La folla di Napoli da «Un treno nel Sud» di Corrado Alvaro
Dec 10, 2023 ·
13m 57s
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Description
I tre posteggiatori si consultavano a bassa voce, evidentemente sulla convenienza di suonare e cantare per la gente nuovamente entrata nella trattoria. Un gruppo di forestieri, noialtri, era difficile giudicarlo:...
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I tre posteggiatori si consultavano a bassa voce, evidentemente sulla convenienza di suonare e cantare per la gente nuovamente entrata nella trattoria.
Un gruppo di forestieri, noialtri, era difficile giudicarlo: s’era messo a tavola, poi la stanchezza diveniva malumore.
Entrava nella trattoria sul mare anche gente del luogo: s’incontravano e s’intendeva a cenni e a mezze parole; parevano essersi aspettati da molto tempo, con un senso di protezione reciproca, d’una solidarietà fisica di fronte a cui il mondo scompariva, seri davanti a una delle cose più serie del mondo qual è sedersi a una tavola per nutrirsi quando si ha fame e si è affaticati.
Dico, era difficile giudicare che cosa avrebbe reso la questua di quei tre.
L’uomo del mandolino era stato veduto prima, sul pianerottolo della scala di legno che conduce alla sala di sopra, oscillante, forse indisposto, guardare in basso donde saliva un penetrante odore di fritto, e dove due donne stavano sedute immobili, allo stesso modo di un vecchio tavolo che stava là di traverso.
L'uomo con la chitarra era attesissimo, con due occhi acuti e quasi stravolti in alto a furia di stare teso, ed era lui che valutava il tornaconto esattamente.
Il terzo, il cantante, un uomo che aveva passato i cinquant’anni, i bianchi capelli crespi, pareva avere deciso: conveniva.Io avrei detto di no.Il gruppo in cui mi trovavo era maldisposto, e per una ragione assai semplice: che, come succede, si è esigenti fino all’insolenza e allo sgarbo con la gente dimessa e povera; mentre si tollera di essere burlati, ingannati, pelati, dai camerieri insolenti di un grande ristorante di moda.
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Un gruppo di forestieri, noialtri, era difficile giudicarlo: s’era messo a tavola, poi la stanchezza diveniva malumore.
Entrava nella trattoria sul mare anche gente del luogo: s’incontravano e s’intendeva a cenni e a mezze parole; parevano essersi aspettati da molto tempo, con un senso di protezione reciproca, d’una solidarietà fisica di fronte a cui il mondo scompariva, seri davanti a una delle cose più serie del mondo qual è sedersi a una tavola per nutrirsi quando si ha fame e si è affaticati.
Dico, era difficile giudicare che cosa avrebbe reso la questua di quei tre.
L’uomo del mandolino era stato veduto prima, sul pianerottolo della scala di legno che conduce alla sala di sopra, oscillante, forse indisposto, guardare in basso donde saliva un penetrante odore di fritto, e dove due donne stavano sedute immobili, allo stesso modo di un vecchio tavolo che stava là di traverso.
L'uomo con la chitarra era attesissimo, con due occhi acuti e quasi stravolti in alto a furia di stare teso, ed era lui che valutava il tornaconto esattamente.
Il terzo, il cantante, un uomo che aveva passato i cinquant’anni, i bianchi capelli crespi, pareva avere deciso: conveniva.Io avrei detto di no.Il gruppo in cui mi trovavo era maldisposto, e per una ragione assai semplice: che, come succede, si è esigenti fino all’insolenza e allo sgarbo con la gente dimessa e povera; mentre si tollera di essere burlati, ingannati, pelati, dai camerieri insolenti di un grande ristorante di moda.
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Author | Giuseppe Cocco |
Organization | Giuseppe Cocco |
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