5. Le stazioni fantasma: Aragona - Agrigento - Catania - «L'Italia in seconda classe» di Paolo Rumiz
Oct 8, 2023 ·
10m 5s
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Description
Questa è la quinta tappa del viaggio in Italia in treno, realizzato dal ViaggiAutore Paolo Rumiz nell’estate del 2002. L'Agrigento-Catania frena sotto le stelle, scivola accanto a una stazioncina buia...
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Questa è la quinta tappa del viaggio in Italia in treno, realizzato dal ViaggiAutore Paolo Rumiz nell’estate del 2002.
L'Agrigento-Catania frena sotto le stelle, scivola accanto a una stazioncina buia di nome Agira, rallenta, si ferma, spegne i motori, diventa un'ombra nera nella prateria.
C'è una luce rossa sulla linea, bisogna aspettare.
A quest'ora, se fossimo davvero sulla transiberiana, un inserviente tettona con i capelli raccolti a bulbo ci porterebbe una vodka.
740, il compagno sconosciuto, fa il conto dei chilometri percorsi: oltre 2.000, con i traghetti.
Come dire che abbiamo passato Novosibirsk e ci avviamo gloriosamente verso Krasnoyarsk e le prime montagne dell'Asia.
Grilli, silenzio, delizia orientale.
Scende la notte e mi appaiono una mezzaluna turca, una bici e una birra imperlata.
E’ il paradigma della Trieste-Istanbul.
Quel viaggio su due ruote del 2001 mi perseguita, ne vivo il confronto in ogni riga del mio notes.
Mi dico che non poteva esserci viaggio più perfetto.
Ma è un attimo, perché la meraviglia dell'attimo presente vince sul ricordo: oltre la penombra delle colline, oltre la prima luminescenza dei paesi, immensa, fosforica nel cielo viola, compare un'altra fantastica icona.
L'Etna, il Dio Vulcano.
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L'Agrigento-Catania frena sotto le stelle, scivola accanto a una stazioncina buia di nome Agira, rallenta, si ferma, spegne i motori, diventa un'ombra nera nella prateria.
C'è una luce rossa sulla linea, bisogna aspettare.
A quest'ora, se fossimo davvero sulla transiberiana, un inserviente tettona con i capelli raccolti a bulbo ci porterebbe una vodka.
740, il compagno sconosciuto, fa il conto dei chilometri percorsi: oltre 2.000, con i traghetti.
Come dire che abbiamo passato Novosibirsk e ci avviamo gloriosamente verso Krasnoyarsk e le prime montagne dell'Asia.
Grilli, silenzio, delizia orientale.
Scende la notte e mi appaiono una mezzaluna turca, una bici e una birra imperlata.
E’ il paradigma della Trieste-Istanbul.
Quel viaggio su due ruote del 2001 mi perseguita, ne vivo il confronto in ogni riga del mio notes.
Mi dico che non poteva esserci viaggio più perfetto.
Ma è un attimo, perché la meraviglia dell'attimo presente vince sul ricordo: oltre la penombra delle colline, oltre la prima luminescenza dei paesi, immensa, fosforica nel cielo viola, compare un'altra fantastica icona.
L'Etna, il Dio Vulcano.
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Author | Giuseppe Cocco |
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