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Podcast del Giornale della Musica curato da Paolo Scarnecchia dedicato al mondo della musica antica.
22 NOV 2024 · La festa spagnola a conclusione del Festival d’Ambronay
Il quarto e ultimo fine settimana del Festival d’Ambronay si è concluso con un concerto dell’ensemble Cantoría intitolato “¡ Una fiesta española !” con un programma costituito da villancicos e jácaras di diversi compositori, prevalentemente del XVII secolo.
Nel giro di otto anni il gruppo formato da quattro cantanti specializzati nella interpretazione delle ensaladas, è cresciuto professionalmente e artisticamente e per l’importante occasione si è presentato con un nutrito organico di otto voci e dieci strumentisti. Il clima festoso evocato da questi canti narrativi di natura prevalentemente religiosa, e i ritmi di danza che li caratterizzano hanno contribuito a creare una atmosfera gioiosa nella quale si è concluso il festival che quest’anno ha avuto come protagonisti numerosi giovani ensemble che hanno presentato le proposte musicali più originali e innovative.
L’intervista a Jorge Losana, direttore del gruppo, e gli esempi musicali sono stati registrati durante la prova generale nella chiesa abbaziale di Ambronay che insieme al complesso di edifici dell’antico monastero benedettino è divenuta il Centre Culturel de Rencontre nel quale si svolgono sia il Festival che tutte le attività collaterali che costituiscono un punto di riferimento importante per la conoscenza e diffusione della musica antica e in particolare di quella barocca. Paolo Scarnecchia
16 NOV 2024 · Avete già sentito parlare di Gatti, Stuck, Guido, Bembo o ancora Lorenzani?
Questa è la domanda posta dall’ensemble La Palatine ai lettori nelle “Note d’intention” scritte per presentare il proprio concerto, intitolato “Dans l’ombre de Lully”, presentato nel corso della 45° edizione del Festival d’Ambronay. Probabilmente solo pochi specialisti e studiosi conoscono i nomi di questi compositori attivi in Francia prevalentemente durante il periodo del monopolio della vita musicale francese esercitato da Lully, e in parte anche successivamente.
L’idea di fondo del programma del concerto di questo gruppo diretto da Marie Théoleyre e Guillaume Haldenwang era quella di mostrare l’influenza e la circolazione della cultura musicale italiana in Francia, favorita dalla presenza di musicisti che furono al servizio di importanti esponenti dell’aristocrazia. Theobaldo di Gatti seguì le orme di Lully, Jean-Baptiste Stuck fu al servizio di Filippo d’Orleans come Giovanni Antonio Guido, la cantante compositrice Antonia Bembo venne accolta dalla corte di Luigi XIV, e Paolo Lorenzani è stato “surintendant de la musique de chambre” della regina Maria Teresa.
Sia l’intervista, nella quale Haldenwang spiega da dove proviene il nome del gruppo, che gli esempi musicali presenti in questo podcast sono stati registrati nel corso delle prove nella piccola Salle Monteverdi, il giorno prima del concerto che si è svolto nella Abbatiale, la chiesa della Abbazia di Ambronay sede dei principali concerti del Festival. Paolo Scarnecchia
11 NOV 2024 · Le quattro stagioni mariane di Benedetto Marcello
Il nome del compositore Benedetto Marcello è noto per la sua musica strumentale e per il libello satirico Il teatro alla moda, ma tra le sue opere ci sono anche quattro oratori, di cui gli ultimi due dedicati alla Vergine Maria. Fra questi risalta “Il pianto e il riso delle quattro stagioni dell'anno per la morte, esultazione e coronazione di Maria Assunta in Cielo” che venne eseguito per la Compagnia di Gesù a Macerata il 15 agosto 1731, e che è stato presentato dall’ensemble L’Assemblée diretto da Marie van Rhijn nel corso del quarto e ultimo fine settimana del Festival d’Ambronay. Il gruppo si è formato lo scorso anno proprio in vista della partecipazione alla precedente edizione del Festival nella sezione “Jeunes talens”, ed è affiliato e sostenuto dal Centre culturel de rencontre d’Ambronay.
Non sappiamo se Marcello abbia voluto sfruttare la risonanza del nome dei quattro celebri concerti vivaldiani nel concepire questa allegoria bucolica che esalta l’Assunzione della Vergine attraverso il dialogo tra voci che rappresentano i quattro registri vocali: soprano/primavera, mezzosoprano/estate, tenore/autunno e baritono/inverno. Ma sembra certo invece che la sua dimensione devozionale sia stata influenzata da un episodio della sua vita, interpretato dal musicista magistrato come un segno del destino, come racconta la direttrice del gruppo nel corso dell’intervista.
Gli esempi musicali contenuti nel podcast sono stati registrati nel corso della prova generale nella Abbatiale prima del concerto, tranne quello iniziale e quello conclusivo che sono stati eseguiti a titolo semplicemente illustrativo il giorno precedente nella Salle Monteverdi, dove si è svolta una prima prova parziale a porte aperte e in presenza di alcuni ascoltatori curiosi.
6 NOV 2024 · FloReMus e le polifonie tra santi, signori e dei
Il concerto inaugurale della ottava edizione di FloReMus, festival internazionale di musica rinascimentale, è stato presentato dai padroni di casa, l’ensemble L’Homme Armé diretto da Fabio Lombardo, con un concerto intitolato “O admirabile commercium. Santi, signori e dei nella musica sacra tra Quattro e Cinquecento”.
Nell’affascinante e complesso programma oltre a diversi mottetti di Josquin erano presenti anche singole composizioni di Isaac, Gaffurio, Coppini, Costanzo Festa e Compère.
Il concerto è stato preceduto da una conferenza di Francesco Rocco Rossi, dal titolo “Simboli del sacro nella musica del tardo Quattrocento. Dalla dimensione occulta alla conquista del suono”, che ha contestualizzato in un quadro più ampio le musiche presentate dall’ensemble vocale fiorentino che ha eseguito con grande maestria le polifonie sacre particolarmente apprezzate dal pubblico del festival.
La conversazione con Lombardo e Rossi, registrata tra l’andirivieni degli utenti della Biblioteca delle Oblate di Firenze, contiene delle riflessioni sul programma del concerto e su una parte dei contenuti sviluppati nella conferenza, mentre gli esempi musicali sono stati registrati nell’Auditorium di Santa Apollonia. Paolo Scarnecchia
2 NOV 2024 · La conclusione di Laus Polyphoniae 2024 preannuncia la prossima edizione
L’Ars Nova è una delle culture musicali più legate all’attività artistica del Sollazzo Ensemble fondato nel 2014 da Anna Danilevskaia, e in questa edizione ‘Vox\Voces’ di Laus Polyphoniae il gruppo ha presentato due concerti di musica medievale.
Il primo intitolato La dolce vista è stato dedicato a Francesco Landini, mentre il secondo presentato con il titolo Cantano gli angeli, con la sua panoramica di motetti, che hanno abbracciato un arco temporale che dall’Ars Antiqua è arrivato fino all’Ars Subtilior, ha concluso il festival anticipando già il tema della prossima edizione del 2025.
Il titolo di questo concerto è ispirato a quello di una delle composizioni eseguite, Cantan gl’angiol lieti che è uno splendido contrafactum e rivestimento spirituale di una caccia, ed è tra i pochissimi brani ai quali è attribuito il nome di un’autore in un programma costituito quasi interamente da composizioni anonime, ma non per questo meno interessanti.
Sia gli esempi musicali che la conversazione con la direttrice dell’ensemble sono stati registrati durante la prova del concerto che si è svolto nell’auditorium di AMUZ. Paolo Scarnecchia
29 OCT 2024 · In principio era una linea (melodica)
La qualità del festival Laus Polyphoniae è riconoscibile anche dal corposo libretto di oltre cinquecento pagine, dalle eleganti dimensioni in sedicesimo, che contiene non solo il programma dettagliato di tutti i concerti ma anche dei saggi che aiutano a contestualizzare il quadro storico-artistico del tema di ciascuna edizione.
Quella che si è conclusa il primo settembre, intitolata Vox \ Voces, è stata dedicata al rapporto tra una linea melodica monodica preesistente, cantus firmus o ‘cantus prius factus’, che come una sorta di motore immobile è all’origine della proliferazione di linee melodiche sovrapposte dell’ampliamento a più voci della polifonia.
Tra i diversi testi contenuti nel libretto c’è l’interessante saggio “From VOX to VOCES and Back Again” di Stratton Bull, direttore dell’ensemble Cappella Pratensis e ricercatore della Fondazione Alamire, nel quale viene suggerita una interessante e affascinante interpretazione simbolica di questo procedimento musicale che è il fondamento della storia della musica europea. La creazione musicale a partire da una melodia preesistente, che è stata il pane quotidiano dei compositori franco-fiamminghi, viene inquadrata anche nella realtà presente della esecuzione e dell’ascolto della musica di un passato lontano, nella quale è possibile percepire il continuum della sua dimensione trascendentale.
Nel podcast sono presenti due interviste, una a Stratton Bull dedicata ad alcuni aspetti trattati nel suo saggio e l’altra a Bart Demuyt che contiene alcune riflessioni sul festival Laus Polyphoniae e sull’attività di ricerca della Fondazione Alamire, entrambi da lui diretti. Gli esempi musicali nella prima intervista provengono da alcune registrazioni dal vivo di concerti del gruppo vocale Cappella Pratensis, riprese in contesti diversi, mentre quelli contenuti nella seconda intervista sono stati registrati durante il festival nel corso delle prove dei concerti degli ensemble Per-Sonat e Sollazzo. Paolo Scarnecchia
20 OCT 2024 · Scaramella e la messa di Obrecht ricostruita
Fino a poco tempo fa la Missa Scaramella di Jacob Obrecht era presente nella nuova edizione delle sue opere del 1990 mai ncompleta e dunque di fatto non eseguibile. Di questa messa del compositore franco-fiammingo, probabilmente tardiva, sono infatti sopravvissute solo due parti separate manoscritte, quelle di altus e bassus, conservate nella Biblioteca Jagiellońska di Cracovia, mentre mancano quelle di discantus e tenor che sono andate perdute o distrutte.
Ma questa messa è tornata a vivere grazie al lavoro di ricostruzione delle due parti mancanti fatto da Fabrice Fitch, e nei giorni di cui è stata eseguita durante il festival Laus Polyphoniae di Anversa dal Binchois Consort diretto da Andrew Kirkman, quasi contemporanemente la Hyperion Records ha pubblicato il disco del gruppo vocale, e la Royal Society for Music History of The Netherlands (KVNM) la partitura edita da Fitch.
Il tenor che da il nome alla messa è quello della famosa divertente canzone italiana di cui non si conosce l’autore ma che è stata resa famosa dalle versioni polifoniche “frottolesche” di Josquin e Compère, che sono state eseguite rispettivamente poco dopo l’inizio e quasi alla fine del concerto.
Il suo lavoro di restauro, simile solo in parte a quello di un dipinto, ma forse più complesso e impegnativo dal punto di vista intellettuale e creativo, era stato iniziato con la collaborazione di Philip Weller, scomparso nel 2018, dopo che aveva completato alcuni mottetti di Obrecht che il Binchois Consort ha eseguito durante il concerto insieme alla Missa Scaramella.
La conversazione con Fitch e Kirkman contenuta nel podcast si è svolta dopo l’esecuzione della messa, mentre gli esempi musicali sono stati registrati precedentemente durante la prova.
Paolo Scarnecchia
15 OCT 2024 · Musiche dell’intimità notturna
Il duo Dulces Exuviae, costituito dal baritono Romain Bockler e dal liutista Bor Zuljan, ha partecipato al festival Laus Polyphoniae presentando un programma musicale costituito da chanson, madrigali, frottole e villancicos, ispirato all’immaginario delle ore notturne con i sogni, i desideri, le passioni, le inquietudini e le afflizioni che queste favoriscono e amplificano.
Nell’intonare e accompagnare le diverse forme di canzone con versi in francese, italiano e spagnolo, il duo attraverso l’ornamentazione delle melodie sottolinea il loro carattere espressivo, e nella intimità e complicità del dialogo tra la voce e il liuto la parola poetica viene messa in continuo risalto. Come precisato nelle note del programma si tratta di musiche legate agli ambienti delle corti di Ferrara, Mantova, Firenze e Roma (in quest’ultimo caso la corte papale), e poi di Monaco e dell’imperatore Carlo V.
Nell’intervista, registrata insieme agli esempi musicali durante la prova del concerto, Bockler illustra i principali contenuti del programma che rappresenta un viaggio sentimentale nel cuore della notte, cantata da alcuni fra i principali compositori rinascimentali.
Paolo Scarnecchia
10 OCT 2024 · Nei programmi del festival Laus Polyphoniae di Anversa c’è una presenza costante, si tratta del gruppo diretto da Paul Van Nevel, il quale predilige la Chiesa di San Paolo dove dispone il suo Huelgas Ensemble sempre al centro della navata, con il pubblico seduto ai quattro lati attorno alla circonferenza formata dai cantori.
Dopo aver presentato un primo concerto dedicato al compositore Blasius Amon, anche nel secondo in programma nei giorni successivi, il direttore dello storico ensemble ha scelto di eseguire le musiche di due autori poco noti, Christophoro Martino e Girolamo Lambardi, mettendo in risalto i diversi procedimenti contrappuntistici utilizzati nel trattamento del cantus firmus.
L’ensemble ha eseguito anche musiche di Rore, Lusitano, e Layolle ma il programma ha messo in risalto i mottetti dei due compositori che forse sono stati eseguiti per la prima volta in tempi moderni. Mentre il nome di Martino non figura nei dizionari enciclopedici musicali, ma nelle note del programma si ipotizza che sia stato attivo come compositore e copista a Monaco, una delle poche informazioni relative a Rambaldi riguarda la sua appartenenza alla Congregazione dei canonici regolari nel monastero agostiniano di Santo Spirito in Isola nella laguna di Venezia, dove quasi certamente visse ininterrottamente a cavallo tra il XVI e il XVII secolo, ma conosciamo invece le diverse raccolte della sua musica sacra che sono state stampate nella sua città.
Sia l’intervista a Van Nevel che gli esempi musicali sono stati registrati durante le prove nel luogo del concerto.
Paolo Scarnecchia
3 OCT 2024 · Una messa in codice di Adrian Willaert
Tore Tom Denys con il suo ensemble vocale Dionysos Now! continua a esplorare con entusiasmo la produzione musicale di Willaert e nel corso del festival Laus Polyphoniae di Anversa ha proposto un concerto dedicato a quella che per assenza di un titolo è stata classificata come Missa Sine nomine del compositore franco-fiammingo che è stato per oltre trent’anni maestro di cappella della Basilica di San Marco a Venezia.
Dopo varie ricerche il tenore fondatore del gruppo è giunto alla conclusione che il tema di tredici note della messa fosse un “soggetto cavato dalle parole” e come ha suggerito il musicologo Joshua Rifkin rappresenti un omaggio al cardinale Ippolito d’Este. Per tale motivo nella messa ribattezza da Denys Missa Ippolito i cantori hanno messo in evidenza le note della melodia del tenor con le parole ‘Primus Ippolitus Cardinalis Estensis’, anche se queste non sono presenti nel codice realizzato nella bottega di Petrus Alamire per la Confraternita di Nostra Signora di 's-Hertogenbosch.
Oltre alla messa l’ensemble ha intonato anche altre composizioni e tra queste O socii durate, commissionata a Willaert dal cardinale mecenate Antoine Perrenot de Granvelle, il cui motto ed emblema ‘durate’che risuona ripetutamente nel mottetto deriva dalla esortazione di Enea ai suoi compagni nel celebre poema epico di Virgilio.
Gli esempi musicali che corredano l’intervista a Denys, il primus inter pares fra i cantanti di Dionysus Now!, sono stati registrati sia nel corso delle prove che durante il concerto intitolato allusivamente (c)odes – Missa Ippolito, che è stato presentato nella Chiesa di San Giorgio. Paolo Scarnecchia
Podcast del Giornale della Musica curato da Paolo Scarnecchia dedicato al mondo della musica antica.
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