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20 MAY 2025 · Vittorio Lingiardi, Isabella Saggio
"One Health"
Pensare le emergenze del pianeta
il Saggiatore
http://www.ilsaggiatore.com
La sfida più grande del nostro tempo è la salute. Non solo quella di noi umani, ma anche quella di fauna e flora, dei mari, dell’aria, della terra; quella fisica e quella mentale. Per prenderci cura della salute di ognuno dobbiamo però moltiplicare i punti di vista. L’approccio One Health, ufficializzato nel 2017 dall’OMS, si basa sull’integrazione di discipline diverse, sul superamento della frammentazione dei saperi e sul riconoscimento che la salute umana, quella animale e quella dell’ecosistema sono legate indissolubilmente. Questo volume, curato da Vittorio Lingiardi e Isabella Saggio, ci permette di conoscere il paradigma One Health attraverso i contributi di diversi studiosi, scienziati e intellettuali: dalla lezione di David Quammen, che mostra il legame tra deforestazione, allevamenti intensivi ed epidemie, alle riflessioni di Paolo Giordano sulle ferite che i conflitti lasciano sui corpi, le città e gli ecosistemi; dalle parole di Stefano Boeri su quanto sia necessario riprogettare gli spazi urbani per combattere riscaldamento globale e disuguaglianze, all’appello di Giovanna Melandri a trasformare l’economia, l’impresa e la finanza in agenti generativi di valore.
One Health ci invita ad abbracciare la complessità del mondo, a trasformare ogni gesto in cura, a partecipare attivamente alla costruzione di un mondo più equo e sostenibile, perché la Terra chiede aiuto e noi forse siamo ancora in tempo per riscriverne il futuro.
Con i contributi di: Stefano Boeri, Mattia Crespi, Simonetta Fraschetti, Paolo Giordano, Massimo Labra, Andrea Lenzi, Vittorio Lingiardi, Marianna Liotti, Giovanna Melandri, Massimo Mercati, Daniela Minerva, Barbara Pezzini, Telmo Pievani, David Quammen, Isabella Saggio, Francesco Vaccarino, Giovanna Zucconi.
IL POSTO DELLE PAROLE
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20 MAY 2025 · Ferruccio Andolfi
"Nietzsche. Profilo di un filosofo morale"
Georg Simmel
Orthotes Editrice
http://www.orthotes.com
Simmel si è confrontato a più riprese con Nietzsche sviluppando un’originale interpretazione della sua dottrina morale, da cui attinge elementi per la propria stessa etica, contrassegnata dal tema della «legge individuale». Il lettore trova qui raccolti Friedrich Nietzsche. Un profilo filosofico-morale, la recensione de Il culto di Nietzsche di Ferdinand Tönnies, la brillante presentazione delle categorie centrali dell’etica nietzschiana Per comprendere Nietzsche, gli scritti dedicati al confronto del pensatore con Kant e Schopenhauer. La posizione di Nietzsche viene definita personalismo etico. L’elevazione dell’umanità gli sta a cuore, tuttavia la divaricazione tra l’interesse umano e quello sociale costituisce il dramma di cui non è cosciente.
L’univocità dei concetti non è di solito la qualità dei grandi pensatori. Da Eraclito e Platone fino a Kant e Hegel, essi hanno ogni volta lasciato spazio a una moltitudine di interpretazioni contrapposte, simili in questo al mare, da cui ciascuno può attingere quello che gli permettono le dimensioni e la forma del contenitore di cui dispone. La loro efficacia non sarebbe mai stata altrettanto ampia se essi avessero dato luogo a un solo tipo di comprensione, se non avessero parlato, come fa la natura, a ciascuno nella sua lingua e non avessero offerto all’anelito di ogni anima individuale una parola di liberazione in qualche maniera modulata per lei sola. Forse soltanto questa pluralità di intendimenti riesce a circoscrivere la loro grandezza, non attingibile da un singolo uomo. Ciò che sta accadendo a Nietzsche è una sorta di caricatura di questo destino dei grandi: egli deve fama ed efficacia non a una molteplicità di letture tutte ugualmente giustificate, bensì a letture che sono, tutte, ugualmente ingiustificate. Lo si reputa un predicatore del godimento egoistico – ma lui insegna il disprezzo del puro godimento e che ogni grandezza è condizionata da parte della sofferenza; l’indisciplina anarchica ricorre a lui per giustificarsi – ma per lui nessuna severità e disciplina riesce a essere abbastanza dura; gli si rimprovera l’indifferenza per l’umanità all’infuori dell’io – mentre in realtà l’evoluzione del nostro genere, l’innalzamento del tipo umano è il suo interesse più profondo, che abbraccia tutti gli altri.
Ferruccio Andolfi ha insegnato Filosofia della Storia all'Università degli Studi di Parma. Si occupa dei rapporti tra umanesimo e individualismo, con particolare riguardo alla storia del pensiero del XIX secolo. Dirige la rivista "La società degli individui".
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19 MAY 2025 · Linda Tugnoli
"Art Night"
Rai5
Art Night – Il volto e l’anima
Indagine sul ritratto femminile
L’intelligenza artificiale ha un problema con le donne, in particolare, con il modo con cui crea immagini che dovrebbero rappresentarle. Molti osservatori hanno notato che tende a generare, qualunque sia il “promt”, cioè la richiesta, donne troppo perfette, ipersessualizzate, preferibilmente dai tratti occidentali. Nei suoi dataset si sono depositati pregiudizi e bias preesistenti, impliciti nei milioni di immagini con cui è stata nutrita. Lo racconta il doc “Indagine sul ritratto femminile”, in onda mercoledì 21 maggio alle 21.15 in prima visione su Rai 5 per l’Art Night di Neri Marcorè.
L’arte ha aiutato a forgiare quest’immagine archetipica del femminile? O potrebbe, invece, rappresentare un antidoto alla standardizzazione dei canoni estetici oggi in atto? Una storia del ritratto femminile è un viaggio che dalle Veneri preistoriche senza volto giunge fino al ‘900, in cui gli artisti hanno utilizzato il ritratto anche per esplorare tematiche di genere, identità e potere, a volte sfidando le convenzioni sociali e le aspettative riguardanti il “bel sesso”. Un viaggio che attraversa quindi numerose tematiche, dall’evoluzione dei canoni di bellezza femminile, al ruolo della donna nella società e nell’immaginario artistico e letterario maschile, alla nascita di un’arte “al femminile”, a una storia del costume. Giada Pistilli, responsabile dell’etica per una piattaforma di intelligenza artificiale franco-americana, Hugging Face, con sede a Parigi, punta il dito contro i limiti e i bias relativi all’immagine femminile, ipersessualizzata e stereotipata, nell’AI e nel mondo di Internet in genere. Per l’arte preistorica, dove dominano rappresentazioni femminili della fertilità e della maternità, si visita il Musée d’Archéologie Nationale in Francia, a St. Germain-en-Laye, intervistando Catherine Schwab, responsabile delle collezioni paleolitiche e mesolitiche, sulla celebre Dama di Brassempouy, forse il volto più antico nella storia dell’arte europea con i suoi 25.000 anni. Per l’arte egizia, Christian Greco, Direttore del Museo Egizio a Torino parla dei ritratti di due bellissime regine, Nefertiti e Tye. Luana Toniolo, Direttrice del Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia a Roma e Vincenzo Bellelli, Direttore del Parco Archeologico di Cerveteri e Tarquinia, vanno in uno straordinario viaggio attraverso le rappresentazioni femminili nell’arte etrusca, sottolineando il diverso ruolo sociale della donna nel mondo etrusco rispetto al mondo greco-romano. Fabrizio Paolucci, responsabile della Collezione delle Antichità Classiche delle Gallerie degli Uffizi, a Firenze, racconta la meravigliosa Giulia di Tito, un capolavoro della ritrattistica romana del II secolo d.C. Si indaga, inoltre, su un interessante fenomeno seicentesco, “Le stanze delle belle”, quelle “serie” o collezioni di ritratti femminili che riunivano tutte le esponenti delle famiglie nobili, con Francesca Cappelletti, Direttrice della Galleria Borghese a Roma, che a questo tema così particolare ha dedicato un libro, con Francesco Petrucci, conservatore del Palazzo Chigi in Ariccia dove si conserva una delle rarissime Stanze delle belle giunte fino a noi e Veronica Ambrosoli, responsabile dell’Ufficio Conservazione del FAI, Fondo Ambiente Italiano, che apre le porte dello straordinario Castello di Masino, nel Canavese, che ospita una collezione di belle donne francesi. Con Cristina Mazzantini, Direttrice della Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea, a Roma, si arriva fino alle soglie della modernità analizzando il fondamentale cambiamento del ruolo delle donne nella società tra ‘800 e ‘900, evidente nei volti affascinanti di Modigliani, Klimt o di Boldini conservati alla GNAM. Grazie a un accordo di collaborazione con il prestigioso Museo d’Orsay, a Parigi, che ospita la più importante collezione di opere d’arte della seconda metà dell’ottocento e in particolare dell’impressionismo, Sylvie Patry e Leïla Jarbouai approfondiscono il cambiamento forse più importante per il ritratto femminile nell’era moderna: la conquista di uno spazio autonomo da parte di artiste donne come Berthe Morisot, tra i fondatori del movimento impressionista, grazie alle quali finalmente acquista diritto di cittadinanza nel mondo dell’arte lo sguardo delle donne sulle donne. Anche tra i pionieri della fotografia, più o meno negli stessi anni, si possono annoverare diverse donne, come per esempio Julia Margaret Cameron, che, secondo Federica Muzzarelli, docente di Storia della Fotografia all’Università di Bologna, colgono con sorprendente rapidità e originalità le potenzialità proprie del nuovo mezzo, forse approfittando proprio della loro marginalità rispetto al mondo ufficiale della cultura e dell’arte.
Il documentario, scritto da Linda Tugnoli e prodotto da Mark in video in collaborazione con Rai Cultura, è stato girato in Italia e in Francia integrando in modo sperimentale le tradizionali tecniche di ripresa e di grafica con tecniche di animazione con intelligenza artificiale.
Art Night
Indagini sull'autoritratto
Viviamo nell’era del selfie: l’ultimo decennio ha visto la costruzione di un nuovo io, idealizzato, esibito e condiviso sui social; dappertutto nascono musei del selfie che predispongono sfondi appositi perché non ci basta più collezionare immagini di noi nel mondo. Secondo alcuni, questa nuova identità digitale rischia di svuotarci della nostra interiorità. L’arte è un punto di osservazione privilegiato su questo aspetto del mondo contemporaneo. Lo racconta “Indagini sull'autoritratto”, in onda in prima visione per l’Art Night di Neri Marcorè mercoledì 28 maggio alle 21.15 su Rai 5.
L’autoritratto ha uno statuto assolutamente particolare all’interno della storia dell’arte: si trova all’intersezione di almeno tre elementi centrali: l’artista, la sua arte e la sua persona, intesa nel doppio significato del personaggio pubblico che l’artista intende mettere in scena e dell’individuo con la sua verità, con i suoi tratti distintivi, fisiognomici e caratteriali. Il compito di creare un proprio volto che resterà per sempre può far vacillare l’artista più sicuro di sé. A volte le facce non sono giuste, non hanno l’aspetto che dovrebbero avere: Van Dick, autore di austeri ritratti di nobili e di reali, sembra un bambino biondo; Delacroix così appassionato, così romantico, ha due baffetti a spazzola sotto un naso un po’ antipatico; Degas ha un’aria un po’ imbambolata; Rembrandt, nella serie di autoritratti più formidabile della storia dell’arte, non riesce a decidersi nemmeno sul suo colore d’occhi o di capelli, ma ci rivela che l’identità individuale è mutevole, come sono mutevoli le alterne fortune della vita e i segni che lo scorrere del tempo lascia sul corpo.
C’è differenza tra un selfie e un autoritratto? Questo è stato il punto di partenza di questo viaggio, a Parigi, insieme a Dominique Cardon, sociologo del Médialab dell’università di SciencesPo.
Il documentario, scritto da Linda Tugnoli e prodotto da Mark in video in collaborazione con Rai Cultura, è stato girato in Italia e in Francia integrando in modo sperimentale tecniche di animazione con intelligenza artificiale alle tradizionali tecniche di ripresa e di grafica.
Linda Tugnoli vive tra Roma – dove lavora come autrice e regista di documentari, soprattutto per la Rai – e la campagna sabina, dove abita in un casale con il marito, tre figli, un orto, una serra e svariati cani di grossa taglia che periodicamente devastano l'orto e la serra. Ha contratto anni fa quello che gli inglesi chiamano il bug del giardiniere: una spiccata tendenza a parlare troppo di piante e di fiori. La forma del ghiaccio è il terzo romanzo dedicato alle indagini del giardiniere Guido.
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19 MAY 2025 · Luciano Chessa
"Monaco Mobile. La velocità come forma di grazia"
Museo dell'Auto, Torino - MAUTO
Dal 20 al 25 maggio, il Museo ospita una versione speciale dell’installazione Monaco Mobile, creata dall’artista Luciano Chessa e prodotta dalla Direzione degli Affari Culturali del Principato di Monaco e dal Théâtre Princesse Grace, con la curatela di François Larini. Il 20 maggio, in occasione dell’opening, si terrà un Talk di presentazione dell’opera con l’autore e Gianluigi Ricuperati.
Il progetto, prodotto dalla Direzione degli Affari Culturali del Principato di Monaco e dal Théâtre Princesse Grace, con la curatela di François Larini, sarà inaugurato martedì 20 maggio alle ore 18.30, all’interno della suggestiva Piazza del Museo.
Monaco Mobile è un’opera cinetico-sinestetica in cui velocità e movimento diventano linguaggio visivo e sonoro. L’installazione si compone di corde vibranti, luci, motori, pannelli pittorici e una proiezione audio surround, dando vita a un’esperienza immersiva e multisensoriale, capace di trasformare lo spazio in un flusso dinamico.
L’ispirazione principale nasce dal Gran Premio di Monaco, le cui celebri curve e traiettorie diventano parte integrante del progetto. Il circuito monegasco è reinterpretato come loop visivo e narrativo, evocando potenza, rischio e storia.
Il paesaggio sonoro dell’opera è costruito interamente a partire da registrazioni autentiche di motori provenienti dal Grand Prix Historique, dal Gran Premio di Formula 1 e dall’E-Prix del 2024. Dai rombi vintage degli anni ’30, passando per i V6 turbo-ibridi dell’era moderna, fino ai suoni avveniristici delle monoposto elettriche, il visitatore viene trasportato in un viaggio sonoro tra epoche e tecnologie.
Chessa attinge a piene mani dall’estetica futurista, in particolare dalle scenografie che Giacomo Balla realizzò per il Feu d’Artifice di Igor Stravinskij nel 1917 e per Trasformazione forme-spiriti nel 1918. L’idea di una scenografia come protagonista autonoma, unita all’uso di linee centripete per rappresentare il dinamismo, si ritrova rielaborata in chiave contemporanea nell’opera di Chessa.
Monaco Mobile Luciano Chessa Museo Nazionale dell’Automobile: proiezione del Gran Premio e intervento di Davide Valsecchi
Domenica 25 maggio 2025, giornata conclusiva dell’installazione e data del Gran Premio di Monaco, sarà possibile assistere alla proiezione in diretta della gara sul maxischermo allestito nella Piazza del Museo. L’evento sarà preceduto, alle ore 14.00, da un commento tecnico a cura di Davide Valsecchi, volto noto del giornalismo sportivo italiano e già pilota automobilistico.
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19 MAY 2025 · Marco Corsi
"Nel dopo"
Guanda Editore
http://www.guanda.it
Toscano, quarantenne e indicato come una delle voci più interessanti della giovane poesia italiana, Marco Corsi mostra d’essere entrato nella piena maturità di autore. Illustrando il suo lavoro, aveva affermato in una intervista: «Mi interessa una prospettiva che permette il dialogo tra passato e futuro». In piena sintonia con le intenzioni, queste pagine rappresentano il punto di attrito fra un passato remoto e un avvenire in cui chi scrive non ci sarà più. L’attualità, allora, sembra visionariamente proiettata in una sorta di «dopo». E come il tempo si risquaderna e si dilata, lo stesso avviene per uno spazio fatto di luoghi, dove le città visitate diventano un ambiente unico: strano, onnicomprensivo, instabile. Con la sua scrittura Marco Corsi mostra la propria autonomia dai modelli novecenteschi e, facendo leva su un lessico dallo spettro amplissimo e sugli innumerevoli rinvii alla sua memoria di lettore appassionato, costruisce una narrazione globale, dilagante, trascinante. Dove l’autore ha il coraggio poetico di riversare la propria vita presente, forse anche un’esistenza pregressa e ormai fossile, forse il suo e il nostro futuro.
Marco Corsi è nato in Toscana nel 1985 e vive a Milano dove lavora nell’editoria. Ha curato alcune rassegne e pubblicato diversi contributi dedicati alla poesia italiana contemporanea. Sue poesie sono apparse su importanti riviste e blog letterari. La sua prima silloge, Da un uomo a un altro uomo, nel 2015 è stata inclusa nel Dodicesimo quaderno italiano (Marcos y Marcos). Nel 2017 ha inaugurato la collana «Lyra giovani» di Interlinea con Pronomi personali; del 2022 è La materia dei giorni pubblicato da Manni Editori. Ha vinto diversi premi, tra cui il Premio Cetonaverde Poesia sezione giovani.
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18 MAY 2025 · Marco Gobetti
"La tragedia della libertà"
testo, recitazione, direzione Marco Gobetti
recitazione, co-direzione Diego Coscia, Chiara Galliano, Marta Maltese, Rui Albert Padul
voce registrata Giovanni Moretti
cura tecnica Alessandro Bigatti
maschere dipinte Arianna, Giulia Abbondati
Lo stagno di Goethe – ets in collaborazione con Unione Culturale Franco Antonicelli
Ogni sera dal 20 al 25 maggio 2025, ore 21.
Tingel Tangel San Salvario, Via Antonio Rosmini, 1g - Torino
Di come lo Stato impose la chiusura delle scuole; e, per fare eseguire l’ordinanza, ufficiali dell’esercito furono nominati presidi; e in una scuola, nel giorno del commiato, accadde un imprevisto: di come, quando e perché quattro studenti, avendo sbranato un preside, cambiarono vita e nome…
ovvero: per la creazione di un nuovo mito.
Quattro studenti provano di nascosto, davanti a un gruppo di amici fidati, le dichiarazioni che renderanno il giorno in cui verranno arrestati. Dalle loro parole si scopre perché stanno scappando, perché hanno mutato i loro nomi in Antigone, Ecuba, Edipo e Dioniso e quale segreto celano le loro maschere. La riunione clandestina inizia con l’ascolto di una registrazione che i quattro hanno portato con sé. È l’ultima lezione del loro insegnante di Greco e di Latino, in cui il professor Federico si scaglia contro la monarchia imprenditoriale, il mercato schiavistico del lavoro, la deformante statalizzazione della cultura e la futura formazione scolastica sul web, senza maestri; auspica un’era dionisiaca e inneggia alla clandestinità di vita e di studio. Il preside irrompe in classe pistola in pugno e lo dichiara in arresto. Un testo da leggersi per sé o da dirsi ovunque (in treno, al tavolo di un bar, sulle panchine di un parco…), scritto in una lingua tesa a creare nuove oralità e aperta a contaminazioni musicali; una riflessione sul diritto allo studio, la violenza e la libertà, alla luce di un inedito mito contemporaneo.
Marco Gobetti. Drammaturgo, attore e regista attivo dagli anni Novanta, coniuga da sempre l’attività di prosa su strada a quella nei teatri. A partire dal 2000 inventa il Teatro Stabile di Strada®, con cui tenta di contaminare il sistema teatrale, e fonda la Compagnia Marco Gobetti. Tra i principali lavori del suo repertorio: Lo Stagno; La memoria non è mai cimitero; Voglio un pappagallo; In-ec-cesso; Cristo muore in fabbrica: è solo un altro incidente ; L’anciové sota sal ; Bestiame etimologico; 1863-1992 Di Giovanni in oltre ; L’epigono. Il testo Un carnevale per Sole e Baleno vince l’edizione 2014 del premio NdN (Network drammaturgia nuova) e sarà edito rivisto e ampliato in questa stessa collana nel 2015. Negli ultimi anni un’intensa collaborazione con lo storico Leonardo Casalino, tesa a sviluppare metodi per raccontare la Storia oralmente, ha portato alla realizzazione di progetti come Lezioni recitate e dei volumi Lezioni recitabili (2012) e Raccontare la Repubblica (2014), entrambi pubblicati da Edizioni SEB27.
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18 MAY 2025 · Mauro Sambi
"Cura"
Ronzani Poesia
http://www.ronzanieditore.it
La poesia è una cura che va al di là del soggetto stesso e si offre con generosità e naturalezza al tu, ossia a tutti noi. Naturalezza è una parola chiave per la poesia di Sambi: anche il colpo più duro può trovare una intonazione, una vibrazione musicale che si modella con leggerezza, senza sforzo alcuno, dentro lo spartito del sonetto, la forma più amata.
«Mettere in versi la vita» era il programma poetico di Giovanni Giudici, uno degli autori senz’altro più amati e frequentati da Mauro Sambi. Il quale può «trascrivere fedelmente, senza tacere / particolare alcuno l’evidenza» della propria condizione umana, e può come in questo nuovo libro, intenso e necessario, mettere in versi l’inciampo inatteso e spiazzante della malattia.
Una malattia che chiama immediatamente in causa il bisogno e la responsabilità della cura, termine che ha molte sfaccettature ma che per Sambi è soprattutto legato all’esistenza stessa della poesia, alla possibilità che la poesia ha – con le parole dell’autore – di «tentare una forma di salvezza non effimera e non fallace di tutto ciò che abbiamo perduto, di tutto ciò che ha patito l’ingiustizia della fine e della morte, [e] farlo risuonare in una piccola durata che persiste quanto il presente della nostra eternità». La poesia è una cura, in questo senso, che va al di là del soggetto stesso e si offre con generosità e naturalezza al tu, ossia a tutti noi. Naturalezza è una parola chiave per la poesia di Sambi: anche il colpo più duro può trovare una intonazione, una vibrazione musicale che si modella con leggerezza, senza sforzo alcuno, dentro lo spartito del sonetto, la forma più amata. Da qui nasce una voce poetica che sa essere intimamente personale e insieme farsi attraversare e irrorare dalle voci del «grande stile» novecentesco.
Mauro Sambi (Pola, 1968) insegna Chimica generale e delle superfici all’Università di Padova. Ha pubblicato Di molte quinte vuote (Campanotto, 1998), L’alloro di Pound (Edit, 2009), Diario d’inverno (Lietocolle, 2015) e, con Ronzani Editore, Una scoperta del pensiero e altre fedeltà (2018), Quel tanto nella voce (2021), 14 sonetti di Shakespeare (con Isabella Panfido, 2022). Per Ronzani ha curato l’opera narrativa della scrittrice polese Nelida Milani (Di sole, di vento e di mare, 2019; Cronaca delle Baracche, 3 voll., 2021); Martin Muma del poeta rovignese Ligio Zanini (2022); A Fiume, un’estate (2022) e Dizionario fiumano passato minimo (2023) dello scrittore fiumano Ezio Mestrovich.
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18 MAY 2025 · Patrizia Carrano
"Il cuore infranto della quercia"
Aboca Edizioni
http://www.abocaedizioni.it
“Questa mattina ho scoperto che nel bosco di Manziana è stato abbattuto un albero centenario a me molto caro.
Un’altra me stessa, ma molto più forte e robusta.
Era una quercia sotto le cui fronde mi sentivo in salvo”.
Chi è la donna che attraversa con passo rapido un grande bosco a nord di Roma? Cosa la spinge a raggiungere una quercia secolare sotto la cui ombra finalmente si sente in salvo dalle ferite dell’esistenza? Carlotta è una donna consapevole e intelligente, un’apprezzata traduttrice di testi naturalistici, è stata fortemente impegnata nella salvaguardia dei lupi, ha una figlia ancora giovane che insegna in una università americana. Eppure cerca salvezza sotto le fronde di un albero, simbolo vivente e meraviglioso dell’ambiente selvatico cui è indissolubilmente legata. Quando scopre che il “suo” albero è stato abbattuto, il dolore è tale da costringerla in ospedale, dove le viene diagnosticata una “sindrome del cuore infranto”. Per raccogliere le fila della propria vita, questa donna con il cuore in pezzi deve sciogliere nodi antichi e assai intricati: un amore dissolto nel tempo e la recente, tragica fine di un familiare. Dal reparto di terapia intensiva dov’è ricoverata, Carlotta riuscirà ad attraversare il suo passato e alla ricerca di un nuovo modo per vedere le cose del mondo. Patrizia Carrano si consegna un’opera che, quasi francescanamente, ci invita a ristabilire il nostro rapporto con la natura e con la parte più selvatica presente in ognuno di noi. Poiché scrivere e leggere di ciò che si ama è la maniera migliore per avvicinarlo, conoscerlo e possederlo, senza attentare alla sua libertà.
Patrizia Carrano vive a Roma. Giovanissima ha lavorato per il settimanale “Noi donne”, poi ad “Amica”, “Anna”, “Elle”, “Max”, “Panorama” e “Sette”. Per Rai3 e Rai1 ha raccontato oltre venti edizioni del Festival del cinema di Venezia. È stata una voce di Radio2, dove ha narrato le donne del ’900 in una trasmissione intitolata Amiche mie. Ha scritto una ventina di romanzi, quasi tutti con protagoniste femminili, da Baciami Stupido a Illuminata – La storia di Elena Lucrezia Cornaro, prima laureata nel mondo. Ha firmato alcune fiction di grande ascolto nel prime time di Rai1. I suoi libri sono tradotti in cinque lingue. Per Vallecchi- Firenze ha pubblicato nel 2022 La bambina che mangiava i comunisti giunto in pochi mesi alla sesta edizione e nel 2023 una biografia di Magnani Tutto su Anna (cinque edizioni).
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16 MAY 2025 · Simona Garbarino
"Taccuino delle molte me"
Prefazione di Lella Costa
Lieto Colle Editore
http://www.ronzanieditore.it
C’è un albero
abbastanza solo per godere appieno del sole,
poi c’è un prato abbastanza verde
da far invidia,
poi c’è un uomo né vecchio né giovane
che aspetta,
la mano destra appoggiata al tronco
la fronte offerta al vento.
Non so se l’autrice preferisca definirsi poeta o poetessa, e poco conta: il fatto è che Simona Garbarino sa scrivere poesie. Ma belle, eh? Belle proprio. Perché ama smodatamente le parole, e le sceglie con cura assoluta, e le combina con la sapienza di chi è insieme artista e artigiana. Perché ha un formidabile senso del ritmo, della metrica, delle rime, e contemporaneamente racconta storie – magari piccole, magari intime, spesso sorprendenti, e soprattutto sempre vestite da un’impercettibile, delicata ironia. Perché ha una voce. Mi ha fatto venire in mente Wisława Szymborska ma anche (Simo, guarda che per me è un complimentone!) Guido Gozzano, Emily Dickinson, Carol Ann Duffy, Vivian Lamarque. E Amelia Rosselli, perché ha un cuore che anch’io “preferisco largamente a ogni altra burrasca”. Perché ho una nuova amica, ed è un regalo bellissimo. Grazie, ragazza.
(dalla prefazione di Lella Costa)
Simona Garbarino (Genova, 1965) è attrice di teatro e attrice comica, con numerose esperienze televisive al fianco di Marcello Cesena (su Mediaset in diverse edizioni di “Mai dire…”, su Rai2 in varie edizioni di “Quelli che il calcio”, su TV8 all’interno del Gialappa Show). È pedagogista, formatrice, docente universitaria, poetessa. La prima pubblicazione risale al 2020 con Poesie del risveglio (Edizioni ZonaContemporanea), vincitrice nella sezione “Poetry” all’interno dell’“Actors&Poetry Festival” di Genova. Nel 2022 con la Rivista di Poesia «Fili d’aquilone» n°60 pubblica la silloge Cerimoniosi silenzi. Partecipa a festival di poesia in Italia e in Francia (Casa de la Poésie El Cactus di Ostuni, Versipelle – Comunità Poetica della Campania, Festival Faim di Lione etc.). Diplomata e specializzata presso la Libera Università dell’Autobiografia di Anghiari, conduce atelier di scrittura autobiografica, immaginativa e poetica. Promuove la diffusione della poesia in ambito sociale, educativo, riabilitativo e formativo.
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16 MAY 2025 · Giannandrea Mencini
"La battaglia dei semi"
Come uscire dai monopoli alimentari
Prefazione di Elena Ciccarello
Kellermann Editore
http://www.kellermanneditore.it
Dopo aver acceso i riflettori sulla cosiddetta "mafia dei pascoli" e sull'espansione incontrollata delle monocolture nelle terre alte, l'autore torna con una nuova inchiesta, rivolta alle dinamiche oscure del sistema sementiero. Con dati alla mano, Mencini svela come il 63% del mercato delle sementi e il 75% di quello degli agrofarmaci siano monopolizzati da sole tre multinazionali, denunciando le gravi ripercussioni sociali, gli squilibri commerciali e la conseguente sottomissione di milioni di contadini e consumatori alle decisioni di pochi colossi. Un sistema che mette a repentaglio la sovranità alimentare dei Paesi e la biodiversità agricola.
Tuttavia, l'autore non si limita alla denuncia, ma intraprende un viaggio avvincente attraverso l’Italia, soffermandosi in particolare in aree collinari e montane, alla scoperta di aziende agricole, associazioni, cooperative, progetti che portano avanti un modello produttivo sostenibile, basato sul recupero di saperi antichi, sullo scambio di semi e sulla valorizzazione dei prodotti locali. Realtà rurali ricche di storia, che continuano a sostenere il sistema agroalimentare italiano, nonostante la concorrenza spietata dell'agroindustria.
Giannandrea Mencini, (1968), veneziano, giornalista e scrittore, si occupa di storia dell’ambiente e del territorio.
Ha pubblicato numerosi saggi, libri e articoli, dove ha raccontato i problemi della salvaguardia di Venezia e del vivere in montagna tra i quali Il Turismo a Venezia e nel Veneto, problema o risorsa? (Supernova edizioni, 2013), Acqua in Piazza (Lineadacqua, 2016), Vivere in pendenza. Scelte di vita che cambiano la montagna bellunese (Supernova Edizioni, 2019).
È stato fra i curatori con contributi specialistici del primo Rapporto sullo stato dell'ambiente 2000 della Provincia di Venezia (Provincia di Venezia, 2000) e dello Stato dell'ecosistema lagunare veneziano a cura del Magistrato alle Acque di Venezia (Marsilio, 2010).
Ha ricevuto una menzione speciale nell'ambito della terza edizione del Premio Nazionale di ecologia Verde Ambiente per i suoi scritti sulle tematiche ambientali e di difesa del territorio.
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