29 NOV 2024 · Due viaggi paralleli in bicicletta e due diari di viaggiAutori: il primo realizzato nella primavera del 1897, il secondo dal 17 al 21 giugno del 2006.
Grande sportivo ed esperto viaggiatore, Bertarelli racconta la sua incredibile impresa: percorrere in bicicletta 500 km in soli 5 giorni, da Reggio Calabria ad Eboli, con l'intenzione di far conoscere la Calabria agli italiani.
Dopo più di un secolo, Roberto Giannì, urbanista napoletano e appassionato cicloturista, letto il diario di Bertarelli e osservate le splendide planimetrie ciclistiche di quel viaggio, ripercorre e racconta lo stesso itinerario.
Roberto Giannì: Sulle orme di Bertarelli: Dal Cilento a Reggio Calabria
Secondo Giorno - Da Lagonegro a Castrovillari, 90 km
Parto alle 7,30 in punto, quando la piazza è già animata.
La strada che mi consente di evitare il tunnel è in ripida salita ma priva di traffico automobilistico, certamente preferibile, in ogni caso.
Dopo circa un chilometro di dura salita, ecco che si apre una vista magnifica su Lagonegro e la valle del fiume Noce.
La statale gioca a mosca cieca con l'autostrada: passa sotto i viadotti, la supera quando quella si infila in un tunnel, poi l'autostrada si allontana ma si continua a distinguere i viadotti che si snodano sull'altro versante della valle.
Quando l'autostrada si allontana il silenzio torna assoluto, appena rotto dal canto degli uccelli e dal continuo ruscellare di acque.
La strada, che porta al lago Sirino, intorno al quale è nata una piccola stazione di villeggiatura, è disseminata nel primo tratto di seconde case, villette modeste ma ben tenute, la targhetta civettuola con nome assegnato alla residenza al lato del cancello di ingresso.
In questa disseminazione edilizia le seconde case, che saranno aperte un mese o due all'anno durante le feste più qualche domenica, sono certamente un effetto del richiamo del monte Sirino e delle modeste potenzialità turistiche che esso esprime.
Penso che questa è una delle ragioni per le quali il mezzogiorno difficilmente riuscirà a sfruttare con vantaggi economici generalizzati le risorse turistiche che possiede.
La strada scende dolcemente, a mezza costa, verso Lauria.
Noto molta agricoltura, pezze coltivate con fatica, insediamenti agricoli sparsi, ma anche qualche fabbricato industriale, scheletri non finiti di edilizia residenziale: un insieme di iniziative individuali incerte, totalmente prive di coordinamento, un territorio alla ricerca di un'identità.
Dopo Lauria la strada riprende a salire "interrandosi", come scrive la Guida Rossa del Tci «in una stretta forra rocciosa in cui scorre il torrente Caffaro».
Il paesaggio è cambiato, è più selvaggio, la vegetazione è molto più rada, prevale la macchia mediterranea.
Per chilometri non si incontra anima viva.
La pendenza è dolce ma continua, inesorabile.
Giunti in cima, 830 metri, si gode un bel panorama sulla valle del fiume Lao, dove mi porta una lunga discesa ristoratrice che si sviluppa per oltre 10 km.
A Campotenese la strada procede in falsopiano per qualche chilometro, leggermente incassata nel piano di campagna.
Il territorio è brullo, coltivata a grano.
Dall'alto del valico di Campotenese si domina la piana del fiume Coscile, l'antico Sybaris, affluente del Crati, nel mezzo Castrovillari.
Se VUOI puoi cliccare sul link che trovi qui sotto per ASCOLTARE tutti i podcast di «Cicloturisti in Calabria» https://penisolabella.blogspot.com/2024/11/audiolibro-cicloturisti-in-calabria-due.html