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Carceri - Bisogna vederle... (Piero Calamandrei) a cura di Rita Bernardini
7 DEC 2024 · Marco Pannella ha ripetuto fino agli ultimi suoi giorni che il malfunzionamento della “giustizia” (e della sua appendice carceraria) è la più grande questione sociale del nostro Paese. Oggi, vogliamo spiegare questa affermazione con un esempio, quello del Molise che appare paradigmatico di ciò che è avvenuto e avviene a livello nazionale nel settore dell’amministrazione della giustizia. Lo facciamo con Vinicio D’Ambrosio presentando il suo ultimo libro “IL SISTEMA MOLISE” edito da “Scripta manent”. Dirigente sindacale della Coldiretti prima e della Confcooperative Molise poi, Vinicio D’Ambrosio è giornalista e saggista.
1 DEC 2024 · L’interlocutore di questa settimana è Raffaele Barbato che ha passato trent’anni nell’Amministrazione come agente di Polizia penitenziaria e da sei anni è entrato nelle funzioni centrali civili. Da sempre si dedica in particolar modo agli “internati”, cioè quelle persone che, pur avendo scontato interamente la loro pena, continuano a stare in carcere perché giudicati pericolosi socialmente. Per legge dovrebbero essere destinati o ad una casa-lavoro o ad una colonia agricola per lavorare e reinserirsi nella società; nella realtà spesso sono persone detenute in carcere che vivono sovente un disagio mentale o comunque comportamentale. La legge che prevede l’internamento è una legge che l’Italia si porta dietro dal fascismo (Codice Rocco). In Italia sono circa 300. La scommessa – vinta- che ha impegnato Raffaele Barbato è stata quella di prendersi cura di alcuni di loro, mettendo su (con l’aiuto dell’Amministrazione) una tenuta agricola dove gli internati possano svolgere un lavoro vero retribuito e trarre un grande vantaggio psicologico dal contatto con la natura.
14 NOV 2024 · “Quando la pietra scolpisce la mente” è un libro che parla dell’architettura delle comunità confinate e, quindi, anche del carcere (Editore ALPES). Ne parliamo con uno dei due autori, Domenico Alessandro De Rossi, architetto e urbanista. L’altro co-autore è Alfredo Di Risio, psicologo e psicoterapeuta. De Rossi ci racconta questa opera di conoscenza partendo dalla realtà penitenziaria italiana che, al momento della nostra conversazione, registra ben 87 suicidi avvenuti nel corso del 2024 (80 persone detenute e 7 agenti di polizia penitenziaria), un sovraffollamento in crescita (62.110 detenuti in 46.000 posti disponibili), un esercito di marginalità sociale che può contare su un personale decisamente carente negli organici, personale che dovrebbe prendersi cura, ai fini del previsto reinserimento, di ogni singola persona detenuta, così come previsto dalle norme vigenti.
31 OCT 2024 · Morti in carcere nel 2024: una cifra che spaventa. Al 30 ottobre,195 persone detenute hanno perso la vita nei luoghi di privazione della libertà. 78 sono stati i suicidi e 117 i morti per altre cause; fra questi ultimi, i decessi per malattia o per cause da accertare. Un numero di morti mai registrato nella storia penitenziaria italiana mentre mancano ancora due mesi alla fine di questo anno orribile. Questa settimana parliamo del triste argomento con l’avvocato Nicola Trisciuoglio, difensore dei familiari di Andrea Di Nino, deceduto nella sua cella (di isolamento) nel carcere Mammagialla di Viterbo il 21 maggio del 2018; causa ufficiale “suicidio”, al quale però i suoi congiunti non hanno mai creduto. Andrea Di Nino aveva 36 anni, era padre di cinque figli e gli rimaneva meno di un anno per uscire in libertà. Sulla vicenda è in corso un procedimento penale per “omicidio colposo” con rinvio a giudizio di due agenti e un sanitario mentre il direttore, che ha scelto il rito abbreviato, è stato assolto. La novità recente riguarda le dichiarazioni di un supertestimone che invece afferma che Andrea Di Nino è stato ucciso. La prossima udienza si terrà a gennaio 2025 e non si può non costatare che sono già passati più di sei anni dal quel tragico evento.
21 OCT 2024 · Questa settimana per Radio Leopolda mi occupo ancora di lavoro in carcere (che sostanzialmente non c’è) e post carcere (un miraggio) traendo spunto da un incontro che si è tenuto nei giorni scorsi a Bari dal titolo “LAVORO, VALORE, IDENTITA’” organizzato dal “Movimento per la Giustizia – art. 3” e dal suo segretario nazionale Dino Petralia (ex capo del DAP) Nel mio intervento ho fatto una proposta: nell’Ordinamento Penitenziario (considerato dalle Istituzioni pressoché inutile) ci sono tutti gli elementi per attivare concrete possibilità di lavoro qualificato e mirato al vero reinserimento sociale.
4 OCT 2024 · Ma è davvero così difficile dare un lavoro “vero” ai detenuti? Gianfranco Borgato, presidente della cooperativa Sviluppo & Lavoro, dimostra con i fatti che non solo è possibile, ma che a far lavorare le persone ristrette in carcere ne beneficia non solo il detenuto, ma anche le imprese e tutto il territorio che vede uscire dal carcere non persone sbandate ma reinserite nel tessuto sociale.
Nessuno Tocchi Caino lo ha incontrato nella casa circondariale di Belluno dove lavora oltre il 50% dei detenuti nella produzione accessori per gli occhiali, assemblaggio di componenti plastiche di macchine per il caffè e gadget richiesti da imprese e associazioni per distribuirli ai loro clienti come forma di pubblicità. Certo, se lo Stato italiano decidesse di attuare quella parte dell’Ordinamento penitenziario che prevede la costituzione dei Consigli di Aiuto sociale, tutto sarebbe più facile…
26 SEP 2024 · Conversazione con l’ex Capo del DAP Santi Consolo sulla nomina da parte del Governo del Commissario straordinario per l’Edilizia Penitenziaria nella persona del Dott. Marco Doglio. Le esperienze precedenti sono stati più che deludenti e – come raccomanda il Consiglio d’Europa agli Stati membri – sarebbe molto meglio diminuire il sovraffollamento attraverso il ricorso a pene e misure alternative al carcere e con misure deflattive come la liberazione anticipata speciale. Comunque, Santi Consolo dà consigli molto puntuali al nuovo Commissario.
12 SEP 2024 · Conversazione con l'Avv. Maria Brucale del Direttivo di Nessuno Tocchi Caino e componente dell'Osservatorio Carcere della Camera Penale di Roma.
Questa settimana affrontiamo il tema del sovraffollamento delle carceri attraverso due notizie. La prima riguarda le detenute del carcere di Torino che in 57 dal 5 settembre sono in sciopero della fame per chiedere alle istituzioni di approvare la proposta di legge Giachetti/NTC sulla liberazione anticipata speciale; la seconda notizia, invece, ci porta in Gran Bretagna dove una proposta simile l’hanno già adottata perché temono il sovraffollamento essendo arrivati al 98% della capacità ricettiva delle loro carceri. Noi, in Italia, il limite lo abbiamo abbondantemente superato: siamo al 131% senza che Governo e Parlamento muovano un dito
8 SEP 2024 · Rita Bernardini intervista Sergio D'elia
29 JUL 2024 · Anche Raffaella Siciliano è un’attivista che, come Nello Mancuso e Mirko Federico, si sta prodigando per raccogliere consensi di cittadini contro il sovraffollamento e a sostegno della proposta di legge Giachetti/Nessuno tocchi Caino sulla liberazione anticipata speciale.
Anche Raffaella, da incensurata, ha vissuto l’esperienza del carcere e, come Mirko, non si è tirata indietro quando è uscita: non solo si è perfettamente reinserita lavorando come educatrice e operatrice sociosanitaria, ma ha fondato l’Associazione “La Rinascita” per dare una mano alle famiglie dei detenuti più fragili, soprattutto ai loro figli minori. Sono felice, ha detto a Radio Leopolda, che dalla mia sofferenza è nato il sorriso di qualcun altro.
Raffaella ci racconta la sua esperienza e la sua “rinascita” e dà tutte le informazioni per firmare la petizione su Change.org.
Carceri - Bisogna vederle... (Piero Calamandrei) a cura di Rita Bernardini
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