Pane e pietre da «Un treno nel Sud» di Corrado Alvaro
Dec 31, 2023 ·
15m 47s
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Description
E’ la quarta volta, a distanza di anni, che rivedo l’interno della Sicilia, questo mondo in cui sono tutti i problemi siciliani, il latifondo, la zolfara, la siccità, la mancanza...
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E’ la quarta volta, a distanza di anni, che rivedo l’interno della Sicilia, questo mondo in cui sono tutti i problemi siciliani, il latifondo, la zolfara, la siccità, la mancanza di abitato sparso, l’intermittente banditismo.
Qualche anno fa, verso Caltanissetta, si vedevano alcuni tentativi falliti di case coloniche del passato regime.
Le case erano abbandonate e aumentavano l’impressione di infida solitudine.
L’Italia meridionale dà spesso questa impressione d’inghiottire come un terreno mobile ogni tentativo di penetrazione e di legame col mondo.
In questo grandioso interno dell’isola, d’una inquietante solitudine secolare, spunta qua e là una fonte d’acqua.
V’è sorta già accanto una casa rustica abitata, un albero, le fondamenta di un’altra abitazione.
Ed è la prima volta, da quando conosco la Sicilia, che nell’interno mi capita di vedere gente che adatta a terrazze di vigna alcuni costoni dell’interno, e con un lavoro in grande, da mutare l’aspetto del paesaggio.
Quanto alla struttura sociale, coi suoi concessionari, affittuari, gabellieri e metatieri, che affliggono l’agricoltura come le miniere di zolfo, per cui è tutta un’economia di affittuari irresponsabili che creano condizioni inumane di lavoro, è un problema che se lo prospetta lo stesso governo siciliano, se nella sua rivista, se nella sua rivista ufficiale è denunziata, con fotografie e dati che paiono documenti si cento anni fa, la condizione degli zolfari, i vecchi tornano alle paghe dei ragazzi, i ragazzi che conoscono una fatica senza protezione e la frusta, l’uomo nudo come un verme nella miniera infida.
Personalmente, sono avverso alle autonomie regionali, per ragioni di unità nazionale, morale, culturale, economica, specie in tempi in cui le patrie si frantumano e cadono in schiavitù come nel nostro tempo.
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Qualche anno fa, verso Caltanissetta, si vedevano alcuni tentativi falliti di case coloniche del passato regime.
Le case erano abbandonate e aumentavano l’impressione di infida solitudine.
L’Italia meridionale dà spesso questa impressione d’inghiottire come un terreno mobile ogni tentativo di penetrazione e di legame col mondo.
In questo grandioso interno dell’isola, d’una inquietante solitudine secolare, spunta qua e là una fonte d’acqua.
V’è sorta già accanto una casa rustica abitata, un albero, le fondamenta di un’altra abitazione.
Ed è la prima volta, da quando conosco la Sicilia, che nell’interno mi capita di vedere gente che adatta a terrazze di vigna alcuni costoni dell’interno, e con un lavoro in grande, da mutare l’aspetto del paesaggio.
Quanto alla struttura sociale, coi suoi concessionari, affittuari, gabellieri e metatieri, che affliggono l’agricoltura come le miniere di zolfo, per cui è tutta un’economia di affittuari irresponsabili che creano condizioni inumane di lavoro, è un problema che se lo prospetta lo stesso governo siciliano, se nella sua rivista, se nella sua rivista ufficiale è denunziata, con fotografie e dati che paiono documenti si cento anni fa, la condizione degli zolfari, i vecchi tornano alle paghe dei ragazzi, i ragazzi che conoscono una fatica senza protezione e la frusta, l’uomo nudo come un verme nella miniera infida.
Personalmente, sono avverso alle autonomie regionali, per ragioni di unità nazionale, morale, culturale, economica, specie in tempi in cui le patrie si frantumano e cadono in schiavitù come nel nostro tempo.
Information
Author | Giuseppe Cocco |
Organization | Giuseppe Cocco |
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