora come ora, la maggioranza dei giudici era costituita da conservatori nominati dai tre presidenti repubblicani che avevano preceduto Roosevelt. La causa scatenante del conflitto fra presidente e Corte Suprema, nel 1937 era il New Deal, il pacchetto di misure economiche anti-crisi di cui la Corte aveva bocciato molti provvedimenti giudicandoli anti-costituzionali. Oggi la causa è l'aborto. Segno dei tempi che cambiano. Se allora la sinistra americana rappresentava soprattutto gli operai disoccupati, oggi rappresenta le donne che si sentono veramente libere solo se possono eliminare i loro figli.
2 OCT 2024 · VIDEO IRONICO: L'attentato a Trump ➜ https://www.youtube.com/watch?v=AyylrFZ1zW8&list=PLolpIV2TSebVSarVSJS-Gy5hJo3_40bhI
TESTO DELL'ARTICOLO ➜ https://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=7941
TRUMP ESPOSTO ALL'ODIO POLITICO DA UNA SICUREZZA INEFFICIENTE di Stefano Magni
Come è stato possibile attentare la vita di Donald Trump, candidato presidente, per ben due volte in due mesi? Il Servizio Segreto ha pubblicato i risultati di una sua indagine interna venerdì 20 settembre e ieri, mercoledì 25 settembre, la Commissione per la Sicurezza Nazionale del Senato ha concluso la sua inchiesta, nello stesso giorno in cui il secondo attentatore alla vita dell'ex presidente veniva incriminato per tentato omicidio. Le inchieste rivelano inefficienze tali che dobbiamo domandarci, non solo se Trump si sia salvato per un vero miracolo, ma anche come facciano ad essere vivi tutti gli altri personaggi politici protetti dal Servizio Segreto. Perché le falle sono state tante e tali da far tremare le vene ai polsi.
Nell'attentato a Butler, il 13 luglio mattina, la polizia aveva individuato il sospetto (e futuro attentatore) Thomas Matthew Crooks, con un'ora di anticipo rispetto al comizio, però, poi lo ha perso di vista. Ore prima, gli stessi genitori di Crooks, notando un comportamento insolito del figlio, avevano denunciato alla polizia la sua scomparsa. Per la sua azienda, risultava in ferie per un solo giorno per un motivo non specificato. Un altro indizio era il drone lanciato dallo stesso aspirante attentatore, prima del comizio. Ma l'agente che avrebbe dovuto intercettare il drone e scoprire chi lo avesse lanciato, da quanto è risultato nell'indagine, aveva appena un'ora di addestramento alle spalle, ha avuto problemi tecnici con il proprio sistema anti-drone e si è rivolto a una linea gratuita per una consulenza tecnica. Gli hanno risposto, a quanto risulta, ore dopo. Troppo tardi per prevenire qualunque pericolo.
UN CAPOLAVORO DI INEFFICIENZA
Il capolavoro di inefficienza è comunque avvenuto dopo che il giovane Crooks, si arrampicò sul tetto di una fabbrica a circa cento metri dal palco di Trump. La polizia locale, così come la folla che assisteva al comizio, hanno visto e hanno capito cosa stava accadendo. Il comando di polizia ha comunicato subito il sospetto via radio, convinto che il Servizio Segreto fosse in ascolto. Ma non era in ascolto, perché i canali radio usati dalle due agenzie erano separati e non comunicanti. Nessun agente del Servizio Segreto era presente presso il comando di polizia, per coordinare le operazioni. Ma una persona che si arrampica su un tetto a così poca distanza dal bersaglio potenziale desta o dovrebbe destare almeno qualche sospetto in chi ha il compito di proteggerlo. O no?
Una volta che Crooks è stato visto dai poliziotti, i tiratori scelti (pur senza comunicare con gli agenti locali), notando il movimento di polizia e pubblico, hanno iniziato a cercare nella direzione giusta, sui tetti. A questo punto è stato commesso un altro incredibile errore. Il capo della squadra dei cecchini non ha chiesto via radio alla squadra di Trump di far allontanare l'ex presidente dal palco del comizio. «Un pensiero che non mi è neppure passato per la mente», ha dichiarato l'ufficiale agli investigatori del Senato. I tiratori scelti hanno aperto il fuoco solo dopo che l'attentatore è riuscito a sparare otto colpi, sfiorando la testa di Trump, uccidendo il vigile del fuoco Corey Comperatore (che assisteva al comizio) e ferendo gravemente altre due persone del pubblico.
ERRORI EVITABILI
«Ognuno di questi errori era evitabile e le loro conseguenze sono state terribili», ha dichiarato il senatore democratico Gary Peters, presidente della Commissione per la Sicurezza Nazionale del Senato. «Lasciare un tetto incustodito a poco più di 100 metri dal podio, con una linea di vista diretta, è stato un errore inaccettabile e imperdonabile - ha dichiarato il senatore repubblicano Rand Paul, già candidato presidente nelle primarie del 2016 - Il fatto che non ci fosse una chiara catena di comando significa che nessuno è passato di lì e ha detto: "Ehi, come mai non ci sono cecchini sul tetto?"».
Una critica bipartisan che risulta già superata dalla storia. Perché l'incriminazione a carico di Ryan Wesley Routh, il secondo mancato attentatore, è rivelatrice di un altro miracolo per Trump e di un altro fallimento della sicurezza. Alla base dell'incriminazione, infatti, c'è la prova che stesse pianificando realmente un attentato al candidato presidente, studiando i suoi movimenti negli eventi pubblici e privati e trovando modo di appostarsi proprio lì dove il presidente sarebbe passato, il 15 settembre, in un campo da golf della Florida vicino alla residenza di Mar-a-Lago.
Quel che le inchieste non affrontano e non possono affrontare è la radice del problema. Infatti qui non siamo di fronte a una semplice "polarizzazione", né ad un fenomeno di violenza politica genericamente inteso e neppure solo di inefficienza del Servizio Segreto. Ci sono stati due attentati a Trump. E solo a Trump. Ciò vuol dire che esiste un problema grave di istigazione all'odio contro il candidato repubblicano, un odio a senso unico. Su questo fronte è soprattutto la politica che deve lavorare, per gettare acqua sul fuoco e, dopo la politica, anche i media dovrebbero abbassare i toni. Finché Trump viene descritto come un potenziale dittatore e una minaccia potenziale alla democrazia americana, questi due attentati potrebbero essere solo i primi di una lunga serie di violenze politiche.
Tutto quello che non vi dicono sugli Stati Uniti d'America
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