16. Il treno a filo di mare: Parma - La Spezia - Ventimiglia da «L'Italia in seconda classe» di Paolo Rumiz
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Altro che Genova. I veri no global sono loro, i vecchietti terribili di Parma. Li vedo uscendo dalla stazione, dal treno che ci porta in Liguria. Hanno occupato le “terre...
show moreI veri no global sono loro, i vecchietti terribili di Parma.
Li vedo uscendo dalla stazione, dal treno che ci porta in Liguria.
Hanno occupato le “terre di nessuno” ai lati della ferrovia e le hanno trasformate in orti: piselli e rucola, scalogno e cipollotti, fave e zucchini a trombetta.
I politici li odiano, vorrebbero cacciarli.
Ma loro sono organizzatissimi, sindacalizzati, difendono il territorio come vietcong e hanno un’energia bestiale.
Sono lì al mattino presto, in canottiera: zappano, irrigano, partono in bici con il cesto pieno di primizie.
E la sera vanno in balera a caccia di tardone.
Noi invece siamo distrutti, su questo treno per La Spezia popolato di stranieri di colore.
La Transiberiana si fa in cinque giorni, noi siamo in viaggio da sedici.
Mollo lo zaino in deposito, scendo sul mare.
Pranzo al nero di seppia e il cameriere mi spiega che è così solo in alta stagione, il resto dell’anno la Liguria è ostaggio dei pensionati, diventa un’immensa baia della tranquillità.
Torno in stazione e scopro che d’estate i vecchietti terribili non scompaiono affatto.
Semplicemente arretrano, sulla linea ferroviaria.
Stanno sempre nei posti migliori, e in agosto il posto più fresco e tranquillo è proprio la stazione.
Che le manca? Nulla.
Ha il gazebo, le palme, le panchine, il bar, la brezza di montagna.
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Author | Giuseppe Cocco |
Organization | Giuseppe Cocco |
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