From the Dam to the Red Sea proxy wars will be fight
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https://ogzero.org/regione/corno-dafrica/ La battaglia di Khartoum è in corso perché il governo di al-Burhan vuole riprendere la capitale dopo 9 milioni di sfollati, 150.000 vittime. 2,5 milioni di persone a rischio...
show moreLa battaglia di Khartoum è in corso perché il governo di al-Burhan vuole riprendere la capitale dopo 9 milioni di sfollati, 150.000 vittime. 2,5 milioni di persone a rischio di morte per fame e colera: la «peggiore crisi umanitaria al mondo», dice l’ipocrisia diplomatica dell’Onu, espressa da Linda Thomas-Greenfield, ambasciatrice statunitense. Comincia dalla guerra atroce tenuta sullo sfondo dall’evidenza delle altre due, ma non meno efferata, l’intervento di Matteo Palamidesse.
Mentre la crisi si intensifica sulle sponde del Nilo nella capitale, il fronte più caldo della guerra distrugge la città di Al Fasher, nel Darfur settentrionale. Le Rsf di Hemedti spingono per conquistare l'ultimo centro urbano ancora in mano all'esercito regolare sudanese nella regione. E in Darfur si torna a parlare di genocidio.
Viene dunque sancita sempre di più la ulteriore divisione del paese, con le milizie Rsf, ex janjawid, a occupare – anche etnicamente imponendo l’arabizzazione – il Darfur e il governo a controllare il resto del paese; entrambi i contendenti impegnati a fare affari anche con gli stessi interlocutori, come l’accordo siglato per l’esplorazione e l’estrazione dell’oro tra il ministero dei minerali del Sudan e la società russa Zarubezhgeologiya. Oro e costruzione di porti in cambio di armi.
L’altra crisi che affligge l’area è la disputa che oppone Etiopia e Somalia in seguito al riconoscimento del Somaliland da parte di Addis Abeba in cambio del porto di Berbera; lo scontro si allarga, perché l’Egitto in contrasto con l’Etiopia per la Diga della rinascita, appoggia la Somalia, che già da decenni è terreno di rapina e di utilizzo da parte della Turchia e questo crea una serie di alleanze e scontri che finiranno con divenire teatri di molti focolai di guerra interna al Corno d’Africa, perché lo scontro diretto tra il potente esercito egiziano, che considera lo spazio tra Suez e Aden come propria zona d’influenza, e la potenza etiope dominante nella regione sarebbe troppo esiziale per tutti.
Su tutto questo aleggia un ulteriore sanguinoso conflitto quello dei jihadisti di al-Shabaab in contrasto anche con la potente sede dell’Isis stanziata in Puntiland.
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