Siamo in uno degli angoli più prestigiosi della Roma repubblicana, quella successiva ai suoi sette più o meno mitici re.
Vicino a Campo dei Fiori, Gneo Pompeo, vissuto tra il 106 e il 48 a.C., militare e politico, alleato e poi nemico di Giulio Cesare, edificò il primo teatro in muratura della città.
Una breve galleria, il «passetto del Biscione», lega l’area a Campo dei Fiori.
Qui nel 1450, il cardinale Francesco Condulmer, nipote del papa veneziano Eugenio IV, costruì un palazzo, e nove metri sotto il selciato, vennei ritrovato una colossale scultura in bronzo dorato, un Ercole alto più di tre metri. 
La scultura fu valutata cinquantamila scudi dall’Accademia di San Luca: una fortuna; però fu ceduta a Papa Pio IX Mastai ferretti a un prezzo inferiore a quello di altre offerte.
Oggi si trova ai Musei vaticani, nella Sala rotonda di quello Pio Clementino, e per più di cent’anni ha conservato il proprio segreto.
Finché uno studioso non si accorse che, accanto alla statua, era stato recuperato anche un misterioso frammento di travertino, con incise le lettere «F.C.S.» e così sciolse l’enigma: sono le iniziali di «Fulgor Conditum Summanium», era stata colpita da un fulmine del dio dei tuoni, appunto Summano.

Musei Vaticani: https://maps.app.goo.gl/Mmr7QKrsdUqWg7Qp6