19 - Nebbia - «Morimondo» di Paolo Rumiz
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Description
La sera, in una pizzeria della riva destra, spostai i boccali di birra verso l’orlo del tavolo e aprii in mezzo ai compagni la carta delle meraviglie. Angelo la esplorò...
show moreAngelo la esplorò attentamente anche per verificare la correttezza delle mie annotazioni lungo l'asse del Po, che conosceva a memoria fino alla foce.
Alla fine disse che tanta precisione era inutile perché sono su un fiume nulla è sicuro e il tracciato della corrente cambia sempre.
Guai pensare di conoscerlo.
Ti spiazza sempre, e ogni volta va interpretato.
Si possono trovare così tante sorprese che non vale nemmeno la pena memorizzarlo, questo può.
Fuori è calata la nebbia, tempo di amarcord, e l’omerico Bosio, davanti a una parte pizza la scarola, e raccontò di quella pazzesca solitaria da Venezia a Torino.
Fatta quasi a 70 anni, e mica col kayak, che sono capaci tutti.
Angelo Bosio, orafo dalle mani come benne di caterpillar, l'aveva fatta col barcè, la principessa di fiumi e dei laghi, cantata da poeti e viaggiatori, nobilissima discendente della piroga, una lunga scialuppa che controcorrente va spinta con un remo ferrato sul fondale.
Io ero spossato dal sole e da due notti di insonnia, ascoltavo con fatica, e quando la nebbia si fu definitivamente chiusa attorno a noi portando odore di lignite, pensai ai Balcani, alle sue stufe povere, ed ebbi voglia di una banda di zingari, una di quelle che suonano fino all'alba e ti estenuano di saudade dopo averti già sfiancato con ritmi dionisiaci insostenibili.
”E dicci," chiese intanto Vale ad Angelo, "come è cambiato il fiume?“
"Nel 1970 c'erano ancora i ponti di barche, come a Pontelagoscuro.
“E l'acqua era meglio o peggio?"
“Trent'anni fa sembrava più sporca di adesso. Però bisogna sempre vedere cosa c'è dentro, capisci? Perché finché ci sono gli scarichi dei gabinetti è ancora niente .... È la chimica che fa danno, e quella non c'entra con la limpidezza.”
Valentina e Angelo non sentivano stanchezza e continuavano a parlare.
Io intanto navigavo verso altri pianeti.
Angelo si chiuse nel tabarro e sorrise.
"Qui d'inverno, con questo tempo, ti perdi in 10 metri. Anche in pieno giorno, se becchi il pilone di un ponte, non fai in tempo a evitarlo.”
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Author | Giuseppe Cocco |
Organization | Giuseppe Cocco |
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