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9 OCT 2023 · Nella prima puntata, Giacomo incontra un gruppo scout che sta raccogliendo materiale igienico ed alimentare da mandare in Grecia tramite il Solidaritir dell’organizzazione veronese One Bridge To. Decide quindi di partire per la penisola balcanica per vedere dove vanno a finire gli aiuti.
Caricata su un treno fino ad Ancona, poi imbarcata sul traghetto con destinazione Igumenitsa, la bicicletta inizia il suo viaggio sulle tracce dei migranti lungo la rotta balcanica. La prima sosta lunga, è a Patrasso, dove Giacomo visita una fabbrica abbandonata che fu rifugio per migliaia di persone in attesa di imbarcarsi sui traghetti per l’Italia, tentando il famigerato game per attraversare il confine.
In questa puntata:
Anna, Manu, Matteo e gli/le scout del clan Verona 13;
https://www.ispionline.it/it/bio/giorgio-fruscione;
Jacopo Rui, https://www.onebridgetoidomeni.com/.
Scritto da Giacomo Corticelli.
Musiche di https://giuliodeboni-dovago.com/.
Produzione, mixaggio e fotografie: donpears.
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8 OCT 2023 · Nella seconda puntata, dopo 454 chilometri di pedalate in sei giorni, Giacomo arriva a Corinto e va alla scoperta del centro Xerapsies, gestito dalle organizzazioni One Bridge To, Vasilika Moon e Aletheia RCS.
Qui si distribuisce materiale igienico ed alimentare agli abitanti del campo di rifugiati della città, si svolgono corsi di lingua, c’è una caffetteria. E’ un luogo di ritrovo e di socialità gestito da volontari e volontarie, che raccontano le ragioni che le quali spendono qui il loro tempo. Le testimonianze di Sherif e di Salomé, che abitano al campo della città, chiudono la puntata.
In questa puntata:
Mina, Giulia, Giulia, Silvia, Benedetta, Sherif, Salomé.
Jacopo Rui, https://www.onebridgetoidomeni.com/.
Scritto da Giacomo Corticelli.
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7 OCT 2023 · La terza puntata si svolge ad Atene, capitale di un paese in profonda crisi, dove si svolge una guerra ai poveri che prende di mira specialmente i migranti. Qui Giacomo incontra diversi attivisti politici della città e visita alcuni luoghi occupati a scopo abitativo, dove alloggiano soprattutto famiglie migranti. La scoperta di buone pratiche di lotta contro politiche governative sempre più ostili e stringenti verso i migranti, passa anche per lo sport e la moda.
In questa puntata:
Giulio D’Errico, Solidarity with migrants.
Cristina e Ioannis, Open assembly against pushbacks and border violence.
Kerry Moor, Hope café.
Sabri, Navenda Çanda Kurdistan Atina.
Davide Garzella, Sunny, Yassin, Yoga & sport with refugees.
Lin, Isabella, Mariangela, Ankaa Project.
Scritto da Giacomo Corticelli.
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Produzione, mixaggio e fotografie: donpears.
Assistente al montaggio: Silvia Beraldo.
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6 OCT 2023 · Il viaggio di ricerca in bicicletta lungo la rotta balcanica, ferma per l’ultima tappa greca a Salonicco. In questa città si sente la vicinanza del confine e gli effetti della repressione ai confini dell’Unione. Gli attivisti e le attiviste della città confermano l’aumento dei respingimenti, raccontano di una società in preda alla paura e dell’incapacità di riuscire a produrre una narrazione controcorrente sul fenomeno migratorio.
Nei giorni passati a Salonicco, Giacomo partecipa anche alla manifestazione in risposta al grande naufragio di Pylos, nel Mediterraneo, nel quale oltre 600 migranti sono stati lasciati morire. Il racconto di questo episodio si conclude lungo il confine greco turco, un luogo totalmente militarizzato, murato, un posto triste, simbolo di un’Europa sconfitta dal proprio egoismo.
In questa puntata:
Max, Wave Thessaloniki.
Lazaros, Stop war on migrants.
Manon Louis, Mobile info team.
Giulio D’Errico, Solidarity with migrants.
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5 OCT 2023 · In questo episodio, si viaggia a ridosso del triplice confine Greco-Turco-Bulgaro. Dopo l’impressionante strada che corre lungo il fiume Evros, la trincea della guerra ai migranti dell’Europa del sud est, Giacomo si ferma per qualche giorno ad Edirne in Turchia e poi prosegue per Harmanli, Bulgaria.
In questa piccola cittadina di confine lavora la fondazione Mission Wings e operano attivisti e attiviste del Collettivo Rotte Balcaniche Alto Vicentino. Hamid, rifugiato iraniano che vive da qualche anno ad Harmanli, accompagna Giacomo alla scoperta di una città ostile verso stranieri e organizzazioni che supportano le persone in movimento lungo la rotta balcanica.
Harmanli si rivela tuttavia estremamente calorosa ed accogliente: insieme a Mission Wings, Giacomo passa una giornata ai fornelli con irachene, curde, siriane ed afghane a cucinare dolcetti, pollo, riso e verdure per gli oltre ottanta minori non accompagnati del campo della città.
In questa puntata:
Damla, ASAM Ankara.
Hamid e Diana, Mission Wings.
Giuseppe, Davide e Anna, Collettivo Rotte Balcaniche Alto Vicentino.
L’albergatore dell’hotel Bulgaria e le donne del campo di Harmanli.
Scritto da Giacomo Corticelli.
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4 OCT 2023 · Continua il viaggio in Bulgaria, dove si riscontra un grande arrivo di persone in movimento dalla Turchia. Dopo la militarizzazione del confine Greco Turco, la rotta si è spostata qui e il paese è il nuovo “scudo d’Europa”. I migranti vengono violentemente respinti o vengono rinchiusi in centri di detenzione, come quello di Lyubimets, come raccontano gli attivisti delle zone di Harmanli. L’assenza della legge lungo queste frontiere e la violazione dei più basilari diritti all’interno delle prigioni per migranti, vengono sottolineate in varie occasioni.
L’ultima tappa bulgara è nella capitale Sofia, dove il sistema dell’accoglienza è quasi inesistente: sono poche le organizzazioni che sostengono i richiedenti asilo e le persone in movimento cercano di lasciare il paese quanto prima possibile, rimanendo nascoste, per non finire tra gli schedati di Dublino, quindi obbligati a restare nel limbo dei documenti in un paese povero di prospettive.
In questa puntata:
Hamid, Mission Wings.
Giuseppe, Davide e Anna, Collettivo Rotte Balcaniche Alto Vicentino.
Linda Awanis, Council of refugees woman in Bulgaria.
Todor Iliev, Center for legal aid - Voice in Bulgaria.
Magdalena Miteva e Nadya Denkova, Foundation for access to rights.
Bedu.
Scritto da Giacomo Corticelli.
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3 OCT 2023 · La Serbia è un paese chiave della rotta balcanica, un punto di passaggio quasi obbligato per chi percorre le numerose strade che portano in Europa occidentale. L’ingresso nel paese avviene da sud: la prima tappa è a Pirot, dove alla stazione degli autobus passano quotidianamente decine o centinaia di migranti in arrivo, quasi sempre a piedi, dalla vicina Bulgaria. Le fatiche del viaggio e le violenze patite nella tappa precedente, sono visibili nei numerosi gruppi di persone in movimento incrociate in questi luoghi.
Numerosi gli incontri e le testimonianze anche a Belgrado, capitale caotica di un paese che è considerato di transito. Vengono messe in evidenza le bugie dei trafficanti e confrontate con alcune storie di viaggio di giovanissimi afghani e marocchini, incontrati tra Pirot e Belgrado.
In questa puntata:
Emina, Infopark Pirot.
Vuk Raičević, Belgrade Centre for Human Rights.
I ragazzini afghani e marocchini in viaggio lungo la rotta.
Scritto da Giacomo Corticelli.
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2 OCT 2023 · Seguendo il flusso delle persone in movimento lungo la rotta, continua il viaggio in Serbia. Da Belgrado, Giacomo si sposta a nord nella zona di Sombor: con il team dell’organizzazione InfoPark, sono realizzati alcuni sopralluoghi negli squat, luoghi occupati temporaneamente dai migranti e gestiti dai cosiddetti trafficanti.
A poca distanza, il muro di Orban, la barriera di filo spinato alta quattro metri, comprensiva di videosorveglianza e filo elettrico, installata lungo l’intero confine tra Serbia e Ungheria. Questa opera del governo ungherese ha solo deviato e rallentato la rotta: i migranti l’attraversano posizionando alte scale, senza però riuscire ad evitare di ferirsi con le lamette del filo spinato. I respingimenti violenti della polizia ungherese, le sparatorie tra bande di trafficanti e gli sgomberi violenti degli squat da parte della polizia serba, sono raccontati dai volontari delle organizzazioni che supportano le persone in movimento. Giacomo li incontra a Subotica, cittadina di confine con l’Ungheria, dove passa molto tempo con i volontari e le volontarie di Medical Volunteers International e di No Name Kitchen.
In questa puntata:
Molly, Medical Volunteers International.
Milica e il team di InfoPark Belgrado.
Lucy e Adalberto, No Name Kitchen.
Scritto da Giacomo Corticelli.
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2 OCT 2023 · In questo episodio, Giacomo arriva in bicicletta a Šid, nel nord ovest della Serbia, al confine con Bosnia e Croazia. Anche qui numerose persone attendono il momento giusto per continuare il viaggio verso l’Europa occidentale. I centri di accoglienza gestiti dallo stato serbo versano in condizioni precarie, sono sovraffollati e sporchi, infatti molti dei giovanissimi ospiti si infettano con la scabbia. Tra le attività dell’organizzazione No Name Kitchen, la solidarietà e i giochi con i bambini afghani alla stazione dei treni di Šid e le visite agli squat nei pressi del confine.
Si affronta il tema della gestione delle zone fronterizze da parte dell’agenzia europea Frontex, complice, secondo molte testimonianze dei respingimenti illegali e violenti sui migranti. Con i volontari e le volontarie di No Name Kitchen, si visita il cimitero della città, dove sono sepolte le persone che hanno perso la vita cercando di attraversare il vicino confine. Alcune di queste vittime hanno meno di dieci anni, altre, sono rimaste senza nome.
In questa puntata:
Peppe Naselli, fumettista.
Federico, Tomas, Marta, No Name Kitchen.
Simon, Giorgio, Michele, studenti in viaggio lungo la rotta balcanica.
Scritto da Giacomo Corticelli.
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2 OCT 2023 · Da Šid a Brčko attraversando illegalmente la frontiera serbo-croata: sebbene l’arrivo in Bosnia-Erzegovina riservi qualche imprevisto, la bicicletta continua a sfrecciare per la penisola balcanica. La grande pianura serba della Voivodina è finita, si passa alle montagne della Bosnia: dopo 268 chilometri in tre giorni fatti di durissimi dislivelli, l’arrivo a Sarajevo. In città e nel paese i profughi sono diventati quasi invisibili: dopo l’empatia iniziale dei bosniaci, il linguaggio è cambiato, sono arrivate le grandi organizzazioni internazionali e costruiti campi per rifugiati.
I retaggi della guerra degli anni novanta sono ancora ben presenti: la Bosnia è un paese profondamente diviso e sull’orlo della secessione. I bosniaci stessi continuano ad abbandonare il paese. In questo contesto, l’Unione Europea continua a sostenere la politica dell’esternalizzazione delle frontiere, finanzia di fatto i respingimenti illegali della polizia croata e ufficialmente li nega.
L’episodio termina nella città di Bihać dove sono numerosi e giovanissimi gli afghani che Giacomo incontra accompagnato da Baba, commerciante in pensione che aiuta i migranti che passano in città e dintorni.
In questa puntata:
Valentina Pellizzer, attivista.
Ilma Čosić, Kompas 071 Sarajevo.
Arshad Isakjee, No Name Kitchen - geografo politico, Università di Liverpool.
‘Baba’ Asim Karabegovic, SOS BalkanRoute.
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Author | donpears Giacomo Corticelli |
Organization | Giacomo |
Categories | Places & Travel , Documentary |
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