Paolo Repetto "Martini, Melotti. Un arco dello spirito"
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Paolo Repetto "Martini, Melotti. Un arco dello spirito" Mostra aperta fino al 7 gennaio 2024 A cura di Fabrizio Malachin e Paolo Repetto Civico Museo Archeologico, Acqui Terme Il Comune...
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Mostra aperta fino al 7 gennaio 2024
A cura di Fabrizio Malachin e Paolo Repetto
Civico Museo Archeologico, Acqui Terme
Il Comune di Acqui Terme presenta la mostra antologica “Martini e Melotti. Un arco dello spirito” negli spazi del Civico Museo Archeologico di Acqui Terme, cui si aggiunge un breve itinerario in città.
L'esposizione, a cura di Fabrizio Malachin e Paolo Repetto con il coordinamento di Laura Garbarino, rappresenta un inedito confronto fra due assoluti protagonisti della scultura italiana del ‘900: Arturo Martini (Treviso, 1889 - Milano, 1947) e Fausto Melotti (Rovereto, 1901 – Milano, 1986). La mostra, organizzata da ComitArt in collaborazione con la Fondazione Fausto Melotti di Milano, il Museo Luigi Bailo di Treviso e la Fondazione Casa di Riposo “J. Ottolenghi” di Acqui Terme, sarà aperta al pubblico da sabato 7 ottobre 2023 a lunedì 7 gennaio 2024.
Il percorso espositivo riunisce 57 opere tra bronzi, terrecotte, ceramiche, lavori in ottone e tecniche miste ed è preziosa occasione per raccontare la profonda sintonia artistica che legò Arturo Martini e Fausto Melotti.
La mostra prende il titolo da un passaggio del volume La scultura lingua morta (1945), testamento artistico di Martini in cui lo scultore esprime la propria speranza in una rinascita della scultura: “Fa' che io serva solo a me stessa. Fa' di me un arco dello spirito”, è l'appello che la scultura rivolge all'artista.
Il percorso si dipana lungo due tracce tematiche, che accomunano Martini e Melotti: da una parte, la convivenza fra la fede cristiana e l'influenza dell'antichità classica e, dall'altra, l'amore per la musica.
Il desiderio di spiritualità condiviso dai due scultori si concretizza, nelle loro opere, nella rivisitazione delle radici culturali della nostra civiltà, in particolare quelle greche e romane. Il connubio fra cristianità e antichità classica emerge nitidamente nella produzione di Martini selezionata per la mostra: dai lavori maggiormente caratterizzati dalla fascinazione classica – come la piastrella decorativa in terraglia smaltata Icaro (1910-1911) e la scultura in bronzo Saffo (1937-1943) – si passa a sculture che rievocano vividamente l'iconografia cristiana, come il gesso del Figliuol Prodigo (1913-1914), il gesso di Adamo ed Eva (1913-1914) e la terracotta Annunciazione (1927).
Altrettanto forte è il legame di Fausto Melotti con la mitologia greca – restituito attraverso opere come la terracotta Demetra (1943) e la Kore in ceramica smaltata policroma (1954) – e con l’immaginario cristiano – rievocato in lavori come la ceramica smaltata policroma Madonna con Bambino (1946 circa), l‘Annunciazione (1973) e la composizione scultorea Lazzaro (1980), che combina elementi in ottone, tessuto e gesso.
Comune ai due artisti è pure la fascinazione nei confronti della musica. Il sogno di Arturo Martini di divenire musicista è testimoniato nel percorso espositivo dalla presentazione della prima edizione di Contemplazioni, libro pubblicato nel 1918 e composto soltanto da piccoli rettangoli neri disposti su fogli bianchi, alfabeto indecifrabile e misterioso come uno spartito musicale.
La musica emerge forte anche nell’arte di Fausto Melotti che, a partire dal 1930 – compiuti gli studi di pianoforte – comincia a plasmare sfere, volumi di luce e linee in un ordine libero e aereo che rievoca l’andamento musicale. È in quest'ottica che nascono opere come Tema e variazioni III, Variazione n. 6 (1969/1984); Contrappunto Piano (1973) e Contrappunto XIV (1983). Ispirandosi alle costruzioni contrappuntistiche di Bach, Melotti crea uno spazio rigoroso dove le linee in movimento e i giochi di tensione e distensione nascono secondo un ordine insieme geometrico e astratto.
La mostra è accompagnata da un catalogo edito da GLI ORI, di 112 pagine, e da un ciclo di appuntamenti a cura di Alessandro Martini e Maurizio Francesconi.
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