Gabriele Pedullà "Lame"
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Gabriele Pedullà "Lame" Einaudi Editore www.einaudi.it Su uno dei piú bei colli di Roma, una compagnia di pattinatori si riunisce tutte le settimane per celebrare un particolarissimo rituale, fatto di...
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Einaudi Editore
www.einaudi.it
Su uno dei piú bei colli di Roma, una compagnia di pattinatori si riunisce tutte le settimane per celebrare un particolarissimo rituale, fatto di libertà, abiti vintage e canzoni dell'adolescenza. Anche Olimpia e Ruggiero – un matrimonio felice, in cammino «ad ampie falcate in direzione dei quarant'anni» – ne sono immediatamente conquistati. Riecco di colpo «la sensazione di volare senza veramente sollevarsi da terra» che li aveva posseduti da ragazzi.
Dopo, niente sarà piú lo stesso.
«… E poi li ho visti: cosí colorati, cosí dinamici, soprattutto cosí allegri! Trascinanti è il termine. Per non parlare dei vestiti e della musica, con quella spudorata celebrazione degli anni Ottanta, ironica e filologica al tempo stesso. Ma almeno altrettanto ti colpivano gli spettatori che si erano raccolti da tutta la Bay Area per assistere alle piroette sui pattini di quella infaticabile compagnia di dilettanti: anche loro facevano chiaramente parte dello show. […] Soprattutto, nei giorni successivi non riuscivo a smettere di pensarci. Sai quando hai l'impressione di aver assistito a qualcosa di importante, ma non riesci a dire cosa? E non era solo per via dei pattinatori. Tutta quella gente, affascinata come me dal loro girare all'infinito, ovale dopo ovale, ancora e ancora. Perché anch'io, oramai, ero preso in trappola: questo era chiaro. Allora ho sentito che lí c'era una storia che dovevo assolutamente raccontare, che quel movimento senza una meta ci riguardava tutti, insomma che non si trattava solo di un gruppo di ragazzi di mezza età che cercava di passare una domenica all'aperto volteggiando in aria. Ecco, non saprei come altrimenti dirlo, ma quel pomeriggio al Golden Gate Park per un paio d'ore ho avuto l'impressione di vedere qualcosa come lo Spirito-del-nostro-tempo che si incarnava in una singola, concretissima figura. Lí, improvvisamente, c'era il meglio e il peggio di tutti noi. Le nostre angosce. I nostri errori. Le nostre speranze, forse. Avevo bisogno di capire. E cosí ho cominciato a scrivere…»
Da una lettera dell'Autore all'Editore
Gabriele Pedullà (Roma 1972) insegna Letteratura italiana presso l'università di Roma 3 ed è stato visiting professor a Stanford e UCLA. Ha pubblicato tre monografie saggistiche: su Beppe Fenoglio (La strada più lunga, Donzelli 2001, Premio Marino Moretti), sulla condizione del cinema e delle altre arti nell'epoca degli individual media (In piena luce, Bompiani 2008: tradotto in inglese da Verso nel 2012) e su Machiavelli (Machiavelli in tumulto, Bulzoni 2011: tradotto in inglese per Cambridge University Press). Tra le sue cure: AAVV, Racconti della Resistenza (Einaudi 2005); AAVV, Parole al potere. Discorsi politici italiani (Bur 2011); Niccolò Machiavelli, Il principe (Donzelli 2011: introduzione e commento tradotti in inglese, spagnolo e portoghese); Beppe Fenoglio, Il libro di Johnny (Einaudi 2015) e, assieme a Sergio Luzzatto, l'Atlante della letteratura italiana (Einaudi 2010-12). Presso Einaudi ha pubblicato anche i suoi libri di narrativa: la raccolta di racconti Lo spagnolo senza sforzo (2009, Premio Mondello Opera prima, Premio Verga, Premio Frontino) e il romanzo Lame (2017). Collabora con il supplemento culturale della domenica del «Sole 24 Ore».
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