Lucrezia Holly Paci "Festival della Comunicazione"

Sep 2, 2017 · 25m 7s
Lucrezia Holly Paci "Festival della Comunicazione"
Description

Lucrezia Holly Paci "Festival della Comunicazione" festivalcomunicazione.it dal 7 al 10 settembre 2017, Camogli Lucrezia Holly Paci Autrice e counselor a indirizzo bioenergetico, specializzata nelle dinamiche affettive e relazionali. Dopo...

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Lucrezia Holly Paci
"Festival della Comunicazione"
festivalcomunicazione.it
dal 7 al 10 settembre 2017, Camogli

Lucrezia Holly Paci
Autrice e counselor a indirizzo bioenergetico, specializzata nelle dinamiche affettive e relazionali. Dopo la prima laurea in Economia in Bocconi, partecipa a corsi di neuroscienze e crescita personale per poi iscriversi a Psicologia. Ha scritto di relazioni moderne per D Repubblica, Cairo Editore, Lettera43 e altre realtà editoriali. È ideatrice del format del Love & Sex Telling: Lucrezia parla e scrive in modo colloquiale di sentimenti e sessualità raccogliendo storie e condividendo il suo punto di vista a riguardo. È voce ufficiale per Gleeden Italia, video-blogger e autrice per De Agostini. Nel 2017 fonda Microeconomia della vagina: le relazioni, a conti fatti per unire economia e sentimento, e dar forma così alla propria storia. L’obiettivo del blog? “Indagare come mai le relazioni di oggi non ci soddisfano più e riscoprire il valore, quello vero, del sentimento”.


Venerdì 8 settembre 2017, ore 11.15, Piazza Battistone
Al Festival 2017 il suo intervento con Paolo Crepet è:
Agganciami ma sganciati: la liquidità del sentimento nelle relazioni virtuali.

Con la tecnologia è più facile conoscere persone ma è anche più facile perderle (liquidarle facilmente): perché? È la tecnologia che ha sminuito il valore delle relazioni, o è il nostro modo di utilizzarla? Analisi economico-sentimentale: il ruolo chiave del comportamento individuale nel “mercato del sentimento” e spiegazione del perché non siamo più soddisfatti.


www.microeconomiadellavagina.com

http://www.microeconomiadellavagina.com/microeconomia-della-vagina-ll-blog/


piccolo assaggio di parole dal sito:
Nel 2006 mi iscrivo alla Bocconi. Io e l’economia sembriamo non avere ancora molto a che spartire.
Dieci anni dopo, una sera d’estate, durante un aperitivo tinderiano conosco un ragazzo. Manager, single e insoddisfatto.

– Ho 34 anni e ancora non ho una fidanzata
(Oh mamma, parla come se ne avesse 80) – Arriverà, vedrai (diamogli una pacca sulla spalla)
– Si ma è frustrante. Sto per comprare casa e andrò a viverci da solo
– E accoppiati allora! (lo provoco, è un gran bel ragazzo, non farebbe fatica)
– E con chi?
– Che ne so! Su Tinder, ce ne sarà qualcuna
– Ma io voglio innamorarmi davvero
– Ehhh vabè. Allora aspetta (gioia mia, c’è da mettersi in coda, sai in quanti siamo qui a volerlo?)
– Perché non ci innamoriamo più come una volta?
– Il mercato è cambiato (“Il mercato è cambiato?” Lucrezia ma che risposta gli hai dato? Da dove ti è arrivata?)
– Con tutta questa domanda e offerta che c’è in giro… (continua lui, anche lui ex bocconiano)
– Lo so, lo so. Ma ora è un casino. La curva di domanda e quella d’offerta non si incontrano di più. (Lucrezia non stai parlando di microeconomia, vero? Proprio tu?) E, se si incontrano, il valore di quell’incontro è pressoché uguale a zero

Tornando a casa, ripenso a quello scambio. Ho appena consolato un manager di 34 anni, figo, a cui non manca nulla, che sta per comprar casa ma è infelice perché non va a conviverci con nessuna. E l’ho fatto sentire meglio parlandogli di curva di domanda e curva di offerta. A un certo punto lui si è sentito come un ingranaggio di un sistema più grande che stava andando a rotoli. Non erano più le sue relazioni a non aver funzionato. Erano le relazioni del sistema che stavano traballando…

L’idea di creare un blog che unisca economia e psicologia nasce quella sera di giugno.
Vorrei provare a capire, insieme a voi, come mai le relazioni di oggi non ci soddisfano più. O comunque sempre meno…

M.d.v. sta per “Microeconomia della vagina”.
La microeconomia è una materia. O meglio ancora, una branca dell’economia.
La microeconomia è l’esame in cui ho preso 19, in Bocconi. E che credo di aver ridato più volte.
La microeconomia ha come oggetto di studio il comportamento economico degli individui, e il modo in cui questi cercano di risolvere il problema che da sempre affligge l’umanità.

La scarsità delle risorse.

La vagina è una risorsa. Come tutte le risorse, è scarsa: ossia non è disponibile in quantità sufficiente per soddisfare i bisogni di tutti. Anche perché i bisogni sono tanti, e diversi. Per questo gli uomini la cercano come se andassero “a caccia”: perché sanno che potrebbero rimanere senza. Chi trova una vagina trova un tesoro: “e se te ne arriva una tra le mani, che fai? La rifiuti?” (Consigli tra maschi)

La microeconomia della vagina è una branca dell’economia del sentimento.
Ha come oggetto di studio le singole relazioni, e come le persone proverebbero a ovviare a uno dei problemi più frustranti.

Non essere mai completamente soddisfatti.

Chi non c’è passato? A un certo punto, su tutte le relazioni, cala una maledizione. Quella del “mai accontentato”. E’ come non si riuscisse più ad accontentare pienamente l’altro, qualunque cosa si faccia per lui. E viceversa.
“Non te ne va mai bene una. Come la faccio la sbaglio. Cosa ci stai a fare con me, se non fai altro che lamentarti?”: eccetera, eccetera, eccetera.
E quando un bel giorno arriviamo a rinfacciare al partner che non ci ha neppure passato il parmigiano a tavola, è quasi finita. Diventiamo come il gatto che si morde la coda. Quando un gatto rende il suo disagio visibile, è troppo tardi. Il problema è radicato, va avanti da tempo. Non resta che aspettare la fine.

Del gatto. Della relazione.

Ora mi chiedo. C’è un modo per scamparla? Ci si può accorgere che qualcosa non va prima di arrivare a “mangiarci la coda”? E’ possibile mantenere relazioni pienamente soddisfacenti nel tempo? O, prima o poi, siamo tutti destinati a salutarci (o a cercare soddisfazione – che un giorno ci manca nella nostra relazione – altrove)?

Belle domande. Facciamo che ci pensiamo. Domani però. Oggi è un altro giorno.




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