18 JUN 2025 · È davvero possibile che l’Undicesima casa — da sempre descritta come il regno delle amicizie, delle speranze e dei progetti futuri — custodisca in realtà un frammento d’ombra?
Negli ultimi anni, un numero crescente di astrologi contemporanei ha iniziato a intuire qualcosa di più profondo, di più ambiguo, di più radicale: che in quella casa luminosa, apparentemente innocua, viva una morte non dichiarata, una dissoluzione simbolica, una fine sociale e spirituale.
In questo episodio non si lancia un’accusa né si offre un’abiura. Si costruisce piuttosto un orizzonte di senso stratificato, che attraversa le radici ellenistiche del simbolismo astrologico, la tecnica delle case derivate, le letture esoteriche karmiche e la psicologia del profondo.
Analizzeremo come l’Undicesima casa, succedente al Medio Cielo, non sia solo luogo di progetti condivisi, ma contenitore dell’eredità invisibile lasciata dopo il compimento dell’azione pubblica.
Esploreremo il suo legame segreto con la Quarta casa attraverso la tecnica delle case derivate — rivelando come possa rappresentare l’ottava dalla radice, ovvero la trasformazione della morte stessa.
Scopriremo come, secondo la teosofia, la coscienza che ha trasceso il ciclo incarnativo possa abitare l’Undicesima come campo di risonanza impersonale.
E osserveremo, nei transiti lenti dei pianeti generazionali, l’annientamento simbolico dell’identità sociale come forma di lutto sottile.
Questo episodio è un viaggio nella morte che non si vede, ma agisce.
Nella morte che non interrompe, ma dissolve lentamente.
Nella morte che non cancella, ma fa di noi un’eco, una leggenda, un’intonazione nel pensiero altrui.
L’Undicesima casa non è — tecnicamente — la casa della morte.
Ma può diventare ciò che resta dopo.
E in quel restare, che non è presenza, né assenza, ma persistenza silenziosa, si compie la sua verità più scomoda.