È una gioia cauta quella che contraddistingue la giornata in cui il fondatore di Wikileaks ha finalmente ritrovato la libertà dopo 12 anni di detenzione. Dopo sette anni trascorsi nell'ambasciata dell'Ecuador a Londra e 5 nel carcere di massima sicurezza di Belmarsch, Julian Assange ha stato rilasciato presso l'aeroporto di Stansted, dove si è imbarcato per raggiungere le isole Marianne, arcipelago del Pacifico sotto la giurisdizione americana. Secondo quanto diffuso dalle agenzie di stampa internazionali, il giornalista avrebbe accettato di dichiararsi colpevole di un crimine negli Stati Uniti,  vale a dire di aver cospirato per ottenere e divulgare illegalmente informazioni sulla sicurezza nazionale degli Stati Uniti. Tale ammissione sarebbe parte di un accordo che lo vedrà tornare nella sua nativa Australia. Lo staff legale e gionalistico di Wikileaks si è invece riservato di divulgare maggiori dettagli nelle prossime ore e per il momento si è limitato a ringraziare il movimento che si è battuto negli scorsi anni per la liberazione di Assange, chiedendo di continuare a sostenerlo. Byoblu discute a caldo la notizia con Berenice Galli, giornalista che da anni segue da vicino la vicenda di Wikileaks e Julian Assange