Parole in Viaggio - puntata #26
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Buonasera a tutti e ben ritrovati sulle frequenze di Parole in Viaggio. Sono circa otto mesi che i media mantengono costante la notizia principale: tutto ruota attorno al Covid e...
show moreSono circa otto mesi che i media mantengono costante la notizia principale: tutto ruota attorno al Covid e alle sue conseguenze. Ritengo fondamentale mantenere alta l’attenzione su un argomento così delicato, sebbene temo si vada incontro a un problema molto grave, a un effetto collaterale più che un problema: l’essere umano per natura tende ad abituarsi. In alcune circostanze è decisamente un fattore positivo, pensiamo alla capacità di adattamento dimostrata negli ultimi millenni dalla nostra specie. Non c’è ombra di dubbio che sia una risorsa straordinaria. Purtroppo presenta anche qualche imperfezione e pertanto è fondamentale attivare un’altra grande risorsa che è l’atteggiamento di solidarietà, di mutuo aiuto o di semplice conservazione della specie. Tocca all’essere umano supportare il suo simile se uno dei due cade vittima dell’abitudine.
Abitudine è una parola speciale, racchiude l’habitus latino ed entrambe le parole richiamano il verbo habere. I latini descrivono l’habitus come tutto ciò che siamo soliti avere con noi, tutto ciò che siamo soliti portarci dietro con noi, di conseguenza pensando al contesto romano il primo riferimento è proprio l’abito, il vestito, ciò che sempre abbiamo e che in un certo modo ci presenta agli altri, l’elemento che ci introduce agli altri nella connessione con gli altri. L’abito era, e molto spesso è ancora, il biglietto da visita, uno strumento che tutti hanno a disposizione per farsi un’opinione dell’altro prima ancora di aver sentito la sua voce.
E il passaggio da abito ad abitare è praticamente automatico: il riferimento è sempre il verbo habere con un’accezione particolare. Abitare diventa l’azione che dura nel tempo, nel senso di continuare ad avere. Ed ecco spiegato perchè la casa diventa il luogo dove abitiamo, diventa il luogo dove ripetiamo la nostra azione di avere, ripetiamo azioni e gesti, giorno dopo giorno, tanto da dimenticare, o meglio dire dare per scontato che quello è il luogo dove noi ripetiamo e ripetiamo il nostro habitus. L’abitare diventa abitudine, diventa normalità, diventa semplice ripetizione senza costante consapevolezza del valore delle nostre scelte e dei nostri gesti. La forza delle abitudini sta proprio qui, ridurre al minimo lo sforzo, la fatica da parte del cervello, del corpo e anche delle emozioni, ridurre al minimo l’attenzione perchè la ripetizione ci rassicura, ci crea delle mura attorno ai nostri averi, attorno al nostro habitus, delle mura che diventano una casa, ovvero il luogo dove possiamo abitare. E se è vero che nella nostra dimora l’abitudine ci aiuta a vivere con meno paure, altrettanto non vale se l’abitazione si estende a ciò che è fuori dalle nostre mura di casa, se si estende ai vicini, alla città, al mondo.
Ed è per questo che l’abitudine può diventare un alleato del covid e un nemico per le nostre difese: sentendo e risentendo le notizie, noi pensiamo di abitare sereni, in realtà proprio per un meccanismo naturale ci stiamo abituando e alcuni di noi possono non vedere il rischio costante dell’abitudine, della ripetizione di gesti senza consapevolezza.
Ma nel caso del covid, una possibile soluzione sta proprio nella parola habitus, l’abito, perchè se riusciamo a inserire nel nostro abito quotidiano l’uso corretto della mascherina, una buona parte dei problemi è risolta alla radice.
E mascherina, una maschera piccola, racchiude un dettaglio molto particolare: l’etimologia di maschera è molto ambigua, trova radici e definizioni molto varie e diverse, quasi ad indicare che questo oggetto nasce molto prima di ogni lingua recente, si potrebbe quasi azzardare che ha da sempre accompagnato la presenza dell’uomo su questo pianeta. Non è un aspetto secondario, sapere che in un certo senso la maschera fa parte dell’habitus dell’uomo, ci ricorda che tra le potenzialità dell’essere umano c’è anche quella di essere diverso, di mostrarsi in un modo diverso, di trasformarsi all’occorrenza. E il covid ci ricorda questo nostro talento, sapersi adattare, sapersi trasformare, abitare in modo diverso, indossare un habitus nuovo, saperci mascherare quando serve.
in ordine di esecuzione abbiamo ascoltato
nubi di ieri sul nostro domani odierno di Elio e le storie tese
esseri umani di Marco Mengoni
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