Aurelio Cocchini "Pesca Tradizionale del Lago Trasimeno" Presidio Slow Food

Mar 6, 2024 · 16m 49s
Aurelio Cocchini "Pesca Tradizionale del Lago Trasimeno" Presidio Slow Food
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Aurelio Cocchini
La pesca tradizionale del Lago Trasimeno
Presidio Slow Food
www.slowfood.it



La pesca tradizionale del Lago Trasimeno entra a far parte della famiglia dei Presìdi Slow Food dell’Umbria.

«La nostra è una pesca passiva: stendiamo le reti e aspettiamo che il pesce, muovendosi, rimanga imprigionato nelle maglie. Funziona così da tremila anni, da quando l’uomo ha cominciato ad abitare le coste del nostro lago e a uscire in barca» sottolinea Aurelio Cocchini, un’esperienza da pescatore lunga quarant’anni, referente dei produttori.

Fatiche e soddisfazioni, anche economiche
Il nostro viaggio tra varietà vegetali, razze animali, saperi e tradizioni da difendere e promuovere oggi ci porta in Umbria, e più precisamente nel quarto lago più esteso d’Italia. Il Trasimeno è un bacino d’acqua dolce particolare, caratterizzato da una profondità media che non raggiunge i cinque metri: un lago che soffre la scarsità d’acqua (in questi giorni il livello è oltre un metro più basso dello zero idrometrico), ma dove il pesce non manca.«L’opportunità di diventare Presidio Slow Food - dice Guido Materazzi, un altro dei pescatori coinvolti nel progetto - arriva in un momento storico importante, in cui il mestiere del pescatore ha necessità di coniugare tradizione e innovazione, buone pratiche e sostenibilità economica». Fare economia tenendo a mente le generazioni future, come ricorda Ivo Banconi, presidente della Cooperativa Stella del Lago, che aderisce al Presidio, sottolineando che «il Presidio è un ulteriore tassello verso la giusta condivisione di strategie comuni a salvaguardia dell’ambiente, nell’intento di preservare quell’immagine lasciataci in eredità da chi ha dato al lago la sua vita».Persico reale, carpa, pesce gatto, latterino, tinca, persico-trota, anguilla e capitone sono le specie ittiche comprese nel disciplinare che regola il Presidio Slow Food e sono, soprattutto, le protagoniste del lago.

Un pescato imprevedibile
«Siccome la nostra è una pesca di attesa, non aggressiva, risulta anche altamente sostenibile - spiega il referente Aurelio Cocchini -, ed è pressoché impossibile che l’attività si intensifichi al punto da intaccare le riserve di pesce nel lago». Per lo stesso motivo, però, è anche fortemente imprevedibile: «Non posso prevedere di che cosa rifornirò i ristoranti, i negozi o la nostra locanda, perché non ho certezza di che cosa pescherò. Se, da un lato, questo rappresenta un handicap economico, dall’altro nasconde un vantaggio: quello di non rischiare di mettere in crisi gli stock ittici, la nostra fonte di lavoro e di sostentamento».I pescatori professionisti attivi sul lago Trasimeno oggi sono una cinquantina, la maggior parte dei quali aderiscono a due cooperative: «Negli ultimi tempi l’età media si è abbassata parecchio - conclude Cocchini -. Merito di tanti giovani che, faticando a trovare un lavoro in altri settori a causa della crisi economica, si sono avvicinati al mondo della pesca».

«Noi, per parte nostra - osserva la presidente Slow Food Umbria, Monica Petronio - saremo felici di contribuire a valorizzare le ricette di cucina (tradizionali e moderne) legate al pescato, non sempre di facile esecuzione per chi non è originario di questi luoghi, ma di sicuro gradimento per il consumatore e per il turista, anche grazie alla collaborazione che abbiamo avviato con gli istituti alberghieri di tutta la regione, che coinvolgeremo subito nel progetto. I ragazzi, sia gli aspiranti cuochi che il personale di sala, potranno mettersi alla prova confrontandosi direttamente con i pescatori e i professionisti della ristorazione lacustre, e sicuramente con il loro sguardo e la loro fantasia sapranno ricambiare quanto impareranno dalle generazioni che li hanno preceduti».

foto: Oliver Migliore


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