Parole in Viaggio - puntata #25

Sep 6, 2020 · 8m 11s
Parole in Viaggio - puntata #25
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Buonasera a tutti e bentornati sulle frequenze di parole in viaggio! abbiamo vissuto dei mesi molto particolari, unici, o forse potremmo definirli provocatori. Provocatori nel senso che ci hanno offerto...

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Buonasera a tutti e bentornati sulle frequenze di parole in viaggio! abbiamo vissuto dei mesi molto particolari, unici, o forse potremmo definirli provocatori. Provocatori nel senso che ci hanno offerto una possibilità magica: fermarsi, interrogarci sul mondo e su noi, prendere una decisione e ripartire. Sembra un passaggio scontato, ma il più delle volte ci manca il tempo o la volontà per farlo: di fronte a uno stimolo arriviamo presto a una decisione, saltando la fase della pausa, del tempo necessario per osservare e osservarci. Ci lasciamo prendere dalle tante e veloci cose che ogni giorno dobbiamo fare e di conseguenza è diventato normale non fermarsi. Invece, questi mesi ci hanno aiutato a riscoprire un altro sistema che da sempre appartiene all’uomo: prendersi il giusto tempo prima di scegliere e ripartire.
Uno degli aspetti che più ci hanno colpiti nel profondo è stata la distanza, il dover prima rimanere completamente separati, chiusi in casa, e successivamente mantenere le distanze di sicurezza. Distanza, dal latino distare, indica l’essere disgiunto da altre persone o luoghi. Un distaccamento fisico, una lontananza. E’ curioso che il suo opposto, la vicinanza, ha un significato molto particolare. Vicino richiama il latino vicus, ovvero il quartiere, il rione, il borgo. Forse è quello che la lingua vuole comunicarci in questo momento storico: sentirsi vicino a qualcuno significa appartenere allo stesso quartiere, sensazione in parte vissuta durante il lockdown, quando molti italiani hanno scoperto e conosciuto il nome del vicino, hanno dato un volto alle case, alle porte, alle finestre. Alla fine vicus, il rione, è proprio l’insieme delle case, delle dimore ma anche delle infinite sensazioni di sentirsi a casa. Un mondo globale e interconnesso non ha più bisogno delle mura per identificare il luogo, ma preferisce le relazioni.
Relazione, la relatio latina, non ha un unico significato, anzi. Sicuramente richiama il riportare, l’azione del portare di nuovo qualcosa, ma è anche la proposta da portare in senato, come è anche il racconto, il saper narrare. Arriva solo alla fine l’attinenza, il legame con qualcosa. In una parola si nasconde un mondo di significati ed effettivamente, anche al giorno d’oggi, avere una relazione o riuscire a mantenere una relazione, che sia affettiva, di amicizia, di lavoro o qualsiasi altra forma, prevede sicuramente un legame, ma anche il racconto, inteso come non nascondere le proprie sensazioni, le proprie emozioni, ma volerle condividere con l’altro. E soprattutto la relazione è riportare qualcosa, non basta consegnare un’unica volta, ma significa impegnarsi a ritornare, prendere e portare continuamente le nostre cose all’altro.
Ora che sta per ripartire una nuova fase, il lavoro che riprende, le scuole che riaprono, le attività che ripartono, come la affronteremo? Saremo in grado prenderci il giusto spazio e tempo per affrontare la realtà? Oppure torneremo a dividerci noi per primi, senza bisogno di nessun decreto, di nessun lockdown, ma spontaneamente sceglieremo di separarci dalla relazione con l’altro.?
Perchè c’è grande differenza tra separazione e divisione, c’è un grado di consapevolezza alle spalle che determina alcune scelte importanti. Separare significa prendere ciò che è pari, ciò che è uguale e posizionarlo in modo segregato, spaiato. Divisione invece prevede un’azione di vidus, di visione, di conoscenza, di ragionamento, di giudizio per poi rompere l’unione, perchè si è consapevoli del beneficio che tale divisione porterà. Sono modi diversi di intendere, sono modi diversi di vedere cosa ci succede attorno. Perchè se per il bene collettivo si divide le persone, significa che c’è stato un ragionamento e una consapevolezza tale che hanno portato a questa scelta. E chi subisce l’effetto può leggere la situazione come una separazione, come un rompere ciò che era normale e pertanto viverlo come un sopruso. Ma la stessa persona può vedere le cose come una divisione, come un allontanamento delle persone ma non delle relazioni. Perchè la relazione, per definizione tende a ritornare, a riportare continuamente le cose all’origine; perchè la relazione è un racconto e come tale qualsiasi esperienza si vive, ingloba tutto in questa narrazione di vissuti; perchè la relazione è legame che va oltre il confine del muro o del distanziamento.
E’ sempre questione di punti di vista, ognuno è libero di vivere le esperienze con i suoi occhi.
buona ripresa a tutti!


in ordine di esecuzione abbiamo ascoltato
Good Times di Ghali
Marooned dei Pink Floyd
Balla per me di Tiziano Ferro e Jovanotti
tutte le riproduzioni musicali coperte da diritto d’autore sono state eseguite per fini didattici e senza scopo di lucro, secondo la legge 633 del 1941
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